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Sen. Vaccari “Si aiuti l’Area Nord a mantenere il giudice di pace”

giudice-di-paceI Comuni dell’Area Nord, a causa del combinato disposto “emergenza terremoto” e “patto di stabilità interno”, non sono in grado di sostenere le spese di funzionamento dell’ufficio del giudice di pace. Eppure, in un momento così delicato per l’area del cratere, “la vicinanza dei servizi alla popolazione rappresenta un elemento fondamentale per la ripresa e il superamento della fase emergenziale”. A sostenerlo è il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari che, sul tema, ha presentato una interpellanza al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri. Com’è noto, nel 2011 era stata disposta la soppressione di 667 uffici del giudice di pace su tutto il territorio nazionale: tra questi c’erano anche quelli di Mirandola e Finale Emilia. In realtà, veniva fatta salva la possibilità per gli Enti locali interessati, di farsi carico delle spese di funzionamento, compreso il personale amministrativo, e mantenere così il servizio. Il termine per fare domanda è scaduto il 29 aprile scorso e i Comuni modenesi, non avendo le risorse necessarie, non l’hanno presentata. “Eppure, come più volte ribadito nei rispettivi Consigli comunali e con una specifica missiva indirizzata al Ministero della Giustizia, – spiega il senatore Vaccari – sarebbe molto importante che almeno un giudice di pace rimanesse a servizio dei nove Comuni dell’Area Nord“. Tra l’altro, la scadenza prevista dalla normativa generale per l’area colpita dal sisma de L’Aquila è stata differita di tre anni. Ecco allora che il senatore Vaccari chiede al ministro Cancellieri se “non ritenga opportuno prevedere a favore dei Comuni colpiti dal sisma del maggio 2012 la proroga del termine per la presentazione delle richieste di mantenimento delle sedi del giudice di pace” e se “non ritenga di doversi attivare per reperire le risorse necessarie a garantire ai suddetti Comuni il sostenimento delle spese di gestione degli uffici, in considerazione della particolare situazione di difficoltà e disagio che si è venuta a creare a seguito del terremoto”.

















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