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Presentata questa mattina la ‘Tavola di Bisanzio’ del Comune di Baiso

tavola-bisanzioE’ stato presentato questa mattina, con una conferenza stampa in Provincia, il programma culturale di rievocazioni storiche organizzato anche quest’anno dal Comune di Baiso in collaborazione con la Sezione di Reggio Emilia della “Deputazione di Storia patria per le antiche Province modenesi”.

“Un’immersione nelle atmosfere medievali – ha esordito Alberto Ovi, sindaco del Comune di Baiso – un tuffo negli antichi sapori e un ritorno alle idee del tempo con richiami storici e culturali di altissimo livello. La nona edizione della Tavola di Bisanzio farà di Baiso la capitale dell’Impero Bizantino fatta rivivere in ogni suo aspetto, con numerose iniziative e appuntamenti, per un realistico e concreto ritorno ai tempi dei regnanti Giustiniano e Teodora”.

Ad aprire il calendario degli eventi, sabato 29 giugno dalle ore 17, nell’incantevole cornice del Castello di Baiso, il convegno storico-culturale “Bizantini in Appennino” tratterà studi e approfondimenti di respiro internazionale.

Coordinato da Gino Badini, presidente della Sezione di Reggio Emilia della Deputazione di Storia patria per le antiche Province modenesi “il convegno, per la prima volta definito tale dopo l’esperienza delle tre precedenti edizioni de “La Tavola rotonda” – ha sottolineato il prof. Badini – rappresenterà quest’anno un momento di notevole approfondimento storico, grazie al prestigio e all’autorevolezza di illustri studiosi nel ripercorrere peculiarità e curiosità della presenza bizantina nei nostri territori”.

Relatori d’eccezione, l’architetto e storico dell’arte Claudio Giumelli, la dottoressa Elisa Tosi Brandi, impegnata in Studi medievali all’Università di Bologna, il professor Paolo Gherri, docente di Teologia del diritto canonico presso la Pontificia Università Lateranense, e Nicola Bergamo, ricercatore storico alla “Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales” di Parigi, che ha portato gli studi bizantini in giro per il mondo dagli Stati Uniti a Belfast, illustreranno le tradizioni bizantine nel territorio baisano sotto il profilo della ricerca storica oltre che sotto l’aspetto turistico ed enogastronomico.

Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’avv. Franco Mazza, cittadino di Baiso nonché promotore e grande sostenitore dell’iniziativa insieme a un gruppo di Cittadini che si sono uniti spontaneamente a esperti e studiosi per realizzare questo importante progetto di ricerca sulla presenza dei Bizantini in Appennino a cui viene aggiunto un tassello ogni anno.

Giuliano Caselli, assessore al Commercio Turismo e Scuola del Comune di Baiso, ha quindi presentato il ricco programma di iniziative previste per le giornate di sabato 13 e domenica 14 luglio: due giorni all’insegna di rievocazioni che consentiranno di respirare le atmosfere del mondo bizantino e toccarne con mano rituali e quotidianità.

Ad animare le vie del paese ci sarà l’Antico Mercato Medievale affollato da artigiani che riproporranno le scene di una vita anticamente vissuta all’insegna delle arti e dei mestieri.

La Compagnia “Emporium Athestinum” ricostruirà la produzione di una cartiera che, dal 1300, realizzava fogli di carta trasformando stracci tramite attrezzature e metodi tramandati dai maestri cartai Fabrianesi.

Sarà inoltre possibile ammirare la sapiente e paziente arte dell’intreccio e del ricamo, “importata” dal lontano Oriente dai marinai genovesi e trasformata in forma di abbellimento dei tessuti con la sola abile maestria delle mani.

Ci sarà spazio anche per gli antichi giochi per i bambini realizzati grazie alla semplicità unita a alla saggezza.

L’immancabile Lorenciotto, giullare, mangiafuoco, cantastorie e abile spadaccino, saprà intrattenere con poesie d’amore, sfide a duello e giochi col fuoco.

Uno sguardo al magico mondo della falconeria con la presenza di rari e affascinanti rapaci, insieme a quello fatto di precisione e allenamenti di arcieri e balestrieri che si sfideranno in esibizioni e gare di tiro con l’arco aperte al pubblico.

