giovedì, 12 Dicembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeAmbienteSabato ad Assisi primo Convegno e prima Marcia Nazionali contro le biomasse...





Sabato ad Assisi primo Convegno e prima Marcia Nazionali contro le biomasse e il biogas

Convegno_AssisiIeri 26 Maggio 2013 ad Assisi, era riunita l’Italia intera che raccontava le illegalità, le bruture, le devastazioni commesse ed in atto da parte delle lobbyes polico/finanziarie italiane ed anche mafiose dedite al traffico e allo smaltimento dei rifiuti, alla realizzazioni di Inceneritori di impianti Biogas, Biomasse, Escavazioni, Trivellazioni del sottosuolo alla ricerca di gas e petrolio in zone abitate e perfino in zone sismiche e già terremotate.

Il quadro terrificante che è uscito dallo scambio delle esperienze dei vari comitati italiani può essere riassunto e semplificato da queste poche righe.

– La regione Emilia Romagna si conferma la più a rischio “sanitario-ambientale”d’Italia e d’Europa.

In rapporto alla sua superficie è la Regione dotata del Maggior numero di Inceneritori al mondo, pur essendo già per le sue caratteristiche fisico-climatiche la più inquinata in Europa dalle emissioni cancerogene da Traffico veicolare. Ogni impianto biogas autorizzato determina un aumento di emissioni nocive e cancerogene pari a quelle prodotte da circa 2000 auto che ogni giorno percorrono in media 20 chilometri sulle strade locali. Modena è fra le prime tre città dell’Emilia R interessate per malattie croniche respiratorie, diabete, tumori, malattie degenerative, diminuzione della fertilità e tumori.

A fronte dell’aumento dell’aspettativa di vita, cala la prospettiva “di vita in salute”. I Bambini sono coloro che ne faranno maggiormente le spese. I dati ISDE certificano che mentre le bambine nate nel 2004 hanno una speranza di vita in salute proiettata ai 71 anni, quelle nate nel 2011 sarà ai 61: per i bambini si passa da 68 a 63 anni. Emilia Romagna sempre detentrice di record in quanto a tumori giovanili: tra i 15/19 anni sono colpiti il 3% dei soggetti, al 2% si attestano i più piccini. Già nel cordone ombelicale vi sono circa 300 sostanze nocive/cancerogene che la madre trasmette al feto. In Europa, le polveri sottili ( particolato sotto ai 0,2 micron ) provocano 380.000 morti premature all’anno. Nelle zone più inquinate si perdono in media dai 6 ai 20 anni di vita.

Le indagini epidemiologiche condotte in alcune città dell’Emilia Romagna certificano che chi risiede tra i 3,5 ed i 10 km da un inceneritore ha serie probabilità di contrarre tumori. A breve, in Emilia Romagna, almeno un cittadino su 2 sarà colpito da una diagnosi di cancro.

Ciò nonostante nessuno parla di “inversione di tendenza”. Anzi, grazie a Leggi varate dagli ultimi 2 Governi Nazionali le cose sono ulteriormente peggiorate: si è promosso un business delle cosiddette “energie rinnovabili” , fra cui spiccano biogas e biomasse che di bio non hanno proprio nulla. Sarebbe la cosiddetta “green economy” che fra inceneritori e biogas etcc..distribuisce a pochi 5 miliardi all’anno dei nostri sacrifici. Per la maggior parte vanno a lobbyes industriali/politiche, imprenditoria malata, ridicola, o ancor peggio mafiosa. Risultato: disastri ovunque.

Come ha ricordato uno dei relatori, don Tonino Dell’olio, dal recente rapporto di Banca Etica ammonterebbe a circa 28 milioni di euro il lucro sugli incentivi statali determinati da certificazioni “compiacenti”.

– Il triste record della devastazione agro-alimentare-sanitaria provocata da impianti a Biogas in talia tocca alla Provincia di Cremona con 140 impianti a Biogas autorizzati in un battibaleno, circa 2 anni. La media di 4 impianti in ogni comune. E’ come se in soli 2 anni, si siano ritrovati ad avere immatricolate 1.200.000 auto. Presentate altre 80 autorizzazioni. No non è uno scherzo: purtroppo è la realtà.

– Sventato dal Comitato di Bastia Umbra il tentativo di costruire un grosso impianto a Biogas

– “all’ombra “ della Basilica di San Francesco D’assisi. Non solo per una volta, ma anche una seconda, quando lo si è ripresentato tal quale , da realizzarsi solo a alcune centinaia di metri di distanza.

– Altro caso emblematico quello della Riso Scotti Energia. Gli impianti biomasse della Riso Scotti si sono trasformati mano a mano in co-incenerimento , autorizzati a bruciare rifiuti speciali non tossici. Prende corpo la delocalizzazione dello stoccaggio dei rifiuti, il loro inglobamento anche in questi impianti, la loro trasformazione in “altro” da spandere sui terreni. Parliamo di incremento ulteriore di utili per il loro stoccaggio e smaltimento.

– Ma la summa, l’emblema dell’Italia che sta uccidendo se stessa, i suoi territori, la sua economia e la sua gente è rappresentato dalla Sardegna.

Una delle più belle e ricche regioni d’Italia è ridotta oggi ad importare l’86% dei generi alimentari.

Le installazioni di impianti “incentivati” per la produzione di ogni sorta di cosa ha fatto sì che l’agricoltura , la pastorizia ( e di conseguenza in parte il turismo ) non abbiano più superfici dedicate. Vicino a Porto Torres l’Eni ha occupato addirittura migliaia di ettari per la cultura del cardo da mettere dentro alle biomasse. Le superfici immediatamente a ridosso di molte di queste centrali ( bio qua, bio là) alcune gestite da controllate da Finmeccanica, non sono utilizzabili in quanto contaminate, così come quelle dentro e a ridosso dei poligoni di tiro militari. Oggi in Sardegna si muore anche per uranio.

Ieri ad Assisi la città di “San Francesco”gli Italiani che rispettano “il creato” la “propria Nazione” ,

“la salute di tutti gli esseri ” ,“l’economia sana”, quella “reale” , hanno raccontato al mondo un pezzo di storia del loro paese e hanno deciso di procedere uniti per “voltare pagina”: tutti assieme. Si è aperta una nuova fase. Inizierà anche a Nonantola nei prossimi giorni la raccolta di fondi per potere attivare, in stretto raccordo con il coordinamento Regionale e Nazionale di Terre Nostre, tutte le procedure e gli strumenti utili alla salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini. Nelle Marche, le azioni messe in campo del coordinamento Terre Nostre hanno fatto sì che dallo scorso 20 maggio 2013 , l’attività di tutte le centrali a biogas della regione siano state bloccate.

(Comitato Ambiente è Salute di Nonantola e dintorni)

















Ultime notizie