Un modello gestionale economico e sostenibile, buon gradimento da parte degli insegnanti, valutazione alta da parte dei genitori: è quanto emerge dalla verifica delle attività svolte nel primo anno di attività dalla Fondazione Cresci@mo, nata nel 2012 per gestire in modo innovativo servizi scolastici ed educativi rivolti alla fascia 0/6 anni. La verifica delle attività della Fondazione è stata sottoposta al Consiglio comunale lunedì 17 giugno, presentata in aula dall’assessore all’Istruzione Adriana Querzè che ha anche chiesto all’Aula di pronunciarsi sul trasferimento in fondazione di un’ulteriore scuola d’infanzia da settembre 2013.
La Fondazione è pubblica in quanto il Comune di Modena è fondatore originario e unico. “La partecipazione dei genitori, nelle forme previste dallo Statuto, connota la Fondazione come un’evoluzione e un arricchimento delle forme di gestione sociale delle scuole che hanno sempre caratterizzato la città di Modena”, ha spiegato l’assessore, che si è poi soffermata sul sistema dei servizi per l’infanzia della città.
A Modena ci sono 53 nidi d’infanzia, di cui 19 comunali e 34 convenzionati. Accolgono in tutto 1784 bambini da cinque mesi a tre anni di età: 956 nei 19 comunali (53,6% del totale) e 828 nei 34 convenzionati (46,4%). Il sistema delle scuole d’infanzia, rivolte ai bambini dai tre ai sei anni, è invece composto da un totale di 63 scuole di cui 18 comunali, 4 della Fondazione, 11 statali, 9 convenzionate e 21 aderenti alla Fism. I frequentanti sono in tutto 4891, di cui il 28,8% nelle scuole comunali, il 6,6% nelle scuole della Fondazione, il 18% nelle statali, il 9,7% nelle scuole appaltate o convenzionate e il 37% nelle scuole della Fism. Le quattro scuole attualmente affidate alla Fondazione sono Fossamonda, Saluzzo, Malaguzzi e Villaggio Artigiano, con un totale di 13 sezioni che accolgono 322 bambini. I 19 nidi e le 18 scuole d’infanzia gestiti direttamente dal Comune danno lavoro a 264 persone (150 al nido e 114 all’infanzia).
“Tutto il personale della Fondazione è assunto con contratto a tempo indeterminato, ha precisato l’assessore Querzè, “e l’offerta formativa è analoga a quella delle scuole gestite direttamente dal Comune”. Il materiale presentato dall’assessore al Consiglio si sofferma inoltre sul dettaglio delle condizioni contrattuali delle insegnanti e illustra mese per mese le attività della Fondazione nel primo anno.
“La verifica del modello gestionale della Fondazione riguarda la valutazione dei costi di gestione annui, comparati con le diverse modalità di gestione, le previsioni di conto economico per il primo anno di attività, e infine il punto di vista di insegnanti e genitori, raccolto attraverso due ricerche”, ha aggiunto Querzè.
La valutazione dei costi, basata su una scuola d’infanzia a 3 sezioni, mostra un risparmio pari all’8,2% per le scuole gestite dalla Fondazione rispetto alle comunali: in un anno, una scuola comunale ha un costo totale lordo di 554mila euro contro i 508mila della Fondazione. La differenza è data dal minore costo del personale insegnante e dei servizi di assistenza e pulizia, mentre le spese generali (relative, ad esempio a gestione delle paghe e consulenza fiscale) risultano maggiori per la Fondazione rispetto al Comune, perché l’esiguo numero di scuole in fondazione non consente risparmi di scala.
Al costo lordo di gestione per la scuola vanno sottratte le entrate da tariffe e i contributi ministeriali, per ottenere il costo netto sostenuto dal Comune. Quest’ultimo risulta così di 438mila euro per una scuola comunale, di 393mila per una scuola della fondazione Cresciamo, di 68mila per una statale, di 336mila per una scuola appaltata e di 72mila per una scuola Fism. Il conto economico per il primo anno di attività della Fondazione è al momento una proiezione basata su dati rilevati al 30 aprile. La Fondazione è stata infatti costituita formalmente l’1 settembre e concluderà il primo anno d’attività il 31 agosto 2013. Le stime presentate dall’assessore prevedono un totale di un milione 373 mila euro di costi complessivi tra personale, ristorazione, servizi ausiliari, assicurazioni, fino alla cancelleria e alle spese varie. I costi sono coperti da corrispondenti ricavi che provengono dai contributi ministeriali e comunali, più le tariffe pagate dai genitori.
PROMOSSA CON “8” DAI GENITORI
I pareri sono stati raccolti con 214 questionari somministrati per email e su carta
Mamme e papà promuovono le scuole della Fondazione Cresci@mo con un giudizio complessivo di 8,4 su 10: è quanto emerge dall’indagine realizzata dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena attraverso 214 questionari, di cui 170 somministrati tramite email e 44 cartacei. La ricerca fa parte degli allegati alla delibera sulla verifica delle attività della Fondazione, sottoposta al Consiglio comunale nella seduta di lunedì 17 giugno.
