La notizia che Google stia allestendo un database condiviso con associazioni e autorità per combattere la pedopornografia online ed eliminare dal web i contenuti inappropriati, in particolare le foto dei bambini sfruttati sessualmente, sta suscitando clamore in Europa, dove il dibattito fra un Internet assolutamente libero ed invece una Rete che debba sottostare a delle regole, infiamma deputati di varie nazioni. E mentre l’Europa discute, l’America decide.
“Apprezzo il decisionismo di Google”, ha dichiarato l’On. reggiano Tiziano Motti, il deputato europeo del gruppo Ppe che nel 2010 riuscì raccogliere in soli due mesi la maggioranza assoluta dei membri di Strasburgo attorno ad una sua proposta di risoluzione contro la pedopornografia online. “Contrastare comportamenti illeciti, quali l’utilizzo e la vendita di materiale che sfrutta i minori indifesi non ha nulla a che vedere con la libertà di espressione in Internet. Accusare di censura del Web in Europa chi si batte per la legalità e la dignità dei minori è in contraddizione con la ricerca di una rete che sia in grado di promuovere i valori comuni a tutti i soggetti politici, condivisi anche dalle migliaia di persone che nei Paesi della Primavera araba hanno promosso una rivoluzione per la loro vera libertà, affrontando coraggiosamente la politica oscurantista che il regime di quei Paesi deteneva sulla Rete”. Dal 2008 Mountain View utilizza una tecnologia che «etichetta» le foto segnalate per abusi sessuali su minori e consente ai suoi computer di identificare la duplicazione delle immagini senza bisogno che altro occhio umano le veda. Il nuovo progetto riguarda ora un database in cui convogliare questi dati, condiviso con altre compagnie, autorità o associazioni per far sì che queste possano collaborare per individuare, rimuovere le immagini dal web e intraprendere azioni contro i criminali.