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Eros e dintorni per il FestivalFilosofia 2013

FestivalFilosofia2013Un concetto chiave della tradizione filosofica e una questione cruciale dell’esperienza contemporanea. È “amare” il tema dell’edizione 2013 che si svolge a Modena, Carpi e Sassuolo dal 13 al 15 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 184 mila presenze, è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Roberta de Monticelli, Roberto Esposito, Umberto Galimberti, Michela Marzano, Salvatore Natoli, Vincenzo Paglia, Giovanni Reale, Stefano Rodotà, Chiara Saraceno, Silvia Vegetti Finzi e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Interverrà anche Philippe Daverio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un quarto del totale, a segnare un’edizione fortemente internazionale: tra loro i francesi Luc Ferry, Michel Maffesoli, Anne Dufourmantelle e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; l’americano Jeremy Rifkin; i tedeschi Peter Sloterdijk e Christoph Wulf; il polacco Zygmunt Bauman, da quarant’anni esule in Inghilterra, in duetto con Aleksandra Jasinska-Kania; la sociologa Eva Illouz, marocchina di nascita, francese di formazione e infine trapiantata in Israele; lo spagnolo Manuel Cruz, il greco Stavros Katsanevas.

I maestri del pensiero che il festivalfilosofia porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee dell’amore. Le piste di lavoro che saranno battute nel programma delle lezioni includono le “potenze dell’anima” (con il rapporto tra emozioni, passioni ed empatia), l’amore “transitivo” o “intransitivo”, che sottolinea il riconoscimento nella relazione o viceversa il narcisismo affettivo, le “politiche dell’amore”, che mostrano la centralità della relazione agli altri nella sfera pubblica, e le “figure dell’amore”: miti, racconti e immagini sul carattere inesauribile e talvolta paradossale dell’esperienza amorosa. Senza dimenticare che la filosofia in quanto tale è essa stessa una forma d’amore.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema dell’amore, da Platone ad Aristotele, dal Cantico dei cantici alle opere di Agostino, da Spinoza e Smith, passando per lo snodo ottocentesco con Kierkegaard e Schopenhauer, fino alle elaborazioni novecentesche di Lacan e Foucault, con in più un fuori pista comparativo sul pensiero cinese tradizionale.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge narrazioni e le performance, la musica i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.

Oltre 20 le mostre proposte in occasione del festival: tra cui una grande retrospettiva dedicata al fotografo americano Walter Chappell, una mostra sui temi amorosi nei dipinti del Barocco emiliano, una su John Lennon artista visivo e performer e una di figurine sulla meraviglia dell’amore, l’esposizione in prima assoluta dei corpi di due amanti rinvenuti in una tomba d’epoca romana e le xilografie di Mimmo Paladino.

E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i circa settanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 15 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

UN LESSICO DEL DISCORSO AMOROSO

Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di ragione e passioni, amori transitivi e intransitivi, politiche dell’amore e sue figure. Senza dimenticare che la filosofia in quanto tale è una forma d’amore

La trama delle lezioni magistrali mirerà soprattutto a mostrare come alle grandi “trasformazioni dell’intimità” che segnano il nostro tempo – e a cui han posto mano epocali rivoluzioni politiche e sociali, scientifiche e (bio) tecnologiche – abbia corrisposto un imponente lavoro teorico volto a riformulare all’altezza del presente l’intera dotazione concettuale che ruota intorno all’amare.

Due millenni di società patriarcale e di contenimento delle emozioni paiono infatti allentare la presa sulle coscienze, “liberando” un paesaggio largamente imprevisto dove i ruoli si sono trasformati, molteplici generi cercano riconoscimento e diritti, nuove forme di famiglia sperimentano equilibri più avanzati, la sfera sessuale separata dal concepimento consente forme impensate di godimento e i media digitali inaugurano strategie inedite di incontro, mentre una diffusa erotizzazione possessiva mostra la presa del mercato anche sull’economia del desiderio, segnalando il suo portato di nuove solitudini, crudeltà e asservimenti.

Lo scarto tra la velocità del cambiamento – che si presenta anche come profondo solco generazionale – e le risorse concettuali e simboliche di cui i singoli dispongono per elaborarle nella propria esistenza e le società per inscriverle nelle istituzioni e nel senso comune, ha potuto sollevare una vasta inquietudine davanti alle forme contemporanee dell’amore che sarebbe in pericolo e domanderebbe di essere, di volta in volta, difeso o reinventato.

Il lavoro dell’edizione si prefigge di contribuire a colmare questo divario, convocando i protagonisti che hanno lavorato a ripensare non solo l’intima struttura dell’io, riformulando il rapporto tra le forze che lo attraversano e segnalando il carattere costitutivo della relazione con l’altro, ma anche le connessioni che innestano l’amore nello spazio più ampio della polis e delle istituzioni, giungendo a rivedere opposizioni inveterate, a riformulare il senso del lessico comune e delle sue figure, ad avviare una nuova carriera per virtù antiche e a sostenere quella di categorie esordienti.

Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci dove si confronteranno prospettive filosofiche plurali e anche divergenti.

 

1. Le “potenze dell’anima”

Il primo nucleo di questioni concerne la preliminare definizione delle forze in campo e convocherà le principali strategie teoriche volte a “riabilitare le passioni” mettendone in luce il carattere di costituenti della coscienza (come farà Remo Bodei, presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festival filosofia) o della ritualità collettiva, nella prospettiva proposta da Christoph Wulf: in ogni caso sottraendole al conflitto frontale con l’ordine razionale che a lungo ha costituito la premessa per negare loro significatività, o comunque discutendo criticamente il ritorno delle emozioni sulla scena pubblica, come faranno Roberto Esposito e Roberta de Monticelli. Un’incursione comparativa in ambito cinese, quella di Paolo Santangelo, mostrerà una configurazione categoriale alternativa nel rapporto tra il pensiero e le emozioni mentre il dibattito tra Fernando Ferroni e Stavros Katsanevas mostrerà come le passioni attraversano la ricerca scientifica.

A un diverso schema della vita della coscienza viene dato oggi il nome di empatia. Ne verranno presentate le principali versioni, filosofiche e “globali”, attente di volta in volta al suo carattere fondativo dell’intera vita della mente (discusso da Laura Boella) o alle sue implicazioni antiutilitariste capaci di supportare una “coscienza biosferica”, come nella proposta di Jeremy Rifkin.

 

2. L’amore transitivo

Il secondo nucleo di questioni condensa le prospettive che dell’esperienza ambivalente dell’amore privilegiano il lato di apertura verso l’altro, sottolineando la possibilità e le condizioni di simmetrico riconoscimento

La triade classica di eros, agape e philia verrà quindi percorsa nelle sue principali riletture contemporanee che mirano a ricomporre la distanza tra amore di possesso e amore donativo, tra carne e spirito, amicizia e solitudine, le une facendo leva sulla concreta dimensione erotica come via transitiva verso l’altro (secondo la prospettiva “dionisiaca” di Michel Maffesoli), le altre – rappresentate da Nicla Vassallo – sull’incerta corrispondenza tra sesso e genere. Il ravvicinamento tra soggetti insito nell’esperienza dell’amicizia sarà viceversa al centro della lezione di Salvatore Natoli.

Il suo carattere di “alleanza non contrattuale” farà segno, con Piero Coda, alla Trinità d’amore cristiana fondata sull’elezione da parte del Padre, per altro verso rinvierà alle esigenze di fedeltà intrinseche nella relazione d’amore intesa come spazio di accoglienza e di condivisione, secondo la prospettiva di Michela Marzano. In questa prospettiva l’avvento del “matrimonio d’amore” apre dunque l’inedita possibilità di un compiuto umanesimo (argomento della lezione di Luc Ferry).

La stessa categoria di cura, maturata all’interno del pensiero femminista, verrà riletta da Elena Pulcini in termini di manifestazione concreta e simbolica dell’essere-con-l’altro, costeggiando la tematica del dono ed estendendosi dalla sfera privata a quella pubblica e politica.

 

3. L’amore intransitivo

Specularmente, la sezione su “l’amore intransitivo” insegue l’oscillazione di Eros laddove manifesta la sua disposizione distruttiva e possessiva (come nel caso dell’amore assoluto di donne che amano troppo discusso da Maria Bettetini) o dove resta incagliato nelle proprie proiezioni fantasmatiche senza cogliere l’amato come soggetto, tema di cui tratterà Marco Vozza. Dove ferisce o gira a vuoto, preda comunque di attrazioni che si rivelano fatali (ne parlerà Remo Bodei).

Grandi diagnosi di matrice sociologica o antropologica vi porteranno uno sguardo “da fuori” che chiama in causa il carattere complessivo della Modernità capitalistica insistendo tanto sul suo ruolo nella fragilizzazione dei soggetti e dei legami amorosi (in un inedito “duetto” tra Zygmunt Bauman e Aleksandra Jasinska-Kania), quanto sui suoi effetti in termini di nuove solitudini e infelicità, su cui si soffermerà Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festivalfilosofia. Per contro, nella prospettiva presentata da Maura Franchi, la realtà ipermoderna delle relazioni online sembra segnalare una possibilità inedita, e a doppia faccia, di esprimersi come soggetti di desiderio. Una generalizzata “incompetenza” affettiva, come mostrerà Eva Illouz, marcherebbe comunque l’amore contemporaneo, segnalando la necessità di ricostruirne grammatiche, sintassi e rituali, anche per fare fronte alla tensione che il discorso della libertà individuale introduce nell’esperienza del tradimento (come argomenterà Gabriella Turnaturi) e per ricostruire significati socialmente condivisi per l’esperienza dei congedi amorosi (tema di Franco La Cecla).

Su un piano più strettamente psicologico, uno sguardo “da dentro” – affidato a Umberto Galimberti – verterà sul carattere costitutivamente eccessivo del rapporto erotico, che spossessa il soggetto portandolo verso il limite dell’indicibile.

