Questa mattina a Fiorano è stato presentato alla stampa il progetto ‘Inglese al nido: il corpo parla una lingua nuova’, giunto o ormai a conclusione nel suo primo anno di attività. Hanno preso parte all’incontro il sindaco Claudio Pistoni, l’assessore alle politiche educative Maria Paola Bonilauri, i pedagogisti del coordinamento pedagogico comunale 0-3 anni Matteo Lei e Patrizia Montanari, e la pedagogista del coordinamento pedagogico Gulliver Paola Rinaldi.
L’Assessorato alle Politiche Educative del Comune di Fiorano Modenese, in collaborazione con il Coordinamento Pedagogico, ha elaborato un progetto per l’avvicinamento dei bambini alla lingua inglese, essendoci alla base la consapevolezza che occorre già oggi ma occorrerà sempre più in futuro il bilinguismo. Ha scelto perciò di sostenere la familiarizzazione con i suoni della lingua inglese al nido, attraverso proposte ed esperienze che coinvolgano e intreccino i linguaggi espressivi nel rispetto dei bisogni evolutivi dei bambini.
Il progetto è realizzato incaricando la cooperativa sociale Augeo, Itinerari Culturali per Crescere, con sede a Reggio Emilia e Federica Parretti, diplomata in arti dello spettacolo e con un master in ‘Innovazione e sperimentazione di servizi educatici per l’infanzia’. con una spesa complessiva di 8932 euro, iva inclusa.
Il sindaco Claudio Pistoni ha inserito il progetto nell’insieme di iniziative che l’amministrazione mette in campo per lo sviluppo economico, perché i ragazzi devono sapere l’italiano e l’inglese, se vogliono prospettive di lavoro e capacità di confrontarsi con l’evoluzione della società. Si è scelto di partire dal nido con l’idea di dare continuità al progetto per coprire gradualmente l’intera fascia dell’obbligo, consapevole che il comune non potrà garantire da solo l’intera fascia dell’obbligo e per questo sono stati avviati contatti con i parlamentari modenesi per nuove norme che rendano obbligatorio e generalizzato l’inglese nelle scuole. Ma si sta studiando anche la possibilità di promuovere una proposta di legge popolare.
L’assessore alle politiche educative Maria Paola Bonilauri ha raccontato come, dall’imput iniziale, sia stato necessario studiare modalità e contenuti, perché l’inglese al nido risulta una esperienza nuova o addirittura inedita, con la necessità di strutturare un percorso che fosse rispettoso dei bambini di 24/36 mesi, delle famiglie, del contesto del servizio. Grazie all’impegno del coordinamento pedagogico di distretto e degli operatori comunali è stato possibile individuare le professionalità esterne in grado di utilizzare un approccio corporeo, con positivi risultati.
Matteo Lei, Patrizia Montanari e Paola Rinaldi hanno illustrato le diverse caratteristiche de ‘Il corpo parla una lingua nuova’: ha riguardato 40 bambini e si è articolato in due azioni. La prima ha dato vita e corpo alle parole, grazie agli atelieristi del movimento che hanno fatto incontrare movimento e suoni onomatopeici. La seconda azione è stata di inserire, una volta alla settimana, una figura specializzata per competenze pedagogiche e linguistiche, nella giornata del nido, partecipando a tutti i momenti, dall’accoglienza alle attività. Molto positiva è risultata l’interazione con le famiglie, promossa da incontri e laboratori. A casa i bambini continuano ad utilizzare le parole inglesi, in modo pertinente e a condividere con i genitori i giochi e le attività vissute al nido.
Il corpo parla una lingua nuova
‘Un progetto di familiarizzazione ai suoni di una seconda lingua al nido d’infanzia’
Destinatari
Nella progettazione sono stati coinvolti 40 bambini delle sezioni grandi (24/36 mesi) di due nidi comunali di Fiorano (Messori e via Tevere) e le relative famiglie.
Tempi di attuazione
Da novembre 2012 fino a giugno 2013.
Obiettivi
Tratto distintivo del progetto è stato l’adattamento della proposta alle caratteristiche dei bambini della fascia d’età del nido d’infanzia. Siamo partiti dal concetto di apprendimento dall’esperienza quindi abbiamo proposto situazioni che potessero sollecitare la curiosità e la creatività dei bambini per familiarizzazione con sonorità che appartengono ad una nuova lingua.
Ciò ha contribuito a fare si che i bambini riprendessero alcuni dei vocaboli del glossario emerso nel corso dell’esperienza utilizzandoli poi in modo appropriato dal punto di vista semantico anche in contesti differenti.