“La Tavola di Bisanzio” sarà arricchita dalle performance dei musici e degli sbandieratori della “Contrada della Corte”, storico gruppo fondato nel 1985 che unisce alla vivacità musicale medievale la spettacolarità del maneggio delle bandiere, senza dimenticare l’emozionante viaggio sensoriale garantito dalla miscela di musica, danza e atmosfere sognanti dello spettacolo del fuoco.

Infine una particolare attenzione sarà dedicata anche al piacere del palato che potrà soddisfarsi con la tradizionale cena bizantina a base di carne di pecora e con le specialità gastronomiche del Mercato Regionale Italiano, per la prima volta presente alla festa.

Alla manifestazione parteciperà anche una nutrita delegazione proveniente dal Comune di Marly in Francia con cui Baiso è gemellata.

Un programma ricchissimo, dunque, che suona come una sfida dell’Amministrazione Comunale di Baiso impegnata a combattere le difficoltà della crisi con un vero e proprio gesto d’amore per le tradizioni, la storia locale e il territorio.

Un atto di rispetto per conservare il ricordo del passato, farlo rivivere nel presente e consegnarlo come identità intramontabile alle generazioni future.

La tavola di Bisanzio 13 e 14 luglio 2013

La tavola di Bisanzio è un evento culturale che, partendo dalla geografia e dalla storia del territorio di Baiso e dell’Appennino Reggiano, ne raccoglie le testimonianze, le studia, le “mette in valore” per restituire ai luoghi e agli uomini che li abitano, la coscienza di sè e l’orgoglio del proprio passato.

Qui, in questa parte di Appennino Reggiano, c’è un monte che si chiama Valestra, citato da Virgilio, per via di una bella leggenda che racconta di un tesoro difeso da un gigante di nome Balista; e ci sono terre ricordate da Livio e da Paolo Diacono nelle loro Historie che narrano di eserciti romani alla conquista dell’Appennino. Lungo il crinale di questo monte e poi giù giù lungo la valle del Tresinaro, passava il limes che segnava il confine tra il castrumVerabulum (Bizantino, che faceva capo a Ravenna) e il castrum di Bismantova (che faceva capo ai Longobardi). Per due secoli almeno, (VII e VIII d.c.) nel cuore del medioevo più alto e più profondo, si sono “fronteggiati” (ma anche riconosciuti e intrecciati) due popoli e due civiltà. Nelle terre del Verabolo i Bizantini hanno lasciato la loro storia e i loro nomi, i loro templi e i loro santi (San Vitale), i loro soldati e i loro figli, ma anche i loro usi e i loro gusti (l’allevamento della pecora, la pastorizia).

Una piccola ma precisa e ben riconoscibile identità. Qui la civiltà di Bisanzio ha lasciato i suoi sapori e in questi luoghi, unici in Appennino, ancor oggi a distanza di dodici secoli si consuma abitualmente carne di pecora.

Per questo “La Tavola di Bisanzio” è innanzi tutto un banchetto, una tavola apparecchiata, generosa e cordiale: con i rosticcini e le costine di agnello, la pecora bollita e il caratteristico violino, stagionato nelle cantine, le profumatissime barzigole, preparate per tempo in una concia antica.

Ma “La Tavola di Bisanzio” è anche un convito, proprio alla maniera del Convivio di Dante, una “tavola rotonda” di saperi e di studi, un luogo di ricerche e di piccole scoperte, un’occasione di dialogo e di raccolta di ogni utile testimonianza. In sostanza un richiamo per chi ha, come noi, qualcosa di Bisanzio nella storia e nel cuore. Dalle pergamene e oltre le pergamene, dalle scoperte archeologiche e oltre le scoperte archeologiche: i ristoratori della valle del Tresinaro accompagneranno i visitatori alla riscoperta dei piatti di pecora adulta e delle ricette rare a cui gli abitanti (uomini e donne) sono rimasti fedeli per generazioni. Gli studiosi potranno aprire prospettive nuove sui secoli di un medioevo pressoché sconosciuto, di cui questi luoghi di Appennino sono stati teatro.

Sapori e saperi, perché l’identità di una terra passa attraverso la storia dei suoi cibi, il piacere di ritrovarli e le parole che li raccontano.

 

 

















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