 

4. Le politiche dell’amore

Gli innesti dell’amore nella sfera pubblica e nell’ethos comune assistono al protagonismo di concezioni connesse alla logica incalcolabile del dare, presentando una visione ottimistica del legame sociale.

Centrate sugli usi pubblici della compassione o della generosità volontaria (quest’ultima discussa da Peter Sloterdijk) queste posizioni alimentano anche le proposte di revisione del welfare in termini di “economia sociale”, come nelle proposte di Stefano Zamagni.

La rinuncia unilaterale ad esercitare il calcolo degli interessi costeggia parimenti la sfera della giustizia: dalla ripresa del concetto cristiano di agape, promossa da Vincenzo Paglia, all’uso della risorsa cicatrizzante del perdono per fondare una giustizia riconciliativa e trovare un varco tra clemenza e vendetta, come nei casi discussi da Pier Paolo Portinaro.

Costitutivamente luogo di oblazione e disinteresse, l’istituto della famiglia conosce nella tarda modernità una crescente pluralizzazione di forme, analizzate al festival da Chiara Saraceno, legate alle corrispondenti vicende del matrimonio, preso tra le sue molteplici trasformazioni sul piano giuridico (di cui si occuperà Stefano Rodotà) e il crescente tasso di separazioni coniugali con le loro conseguenze affettive, oggetto della lezione di Silvia Vegetti Finzi.

Tali mutamenti, come mostrerà l’intervento di Cristina Bianchetti, incidono anche sulle pratiche dell’abitare, modificando le pratiche di consumo degli spazi di vita all’insegna di una diversa configurazione tra pubblico e privato che determina nuove modalità di condivisione anche nei contesti domestici.

 

5. Le figure dell’amore

Rispetto al grande lavoro del concetto, i tratti inquieti e indecidibili dell’amore trovano espressione forse anche più perspicua in influenti “figure” – miti, racconti, immagini – che non cessano di segnalarne la natura ambivalente, il non poter essere unione senza separazione, appropriazione senza perdita, appagamento senza insoddisfazione, vita senza morte. Così per il centauro, che in quanto ancestrale rimosso animale è matrice della natura scissa dell’identità maschile, come mostrerà Luigi Zoja, o per il Don Giovanni, incarnazione del negativo secondo la lettura filosofica di Umberto Curi. La sezione “figure dell’amore” chiama in causa il pensiero e l’immagine, tra sacro e profano, repertorio iconografico ricostruito da Philippe Daverio.

 

6. La philo-sophia

E la philo-sophia? Come intendere ancora il tratto erotico che la connota fin dalle origini? L’interrogazione attraverserà l’intero programma, condensandosi specificamente in nuove riflessioni rivolte a comprendere che tipo di amore essa sia e per quale tipo di sapere (come farà Massimo Cacciari), nonché a discutere la relazione specifica tra sfera sessuale e filosofia (come nell’intervento di Anne Dufourmantelle). L’amore pensato e quello vissuto da parte dei filosofi di professione sarà tema della lezione di Manuel Cruz.

 

7. La lezione dei Classici

Completerà il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”, secondo la formula sperimentata con successo a partire dal 2009: grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema dell’amare.

La riflessione sull’origine di Eros condensata nel Simposio di Platone verrà commentata da Giovanni Reale, mentre Enrico Berti, in una lezione dedicata all’Etica Nicomachea di Aristotele, ricostruirà lo statuto dell’amicizia come virtù politica. Enzo Bianchi si dedicherà all’amore umano e terreno, sospeso tra silenzio e lingua liturgica, che caratterizza il Cantico dei Cantici, mentre la costruzione dell’ordine cristiano dell’amore verrà ripercorsa da Remo Bodei, interprete delle Confessioni di Agostino.

L’avvento di una moderna filosofia della beatitudine terrena, di cui è esempio l’Etica di Spinoza, sarà ricostruito da Paolo Cristofolini, mentre Eugenio Lecaldano, commentando la Teoria dei sentimenti morali di Adam Smith, farà vedere un importante antecedente dell’attuale discussione su emozioni, immaginazione e compassione.

Due testi classici cruciali per la declinazione ottocentesca del tema dell’amore sono il Diario del seduttore di Kierkegaard (commentato da Virgilio Melchiorre) e Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, la cui Metafisica dell’amore sarà analizzata da Sossio Giametta.

In una lezione sul Seminario di Lacan, Massimo Recalcati discuterà forse la più influente prospettiva novecentesca sulla trascendenza del desiderio. Viceversa, Mario Galzigna esaminerà le strategie di reciprocità ricostruite nella Storia della sessualità di Michel Foucault.