Hanno risposto 163 mamme, 149 papà e 2 altri familiari. La fascia d’età più rappresentata tra i genitori è quella tra i 36 e i 40 anni e per la maggior parte si tratta di lavoratori dipendenti che hanno un titolo di scuola superiore o più elevato. Ai genitori è stato chiesto di esprimere un giudizio su diverse dimensioni e aspetti; i voti medi ricavati dai questionari vanno dal 7,2 relativo al costo della retta fino all’8,6 su temi come lo sviluppo del bambino, la professionalità del personale, la disponibilità al dialogo. Voti superiori all’8 anche per la parte educativa (8,5), i progressi fatti dal bambino (8,5), l’organizzazione della giornata e l’attenzione alla sicurezza e alle esigenze dei piccoli (8,4). Soddisfazione anche per il menu offerto (8), mentre giudizi ampiamente superiori alla sufficienza, ma più contenuti, si riscontrano in aspetti come gli arredi e le attrezzature (7,7), il calendario di apertura (7,7), le informazioni ricevute al momento dell’iscrizione (7,4), gli spazi e i locali interni (7,3).
INTERVISTATE LE 27 INSEGNANTI
La ricerca è stata svolta a titolo gratuito da Stefano Neri dell’Università di Milano
Un livello elevato di soddisfazione, la percezione di una forte continuità rispetto alla gestione comunale e la capacità, una volta superate alcune difficoltà iniziali, di lavorare per un effettivo miglioramento delle scuole e del servizio. Sono questi, secondo il ricercatore dell’Università di Milano Stefano Neri, i principali aspetti emersi dalle interviste alle 27 insegnanti in servizio nelle 4 scuole della Fondazione Cresci@mo. La ricerca, realizzata a titolo gratuito dal ricercatore che è genitore di un bambino che frequenta una scuola comunale cittadina, fa parte degli allegati alla delibera sulla verifica delle attività della Fondazione, sottoposta al Consiglio comunale nella seduta di lunedì 17 giugno.
Dalle interviste realizzate con tutte le insegnanti in servizio, della durata di circa un’ora e trenta ciascuna, emerge come fattore chiave la stabilità lavorativa: “grazie alla natura privata della Fondazione – si legge nella ricerca – è stato possibile, attraverso procedure a evidenza pubblica, selezionare personale altamente formato che in genere ha maturato ampia esperienza e formazione, spesso fornita dallo stesso Comune di Modena”. L’assunzione in pianta stabile comporta, secondo il ricercatore, un miglioramento dei rapporti con le altre insegnanti, percepite in modo più paritario rispetto al passato. La collaborazione tra insegnanti di diversa provenienza ha consentito di mettere in atto alcune innovazioni, in coerenza con il modello pedagogico delle scuole comunali.
La ricerca si sofferma inoltre sulle condizioni contrattuali, alcune delle quali leggermente peggiorative rispetto ai contratti previsti nelle scuole comunali. Secondo le insegnanti intervistate, accettare un aggravio di lavoro in più (due ore settimanali e la mancata sostituzione nel primo giorno di malattia) è stato “uno scambio assolutamente accettabile se ha favorito o permesso l’assunzione a tempo indeterminato”.
SÌ A TRASFERIRE ULTERIORE SCUOLA
Pd e Sel favorevoli alla delibera con cui il Consiglio esprime anche parere positivo su Cresciamo. Contrari i gruppi di opposizione, tranne Msa e Lega nord che si astengono
Il Consiglio comunale di Modena, oltre a esprimere parere positivo rispetto al primo anno di funzionamento della Fondazione Cresci@mo, è favorevole al trasferimento alla Fondazione di un’ulteriore scuola d’infanzia comunale da settembre 2013. E ha dato mandato alla Giunta di definire le azioni per avviare regolarmente l’attività della scuola che dovrà essere individuata secondo i criteri votati dallo stesso Consiglio lo scorso anno, cioè “considerando il numero degli insegnanti a tempo determinato attualmente presenti in ogni struttura e salvaguardando, ove possibile, la continuità didattica”.
A favore della delibera illustrata dall’assessore all’Istruzione Adriana Querzè nella seduta di lunedì 17 giugno si sono espressi Pd e Sel; contrari Pdl, Udc, Fratelli d’Italia, Modena futura, Mpa, Etica e Legalità; si sono astenuti Movimentosaluteambiente.it e Lega nord
IL DIBATTITO IN CONSIGLIO
Positivo il giudizio della maggioranza, ma per l’opposizione il problema resta
Pacato il dibattito che lunedì 17 giugno ha preceduto la votazione della delibera con cui l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè ha illustrato il primo anno di attività della Fondazione Cresci@mo e ufficializzato l’ingresso di un’ulteriore scuola (favorevole la maggioranza; contrari Pdl, Udc, Fratelli d’Italia, Modena futura, Mpa, Etica e Legalità; astenuti Modenasaluteambiente.it e Lega nord).
