Ammontano quasi a 40 milioni di euro i fondi che, con lo sblocco dei pagamenti, i Comuni modenesi potranno versare alle imprese che vantano crediti nei loro confronti. 16 milioni la cifra sbloccata per il Comune di Modena, quasi 5 per quello di Sassuolo, oltre 2 milioni per la Provincia e il Comune di Formigine. Venerdì, presso la sede della Federazione del Pd di via Scaglia, si è tenuto un incontro tra i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi e Stefano Vaccari con sindaci e assessori al bilancio del Pd per fare il punto della situazione. Se questa è una buona notizia, sono comunque tante le criticità che si addensano sui bilanci dei Comuni, a partire da quelli colpiti dal sisma.
Un giudizio complessivamente positivo sul provvedimento che sblocca i pagamenti dei debiti alle imprese da parte delle Pubbliche amministrazioni: è quanto espresso da sindaci e assessori al bilancio modenesi nell’incontro svoltosi venerdì in via Scaglia con una delegazione dei parlamentari modenesi. Il provvedimento, approvato mercoledì dalla Camera e che ora andrà al Senato in seconda lettura, è stato illustrato dal deputato Davide Baruffi: sblocca pagamenti per 40 miliardi nel biennio e va addirittura oltre l’impegno che il Pd si era preso in proposito in campagna elettorale (che era di 50 miliardi in 5 anni). Il provvedimento ha una sicura funzione anticiclica, perché immette liquidità nel sistema e va quindi colto come un segnale positivo di cambiamento rispetto alle misure di solo rigore fino a ieri perseguite. I numeri sono importanti anche in questa provincia: quasi 40 milioni di euro che andranno alle imprese creditrici, per stare solo ai dati dei Comuni. Naturalmente le voci più consistenti stanno in campo alle amministrazioni maggiori, anche se non esiste una correlazione diretta: anzitutto Modena, la cui cifra sbloccata sfiora i 16 milioni; poi Sassuolo (4.972 mila), Fiorano (3.640 mila), la Provincia (2.264), Formigine (2.186) e via dicendo. Portato a scala nazionale, il dato arriva, per quanto attiene specificamente Comuni e Province, a 5 miliardi di allentamento dei vincoli, cui si assommano i pagamenti delle Regioni ai Comuni stessi e quelli riservati al cosiddetto “patto di stabilità verticale” (oltre 2,5 miliardi nel biennio): una misura, quest’ultima, adottata per prima proprio dalla Regione Emilia-Romagna e che ora viene estesa a tutto il Paese e rafforzata nell’entità, proprio per allentare ulteriormente il patto di stabilità per i Comuni. Ma per gli Enti locali, non solo modenesi, la situazione resta molto complicata: da un lato l’assenza di risorse certe – gravano ancora sui bilanci 2012 e 2013 le incognite legate all’Imu e agli altri trasferimenti dello Stato – e la conseguente impossibilità di programmare la propria attività; dall’altro i vincoli pressanti sulla gestione finanziaria e i nuovi adempimenti: Tares, nuova contabilità per il 2014, pagamenti in 30 giorni solo per fare alcuni esempi. Tutto questo crea un combinato disposto che sta producendo cortocircuiti e paralisi nel funzionamento ordinario degli Enti, ridotti – hanno lamentato gli amministratori – quasi a “gabellieri” dello Stato. E’ quindi giunta unanime la richiesta degli amministratori a cambiare passo: non la fuga dalle responsabilità e dai sacrifici imposti a tutti i comparti della P.A., ma la legittima esigenza di avere un quadro certo di regole e risorse che consenta, a partire dal mese prossimo, di approvare bilanci sicuri e riprendere una gestione ordinata. Tutti problemi che si accentuano se i Comuni coinvolti sono quelli del cratere: non a caso l’incontro è stato anche l’occasione per illustrare gli emendamenti che il Pd, proprio su iniziativa dei parlamentari modenesi ed emiliani – da qui il nome “Pacchetto Emilia” – ha predisposto rispetto all’altro decreto, in discussione al Senato, per le aree colpite dal terremoto un anno fa. Su questo punto ha relazionato il senatore Stefano Vaccari, tra l’altro è primo firmatario del pacchetto in questione.