 

MOSTRE, SPETTACOLI, MUSICA E GIOCHI PER RACCONTARE L’AMORE

Un nutrito programma di eventi affianca le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 13 al 15 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo. Gli appuntamenti, tutti gratuiti, parlano d’amore attraverso immagini, musica e narrazioni con molte proposte pensate per i più piccoli

 

Un vasto programma artistico arricchisce il cuore di lezioni magistrali del festivalfilosofia. Dal 13 al 15 settembre Modena, Carpi e Sassuolo declinano il discorso amoroso attraverso le varie forme dell’espressione artistica e culturale, individuale e collettiva. Un viaggio ricco e sorprendente che mette in mostra, in musica e in scena i diversi volti dell’amore.

Potenza trasformatrice

Bellissimo tra gli dei, Eros fu il primo nato, colui che si differenziò dal caos primordiale attraverso la Terra dall’ampio seno. Tutto da lui fu generato. Tracce di Amore come potenza generatrice e metamorfica che trascende l’umano e lo connette al cosmo si ritrovano in numerose espressioni dell’arte contemporanea.

Così Eternal Impermanence, la mostra retrospettiva di Walter Chappell (1925 – 2000) che Fondazione Fotografia, con la cura di Filippo Maggia, dedica a uno dei protagonisti più controversi della fotografia americana del XX secolo, la cui opera, intensamente provocatoria, è rimasta a lungo celata. Mosso da una vivace curiosità e da una spinta rivolta all’avanguardia, Chappell indaga con la fotografia i rapporti fra i viventi, le multiformi creazioni della natura, all’insegna della celebrazione dell’amore come energia trasformatrice che regola il cosmo e della vita come flusso ciclico (Modena, ex Ospedale Sant’Agostino).

Tele e teche, superfici cromatiche disposte entro equilibri formali di rami contorti e teatrini in scatola dove viene messa in scena la prigionia di veri tronchi presentano la poetica intima e cosmica di un altro artista singolare e appartato. La mostra Potenze generative, curata da Massimo Cotto e Marco Mango, ospita opere di Vittorio Buratti appartenenti a diversi cicli paralleli nei quali si esprime una caparbia intuizione eraclitea: il cosmo è instabile e continuamente si trasforma, ma le linfe generative, i succhi vitali – quando anche si spingano fino al limite entropico – non cessano di creare e rigenerare. (Modena, Galleria 42 contemporaneo)

Anche la forma umana conserva un inquietante e immemore traccia di sapore fibroso e vegetativo. L’esposizione Simbiosi post-organiche esplora il territorio di confine tra organico e virtuale, l’oscillazione tra Natura e Tecnica: i disegni a radiograph di Enrica Berselli illustrano le mutazioni corporee di creature dall’anatomia alterata che – nel medium della tecnica – risalgono a una vitalità ancestrale e incosciente. Viceversa, Do the Mutation espone prototipi di maschere realizzate da stampanti in 3 D come forme di fibre post-organiche a matrice polimerica. (Modena, Galleria Emilia Ruvida)

Principio trasformatore, Amore non si sottrae alle proprie regole e, gesto dopo gesto, si consuma e si sottrae. L’azione artistica Sottrazioni. L’amore sotto torchio impegna il collettivo Bif in sequenze di gesti, di segni, di graffi su tavolette da incisione. In un moto faticoso e ossessivo di sottrazioni violente, ripetute, le immagini dell’amore mutano, fino a lacerarsi o scomparire. (Modena, Galleria Under House)

 

L’amore transitivo

Esperienza in cui si rivela possibile un simmetrico riconoscimento tra soggetti, l’amore transita nelle relazioni innervandole di felicità e fedeltà, ma anche di languore e tormento, sempre però nel segno dell’apertura verso l’altro.

Mano nella mano, in un gesto di tenerezza coniugale che contrasta con lo scenario di violenza che li circonda: due corpi rinvenuti in una tomba romana della Mutina del VI secolo d.C. sono emblema di un amore che si incarna nell’apertura verso l’altro e nello stringere una relazione che, in questi reperti esposti in prima assoluta, ha letteralmente oltrepassato la morte. Curano la mostra Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Laboratorio di Antropologia Archeologica del Dipartimento di Conservazione dell’Università degli Studi di Bologna (sede di Ravenna) (“Mano nella mano”, Modena, Palazzo dei Musei, Lapidario Romano).

Del resto l’amore è l’unica cosa di cui si ha bisogno, come cantava uno dei più classici pezzi dei Beatles, il cui leader John Lennon è presentato nel suo multiforme talento di artista visivo e performer nella mostra prodotta da Galleria Civica e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ruoterà attorno alle litografie di Bag One, la cartella regalo di nozze di John per Yoko Ono (“All you need is Love”, Modena, Galleria Civica, a cura di Enzo Gentile, Marco Pierini, Antonio Taormina).

Alle tribolazioni d’amore nelle loro varie fasi – dal corteggiamento fino agli esiti, fausti o infelici – sono dedicate innumerevoli illustrazioni di figurina, galanti o impudenti. Più di 300 immagini, che a volte inteneriscono e a volte stupiscono, sono in mostra presso il Museo della Figurina (Modena, Palazzo Santa Margherita, a cura di Maria Giovanna Battistini con Paola Basile e Thelma Gramolelli).