Altro aspetto significativo del lavoro nei nostri servizi è il coinvolgimento delle famiglie che hanno partecipato sia con momenti di incontro creati ad hoc, sia con laboratori esperienziali con esperti e bambini che hanno permesso di vivere in parte l’esperienza vissuta dai figli al nido.
Le esperienze effettuate hanno fornito l’occasione per confrontarsi con le famiglie su tematiche educative connesse al tema della familiarizzazione con la lingua inglese, in particolare al tema dell’allenamento all’ascolto declinato con azioni educative di diverso tipo (ad esempio l’ascolto della musica, ascolto delle sonorità del quotidiano, l’utilizzo per ampliare l’ascolto dei nuovi media).
Ha permesso alle educatrici di ampliare il proprio vocabolario della lingua inglese ma soprattutto le proprie modalità di ascolto e di connessione con i bambini, aprendo spazi importanti di riflessione sul proprio ruolo educativo.
Il progetto si è articolato in due azioni in parallelo con obiettivi, tempi, organizzazioni e spazi intersecati.
La prima azione origina dall’ipotesi ormai diffusa nelle scienze neuropsicologiche che l’esperienza sensori-motoria è generatrice di apprendimenti. A partire da ciò le azioni messe in campo sono state guidate dall’idea che il canale del movimento corporeo può sostenere la familiarizzazione con una lingua straniera: dare “vita e corpo alle parole” può aiutare alla costruzione di significati e alla familiarizzazione degli stessi.
Gli incontri sono stati condotti da due esperti (ex danzatori-coreografi, atelieristi del movimento) che agiscono attraverso i movimenti e si esprimeranno solo in lingua inglese, facilitando l’incontro con questo idioma utilizzando soprattutto parole e verbi di origine onomatopeica. Anche i suoni e le sonorità di adulti e bambini sono incoraggiati e sostenuti con l’amplificazione del gesto e della mimica facciale.
La seconda azione è stata volta a sviluppare e sostenere apprendimenti attraverso una figura con alte competenze linguistiche e pedagogiche che settimanalmente si è inserita nella progettazione della sezione e ha organizzato proposte educative in lingua. L’educatrice ha condiviso con i bambini della sezione l’intera mattinata, a partire dal momento della prima assemblea del mattino passando per le proposte educative fino ad arrivare alla preparazione del pasto.
Entrambe le azioni hanno previsto eventi paralleli dedicati al coinvolgimento delle famiglie che, per meglio comprendere le premesse e i significati del progetto sono state invitate a condividere in prima persona alcune delle proposte vissute al nido dai propri figli.
Entrambe le azioni hanno previsto un grande investimento nel lavoro di equipe e di coordinamento tra gli esperti e il personale dei servizi, intendendo l’esperienza come una formazione permanente che include tutto il nido (non solo la sezione coinvolta), per alimentare una cultura e un’idea integrata di comunità educativa. Le azioni messe in campo con gli esperti sono state poi rilanciate dalle educatrici della sezione con proposte che riprendono le esperienze realizzate e il glossario.
La progettazione ancora in corso ha messo in luce alcuni punti di forza:
la maggior parte dei bambini ha ripreso alcuni dei vocaboli del glossario emerso nel corso delle esperienze, utilizzandoli in altri momenti all’interno del servizio e a casa con i genitori;
le esperienze effettuate hanno fornito l’occasione di approfondire tematiche educative coinvolgendo le famiglie, tematiche connesse al tema della familiarizzazione con la lingua inglese, in particolare al tema dell’allenamento all’ascolto declinato con azioni educative di diverso tipo;
ha permesso ad alcuni bambini di esplorare differenti modalità interattive, ampliando la propria biografia comportamentale;
ha permesso alle educatrici di riflettere e di ampliare le proprie modalità di ascolto e di connessione con i bambini, aprendo spazi importanti di riflessione sul proprio ruolo educativo;
ha dato maggiore rilevanza al confronto all’interno del gruppo di lavoro, all’osservazione e alla documentazione delle esperienze, con la sperimentazione di strumenti progettuali specifici (es. scheda di osservazione);
le famiglie hanno dato riscontri positivi sia nelle occasioni in cui sono state coinvolte direttamente sia in attività laboratoriali che hanno permesso di viversi delle esperienze interattive di gioco creative ed emotivamente intense;
ha permesso di ripensare, riorganizzare e riflettere sull’organizzazione della giornata educativa, raffinando modalità d’interazione, allestimento degli spazi e scelta dei materiali.