Ad aprire la discussione è stata, per il Pd, Ingrid Caporioni che ha evidenziato “la portata innovativa della fondazione alla cui creazione Sel ha lavorato con l’Amministrazione; l’ottima qualità del servizio rilevata dalle verifiche; l’aspetto delle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dalla fondazione, in controtendenza con le attuali politiche del lavoro”. La consigliera ha infine invocato “una battaglia comune a difesa del processo formativo in sinergia con le famiglie”. Per William Garagnani “la fondazione si è innestata nella consolidata storia dei servizi educativi locali e rappresenta l’applicazione del modello virtuoso di Modena: rispondere con un servizio sociale a un bisogno dei cittadini. La fondazione è un esempio di come si possa riformare lo stato sociale in modo virtuoso. Ma questo non toglie – ha aggiunto – che dobbiamo tacere sulle gravi carenze dello Stato”. Rossella Maienza, per la quale “l’idea della fondazione ha avuto il merito di salvaguardare il servizio in tempi di crisi, oltre che di creare posti di lavoro”, ha espresso “l’unica perplessità che la delibera sia sbilanciata sull’istruzione pubblica e non tenga sufficientemente conto che il fiore all’occhiello dell’istruzione modenese è costituito dal sistema misto”, auspicando infine “che la fondazione possa avvalersi anche di scuole Fism”. Giudizio molto positivo sulla fondazione è stato espresso da Cinzia Cornia “per il grado di efficientamento del servizio, il mantenimento dell’alto livello di qualità e la riduzione dei costi, anche se contenuta, finalmente non a scapito dei lavoratori”. La consigliera ha ricordato la genesi della fondazione, nata “per un tentativo sperimentale della Giunta di scongiurare il rischio di non poter garantire a tutti i bambini un posto alla scuola d’infanzia” e ha accennato all’importanza del welfare mix e alle difficoltà in cui versano anche molte scuole Fism della provincia. Soddisfazione anche per Enrico Artioli che ha però invitato a sperimentare di più: “Stiamo progettando una Ferrari ma la usiamo solo fino in quarta, perché questo modello avrebbe potenzialità enormi pensando non a scuole comunali ma a scuole che il Comune cogestisce mettendole a disposizione delle famiglie coinvolte in modo decisivo non come utenti del servizio, ma partecipi alla sua identità”.
Per Eugenia Rossi di Etica e Legalità “occorre trovare soluzioni nuove a un problema ostico, dove la scuola pubblica si è indebolita anche per responsabilità dei partiti, e non sarà Modena a poter risolvere da sola il problema, per quanto ottimo sia il lavoro svolto. Mi sarei stupita che il grado di soddisfazione in fondazione non fosse alto – ha detto – ma i problemi sono legati ai mancati risparmi, oltre al contenzioso con i sindacati, e sono destinati ad aumentare, occorre una profonda riforma del sistema”. E Davide Torrini, capogruppo dell’Udc ha ribadito: “La fondazione è stata fatta per aggirare le difficoltà normative nelle sostituzioni delle insegnanti, un’operazione paravento, e il nostro giudizio di fondo resta negativo; avremmo preferito si razionalizzasse meglio la spesa, ma questo non è più il momento delle scelte strategiche e il tema su come trovare la stessa qualità ma spendendo meno resta in eredità. Oggi, c’era almeno lo spazio per passare due scuole in Fondazione, invece si è optato per una sola e per alcune assunzioni dirette”. È concorde il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi: “Il risparmio rispetto alle scuole comunali è esiguo, soprattutto confrontato con quello che si sarebbe potuto realizzare appaltando all’esterno. Resta aperto il tema su come si fa a garantire il servizio senza gestire direttamente le scuole visto che i tempi non lo consentiranno più. Infine, perché non andare a ricontrattare gli appalti di servizio anche nelle scuole a diretta gestione comunale”.
Invece, per Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it “l’istruzione deve rimanere pubblica e la Fondazione serve a razionalizzare le spese anche se il risparmio, nell’ordine di 46 mila euro, è modesto. Importante è che il controllo rimanga pubblico, non capisco però – ha precisato – perché non dire quale la scuola entrerà in fondazione a settembre, aspetto che, assieme alle proteste dei sindacati, mi fa annunciare l’astensione dal voto”.
In conclusione, il sindaco Giorgio Pighi ha sottolineato che “tutti gli elementi hanno la stessa di dignità nel sistema di welfare mix modenese, a cui siamo arrivati grazie alla dedizione di una serie di amministratori, da Sergio Neri a Sandra Forghieri a Mario Benozzo, animati dalla preoccupazione di garantire un posto alla scuola d’infanzia ai nostri bambini. La soluzione individuata attraverso la fondazione voleva evitare di trovarsi costretti poi a privatizzare come è accaduto altrove e ad un anno di distanza ci sono le condizioni per poter dire che funziona”.