Non sempre felice, la relazione d’amore è fatta anche di commiato, attesa, perdita, lacrime, come in molte delle “Xilografie” esposte da Mimmo Paladino in un dialogo tra antico e contemporaneo presso il Palazzo dei Pio, con la cura dei Musei di Palazzo Pio (Carpi, a cura di Enzo Di Martino e Manuela Rossi).

Nel campo dei tormenti d’amore l’Ottocento è il secolo per antonomasia, con le lacrime e gli strazi che trovano nel melodramma il registro più consono. Una rivisitazione ironica e ammirata di arie verdiane, con improvvisazioni jazz, caratterizza in questa chiave il programma di “Viva Verdj”, a cura della Fondazione Gioventù Musicale Italiana – sede di Modena (Modena, Chiesa di San Carlo, domenica 15 settembre, ore 21).

Il rimando continuo tra la transitività dell’amare come relazione che passa attraverso i soggetti e la sofferenza d’amore fatta di “cose amare” è al centro del duetto tra immagine e testi messo in opera da Stella (Stefania Gagliano) e Giulia Barsuola nella mostra “Farfalle e gastriti” (Modena, Galleria ArtEkyp).

Analogo, intimo dialogo tra immagini e testo, frutto di lunga elaborazione artistica e di rara maestria nella progettazione editoriale e realizzazione a stampa, è quello tra l’arte di Luca Leonelli e le poesie di Arturo Schwarz, di cui la Biblioteca Poletti espone svariate opere nella mostra “Ars Amandi” (Modena, Biblioteca Poletti, Palazzo dei Musei, a cura di Carla Barbieri e Francesca Morandi).

Il poeta Emilio Rentocchini tocca tutte le corde dell’amore in “Del perfetto amore”, un reading di versi di genere amoroso accompagnato da Claudio Ughetti, che toccando i tasti della sua fisarmonica converserà musicalmente con il lettore (Sassuolo, Biblioteca Cionini, venerdì 13 settembre, ore 21).

Declinazioni e variazioni sul tema, ispirate dalle storie d’amore del grande cinema classico (da Man Ray e Godard, da Truffaut a Bergman, Visconti e Wenders) sono anche quelle di “Sull’amore”, concerto jazz con proiezioni frutto della collaborazione tra Rita Marcotulli, Cristina Spelta, Luciano Biondini e Javier Girotto (Sassuolo, Teatro Carani, domenica 15 settembre, ore 21).

L’amore transita perfino tra specie diverse, come nella fiaba “Lupus in fabula” rappresentata nelle tavole di Laura Serri, la storia di una travolgente passione tra una cerbiatta e un lupo fatta di litigi e riappacificazioni cicliche come le stagioni (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura della Biblioteca dei ragazzi Leontine).

Materia tra le materie, gli umani sono soggetti alla gravitazione, preda dell’attrazione. Ribaltando la prospettiva, le forze fisiche del mondo naturale, così come i processi chimici, sono plasmate da attrazioni e repulsioni, amori e odi, che accomunano atomi e individui, cellule e persone. Svariati laboratori a cura di Rossella Brunetti, Carlo Jacoboni, Eric Pascolo (del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia) condurranno il pubblico alla scoperta sperimentale di questi “Legami invisibili che danno forma all’universo” (Biblioteca Delfini, venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dalle 15 alle 20).

 

Grammatiche amorose

La vita emotiva, fino a tempi recenti, era strutturata da grammatiche di valori e quadri culturali che ancoravano la scelta individuale a precise modalità di comportamento. Corteggiamenti, dichiarazioni, corrispondenze si articolavano come variazioni sul tema di un vero e proprio galateo amoroso.

“Il segretario galante. Come scrivere una lettera d’amore di sicuro successo” rinnova la modalità di fine Ottocento quando queste istruzioni aiutavano innamorati impacciati a esprimere con garbo i propri sentimenti. Nel laboratorio del Museo basterà comporre la propria lettera con modelli di frasi predisposte: la bozza verrà elaborata creativamente, con forme fustellate, carte preziose e inserendo immagini retrò tratte dal patrimonio del Museo (Modena, Museo della Figurina, a cura di Elena Bergonzini, sabato 14 e domenica 15 settembre, dalle 16 alle 18).

Per scriversi non è peraltro necessario abitare a grandi distanze, poiché la corrispondenza d’amore intensifica il desiderio, corrobora i cuori, costituisce un piacere in sé. Due giovani fidanzati carpigiani di primo Novecento, Rosina ed Emilio, abitano lo stesso quartiere, ma per dieci anni si scambiano billets doux pieni di sospiri e promesse. Conservati come reliquie romantiche in una scatola di latta e solo ora ritrovati, sono esposti nella Torre del Palazzo dei Pio assieme ad una installazione che ne rielabora creativamente la sostanza sentimentale (“Corrispondenza d’amorosi sensi”, Carpi, Torre dell’Uccelliera, a cura degli Istituti culturali comunali).

