Nel corso del pomeriggio di martedì 18 giugno l’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha registrato temperature massime di 33.7°C presso la stazione storica dell’Osservatorio nel torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, in pieno centro cittadino, e di 35.5°C al Campus di Ingegneria di via Vignolese, e pertanto in periferia, con umidità attestata sul 40 % in entrambe le stazioni.
“La circostanza – fa notare il metereologo dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena Luca Lombroso – evidenzia condizioni di caldo afoso, come conferma l’apposito <indice di Thom>, il parametro di riferimento usato dagli esperti, che oggi appunto ha toccato la soglia di 28, un valore oltre il quale la bibliografia ci dice che <La maggioranza della popolazione prova disagio e un significativo deterioramento delle condizioni psicofisiche>. E il caldo afoso già nel pomeriggio ha provocato sporadici temporali di calore in Appennino”.
Si tratta di temperature elevate, anche se negli ultimi anni, complici gli effetti locali del global warming, si sono raggiunti picchi più elevati, sia nel mese di giugno con i 35.7°C in Osservatorio ed i 36.8°C al Campus dello scorso anno e, soprattutto, per quanto riguarda il corso dell’estate, dove si ricorda che sempre nel 2012 abbiamo avuto i 37.3°C in Osservatorio e 39.6°C al Campus di Ingegneria in via Vignolese.
“Il caldo – afferma Luca Lombroso – è arrivato solo apparentemente in ritardo e dopo una primavera molto piovosa ed un fine maggio piuttosto fresco. Il primo <giorno caldo> del 2013 infatti, con una temperatura massima superiore a trenta gradi centigradi, è stato il 14 giugno. E’ pur vero che spesso, dal 2000 in poi, temperature superiori a trenta gradi si erano toccate già in maggio, ma anche nel 2011 il primo <giorno cado>, presso l’Osservatorio fu registrato il 16 giugno (vi era però stato uno straordinario 30°C super precoce, ad aprile) e nel 2008 il 20 di giugno”.
Partito in sordina e molto atteso, il caldo è ora aumentato e sebbene non da record, a livelli piuttosto anomali per la seconda decade di giugno e, in genere, per questo mese. Le temperature odierne fanno notare gli esperti dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena erano, fino al 2000, relativamente poco frequenti a giugno, una volta ogni 7-8 anni.
Previsione. Il gran caldo non durerà a lungo. Infatti, l’anticiclone che lo ha causato, di matrice mediterranea con solo un parziale contributo africano, cederà da giovedì 20 giugno sotto l’avanzare di un fronte freddo temporalesco. Va detto che, in Emilia, le temperature resteranno alte ancora per un paio di giorni, anche se questo aumenterà la possibilità di qualche temporale di calore. Poi, da venerdì 21 giugno, avremo un generale calo delle temperature. Il fine settimana si prospetta variabile e ventilato con qualche probabile rovescio temporalesco di durata limitata tanto da lasciare spazio ad ampi sprazzi di sole e temperature gradevoli. Le massime attese saranno attorno a 26-28°C, ovvero coerenti con quelle medie del mese di giugno.. almeno a prima del global warming!.