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Modena, palazzina Policlinico: il punto in Consiglio comunale

policlinico“In riferimento al crollo della palazzina in ristrutturazione all’interno del Policlinico di Modena, non risultano irregolarità dal punto di vista dei processi autorizzativi concessi dall’Amministrazione comunale. Sul crollo, un fatto di per sé grave a prescindere dalle ridotte conseguenze provocate, c’è in corso una delicata indagine della Magistratura che impone di aspettare siano i periti nominati dal tribunale a dire qualcosa di più”. Lo ha detto l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi rispondendo nel Consiglio comunale di lunedì 27 maggio a un’interrogazione di Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it.

Poppi ha chiesto in particolare se il Comitato Tecnico Scientifico per l’Antisismica della Regione Emilia-Romagna ha verificato il procedimento autorizzativo delle indagini preliminari propedeutiche ai lavori, se ha autorizzato le indagini e i lavori anche sugli altri padiglioni, se chi ha effettuato le indagini preliminari nell’ala interessata dal crollo le ha fatte anche negli altri padiglioni, e se sono state effettuate verifiche di vulnerabilità statica e sismica a opera del Comitato su tutto il Policlinico. La consigliera ha infine domandato “com’è possibile che una situazione di tale gravità strutturale fosse chiara agli operai, che nella verifica del mattino hanno constatato che era necessaria la demolizione, e non al progettista, direttore dei lavori coordinatore per la sicurezza”.

L’assessore Giacobazzi ha quindi letto una comunicazione della direzione generale del Policlinico in cui si ricorda che la palazzina era in ristrutturazione da circa 15 mesi a cura dell’Azienda Usl di Modena che l’aveva in gestione e, per consentire l’apertura del cantiere e il successivo utilizzo dell’edificio, nel 2009 era stata stipulata tra le due aziende sanitarie una concessione amministrativa d’uso gratuito della durata di 35 anni. Nello stesso documento si legge che “nella struttura del Policlinico non vi sono aree o edifici inutilizzati a seguito di danni o problemi strutturali e che “i trasferimenti di reparti in seguito alle scosse sismiche sono stati effettuati in via cautelativa”, oltre che “la sicurezza del Policlinico è stata valutata da molti tecnici sin dalla sua costruzione” e “a seguito degli eventi sismici diverse autorità tecniche hanno eseguito numerosi sopralluoghi e verifiche, senza mai ravvisare la necessità di prescrivere condizioni di inagibilità in relazione allo stato delle strutture portanti”.

Chiedendo la trasformazione dell’interrogazione in interpellanza, il consigliere Luigi Alberto Pini del Pd ha detto “di aver assistito in diretta al crollo della palazzina” e di non aver percepito dell’evento lo stesso livello di gravità trasmesso l’indomani sulla stampa. Ha fatto riferimento a possibili gravi inadempienze al momento del crollo e ha sottolineato “il grave disagio vissuto da chi opera al Policlinico, conseguente alla spostamento dei reparti dovuto ai lavori di ristrutturazione che vanno avanti da alcuni anni”.

L’interrogante Sandra Poppi ha chiesto all’assessore una risposta anche scritta e ha precisato che “molte sono le domande inevase e a cui la Magistratura dovrà rispondere”, sottolineando come “il testo unico sulla sicurezza attribuisca compiti e responsabilità a chi opera in cantiere e al committente dei lavori”.

 

 

















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