L’amore si dichiara e si scrive anche nel momento estremo, prima del congedo definitivo. Gli autori di Barabba-blog danno voce ad alcune delle Lettere di condannati a morte della Resistenza europea dove l’approssimarsi della morte rende più intense e preziose le testimonianze di amore imperituro (“Il mio ultimo pensiero è per voi”, a cura di Fondazione Ex Campo Fossoli, Carpi, Ex Campo di concentramento di Fossoli, sabato 14 settembre, ore 14).

Nel galateo amoroso, la dichiarazione poteva assumere anche la forma pubblica della serenata, complici la musica e il gruppo degli amici. “Affacciati al balcone: serenate di strada” propone all’imbrunire brevi scene musicate di strada che si alimentano nel grande archivio della letteratura europea e sono pronunciate con lo sguardo all’insù, verso finestre e veroni in ascolto (a cura di Sara Gozzi, Teatro Comunale e Istituto Musicale Vecchi-Tonelli, Carpi, sabato 14 e domenica 15 settembre, ore 19,30).

Anche le narrazioni sentimentali di carattere pop avevano le loro grammatiche fatte di putti, dame sospirose, giovani timidi, lacrime impetuose, rossori e batticuori. La mostra “Per filo e per segno”, di Vittoria Facchini, ne ripresenta le immagini come in un vero e proprio alfabetiere realizzato con lapis e fili colorati. (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura di Biblioteca dei ragazzi Leontine).

 

Amore intransitivo

Amore può anche essere una passione senza reciprocità, chiusa nella sfera narcisistica dell’io, dove l’altro resta una mera proiezione di fantasmi della mente e può divenire oggetto di violenze e crudeltà.

Maniacale e ossessiva è l’immaginazione tormentosa della gelosia che muove il protagonista comico e pazzoide de Il serpente di Luigi Malerba, romanzo straordinario e dimenticato da cui leggerà Ermanno Cavazzoni (“Il tormento della gelosia”, Carpi, Cortile di Levante, domenica 15 settembre, ore 21).

Parimenti i versi di Lezione d’amore o le Quartine nel reading di Patrizia Valduga dicono senza reticenza l’allucinata fantasia e le intime metamorfosi di una sopraffazione erotica al tempo stesso naturale e inaudita. (Modena, Palazzo Santa Margherita, sabato 14 settembre, ore 21).

Armi bianche, martelli, trappole per topi, valigie piene di spine calcinate, tutto ciò che taglia, penetra, fracassa. “Love Kills”, di Dellaclà, per la cura di Luiza Samanda Turrini, è un’installazione sul lato meno rassicurante dell’amore, quello auto ed etero distruttivo. Sopra al corpo letale delle armi balenano occhi e volti femminili, e non sono certo quelli di donne-angelo (Modena, Galleria Cayce’s Lab).

Mossi da pulsioni di morte, dittatori come Hitler o Stalin obbedivano a una libido che non si è risolta in sublimazione, ma in deriva di distruzione. L’artista Gilberto Giovagnoli in “Destrudo”, procede a una analitica dei loro personalità polimorfe per poi ricomporle in grandi pannelli dai molti volti. (Modena, Galleria D406)

«Siamo tutti nient’altro che principianti in fatto d’amore». Così scriveva Raymond Carver nel racconto Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, pubblicato nel 1981. A partire dalle medesime riflessioni si sviluppa la mostra “Principianti”, che raccoglie i lavori di nove studenti del master sull’immagine contemporanea di Fondazione Fotografia Modena: una esplorazione degli scenari sempre immaginali e tendenzialmente nichilistici del desiderio contemporaneo (Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino).

Ugualmente fantasmatico, l’immaginario degli artisti Michael Rotondi e Giulio Zanet si alimenta di generi diversi: romantico l’uno – con le sue coppie che passeggiano nei prati – pornografico l’altro – tutto membra esposte e posture hard. L’accostamento sottolinea l’oscillazione tra carne e spirito, intimo ed osceno in una ricomposizione ancora in fieri. (“Loveless”, Carpi, Galleria Spazio Meme, a cura di Francesca Pergreffi).

Un furgone e un fuoco acceso. La scena è la strada, come in strada si consumano le vite di giovani donne (molte poco più che bambine), vittime della tratta. La dimensione visionaria dell’opera ci racconta come qualcuna, sfiorata da un sogno di salvezza, riesca a sopravvivere gettando la propria anima in mare, in modo che sulla strada rimanga solo il corpo. “Senza cuore”, la pièce di Elena Bellei, andrà in scena con Magda Siti e Stefano Vercelli, che ne cura anche la regia, la fisarmonica di Anna Palumbo, il sax di Marco Visconti Brasca e le visualizzazioni di Mauro Terzi. (Modena, Piazza Pomposa, sabato 14 settembre, ore 21, produzione Cgil Modena e Arci Modena)

 

Figure dell’immaginario

Esperienza d’immaginazione per antonomasia – tra languori e aspettative, racconti e trasfigurazione – l’amore si dice per figure: miti, immagini, personaggi, scene che pervadono l’immaginario di ciascuno e ne plasmano – non importa quanto volontariamente – la concezione dell’amore, anche di quelli propri.

Una fantasmagoria di amori infelici e allegoriche associazioni simboliche con animali reali e fantastici – quella de Li bestiaires d’amours, opera del XII secolo di messer Richart de Fornival – costituirà la matrice per gli illusionismi testuali e musicali che Vinicio Capossela presenterà in “Bestiario d’amore”, un’opera totale appositamente prodotta per il festivalfilosofia (Modena, Piazza Grande, sabato 14, ore 21).

Una mostra di dipinti del Barocco emiliano (“Dardi d’amore”) nella quale spiccano tele di Guercino, Guido Reni e Desubleo traccia le declinazioni del tema amoroso seguendo due fili conduttori dell’immaginazione letteraria e mitologica relativa all’amor profano. Da una parte il battesimo di Clorinda come atto d’estremo amore da parte di Tancredi, di cui narra la Gerusalemme liberata, e dall’altra le raffigurazioni di Cupido (Modena, Museo Civico d’Arte, a cura di Museo Civico d’Arte, Galleria Estense, Biblioteca Estense Universitaria, Banca Popolare dell’Emilia Romagna).

L’iconografia di Cupido è al centro anche de “Le stanze dell’Amore cieco”, un percorso che si sviluppa nelle sale dei Trionfi e dell’Amore del Palazzo dei Pio di Carpi. Fulcro del percorso è costituito dall’Amore cieco affrescato intorno al 1460-70 nel Trionfo di Amore dell’omonima sala e da dipinti di Palma il Giovane e di scuola del Parmigianino. Attraverso quattro tappe si ripercorreranno le vicende di un motivo iconografico in cui si sono alternate cecità e veggenza, a simboleggiare dapprima l’incapacità di vedere che oppone la passione amorosa alla retta ragione e quindi, in un recupero della rappresentazione ellenistico-romana, l’elevazione propria dell’amore platonico (Carpi, Palazzo dei Pio, produzione Musei di Palazzo dei Pio, a cura di Tania Previdi con Manuela Rossi).

Nel provocatorio teatro di Enten-Eller, il filosofo danese Søren Kierkegaard vive l’insanabile contraddizione tra etico ed estetico, nascondendosi e svelandosi attraverso le maschere del Don Giovanni di Mozart, il mito dell’impenitente libertino che ride dell’ordine morale del convitato di pietra. A Kierkegaard si ispira lo spettacolo “Don Giovanni Trionfante”, vincitore del concorso “Prime visioni” indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con Emilia Romagna Teatro, in cui le seduzioni della parola, della musica, della danza e del video si affollano in un vertiginoso montaggio. (regia di Paolo V. Montanari, a cura dell’Associazione Euphonia, Modena, Teatro Comunale Pavarotti, venerdì 13 settembre, ore 21).

Tra storie immaginate e riflessi di vita, narrazioni fantastiche ed epiche d’amore si snoda il percorso interattivo di “Le donne, i cavalier, l’armi e gli amori”, in cui bambini, ragazzi e famiglie potranno ascoltare storie di audaci cavalieri e principi valorosi, affrontare prove di coraggio e liberare principesse dagli incantesimi (Carpi, Castello dei ragazzi, sabato 14 e domenica 15, ore 16-19, a cura di Castello dei ragazzi e Teatro dell’Orsa).

Tra i motivi iconografici che maggiormente incidono sull’immaginario come simbolo della donazione di sé vi è sicuramente la Croce su cui è morto Gesù, tema sul quale si cimentano in opere appositamente realizzate, i 18 artisti della collettiva “Il segno della Croce” (Modena, Galleria Mies, a cura di Marco Nardini e Umberto Zampini).

Un’intero programma di appuntamenti, tutti previsti presso il Palazzo dei Musei di Modena sotto il titolo generale “Burattini che passione”, è dedicato ai burattini e presenterà maschere tipiche della tradizione della Commedia dell’arte, nelle loro turbolente vicissitudini sentimentali e amorose, ora buffe ora magiche, talvolta beffarde e comunque sempre divertenti. Il Museo Civico d’Arte propone una mostra (“Teste di legno e cuori di panna”) che costituirà uno sguardo inedito sulla gloriosa tradizione dei burattini modenesi da fine ‘700 a oggi, mentre il Dida Laboratorio didattico propone i laboratori “Baracca, burattini e… batticuore”, che insegneranno a realizzare burattini di gommapiuma o a scolpire teste di legno (sabato 14 e domenica 15, ore 10-19). Tre spettacoli di burattini per ragazzi punteggiano le giornate del festival. I Burattini dell’Ocarina Bianca presentano “Messer Filippo e il Drago Magalosso”, la storia di un mercante innamorato di una bella castellana e rinchiuso dal di lei marito nella Torre di Spilamberto, dove incise sui muri la sua straziante storia d’infelice amore (Modena, Palazzo dei Musei, sabato 14, ore 17,30). “L’elisir d’amore Vaporotti” dei Burattini della Commedia e della Compagnia lirica di Milano (a cura del Museo Civico d’Arte) è invece un tentativo di coniugare due arti della tradizione italiana – entrambe, seppure diversamente, popolari e radicate nella cultura nazionale – come il teatro dei burattini e l’opera lirica, in uno spettacolo ispirato all’omonima opera di Donizetti (Modena, Palazzo dei Musei, sabato 14, ore 21,30). Alla domenica la Compagnia di Burattini della tradizione “Alessandro Barberini” mette in scena “Fagiolino ambasciatór d’amore”, un’avventura amorosa che ha per protagonista l’inconfondibile maschera della tradizione dei burattini bolognesi, berretto bianco e neo sulla guancia (Modena, Palazzo dei Musei, domenica 15, ore 17,30).

 

Politiche dell’amore

Uscendo dalla sfera individuale per innestarsi in quella pubblica, l’amore è principio che anima pratiche non riconducibili al calcolo degli interessi: nella logica incalcolabile del dare e nella dimensione della cura una prospettiva che può costruire un nuovo ethos comune

La generosità volontaria umanitaria e la cura sono alla base dell’azione coscienziosa e caparbia che Medici Senza Frontiere, Premio Nobel per la Pace 1999, svolge nelle situazioni più disagiate ed estreme della Terra. La mostra “Urban Survivors” – che presenta lavori dei fotografi Pep Bonet, Alixandra Fazzina, Stanley Greene, Jon Lowenstein e Francesco Zizola, cinque tra i più importanti fotogiornalisti al mondo dell’agenzia Noor – fa entrare il visitatore nel cuore di immense baraccopoli “invisibili” al mondo esterno e toccare con mano le condizioni di vita estreme e le sfide che MSF affronta, ogni giorno, per assistere le popolazioni colpite da catastrofi e segnate da violenza e brutalità (Sassuolo, Galleria Paggeriarte).

La cura come relazione verso gli altri – siano essi i propri cari o degli estranei – è il tema portante anche della videoinstallazione “Fatto con amore” di Luigi Ottani, che mostra rituali di domesticità e di cura (il pranzo della domenica, l’imboccare gli ammalati). Performance interattive della compagnia di improvvisazione teatrale 8mani accompagneranno i visitatori in esperienze sensoriali e cognitive (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura di Tik farm Eventi).

Tra istituzione e sentimenti, la famiglia è uno dei luoghi nei quali l’esperienza dell’amore e della cura disinteressata circolano tra le persone e si affacciano nella più ampia scena pubblica. Una mostra su “Modena e i suoi fotografi (1860-1945)”, prodotta da Fondazione Fotografia Modena ricostruisce, in un’apposita sezione, il ruolo che in quell’epoca svolgeva il set fotografico nella costruzione dei legami familiari (Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino, a cura di Chiara Dall’Olio).

E per addestrare e tenere in esercizio la pratica della cura bambini e ragazzi sono chiamati da Servizi educativi per l’infanzia, Centro per le famiglie e Centro di Educazione Ambientale San Cristoforo di Sassuolo a cimentarsi in “Giochi di famiglia”, laboratori a cielo aperto di coccole e dolcezze (Sassuolo, Piazzale della Rosa, sabato 14 e domenica 15 ore 9.30-12.30 e 15-19).

 

QUASI UN MILIONE E MEZZO DI PRESENZE IN DODICI ANNI: IL FESTIVAL, RISORSA PER IL TERRITORIO

Un milione e 411 mila presenze dal 2001 al 2012, 1.758 eventi in tutto. Dodici anni con risultati da record per una grande iniziativa di pedagogia pubblica e di comunicazione moderna dei saperi, che porta la filosofia nelle piazze delle tre città emiliane, con importanti ricadute sociali, culturali ed economiche

Era il settembre 2001 quando debuttava il festivalfilosofia: Modena, Carpi e Sassuolo tenevano a battesimo il primo caso europeo di festival filosofico in senso proprio; da allora sono state complessivamente 1.411.723 mila le presenze per le prime dodici edizioni. Dalle 34 mila presenze del 2001 alle oltre 184 mila del 2012: un pubblico sempre più numeroso per assistere a un programma sempre più ricco. I numeri lo confermano: la prima edizione del festivalfilosofia proponeva 98 iniziative, lo scorso anno – dodicesima edizione – gli eventi sono stati complessivamente 183 per una manifestazione che ha importanti ricadute non solo sociali e culturali, attivando importanti processi di rigenerazione urbana, ma anche economiche, ponendosi come efficaci strumenti innovativi di marketing territoriale.

Avviato per iniziativa di un Comitato di Enti locali (i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Regione Emilia-Romagna) e di due Fondazioni (la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena), ora costituitisi in Consorzio per il festivalfilosofia, il festival propone una formula, sostanzialmente inalterata nelle dodici edizioni realizzate, imperniata su un tema che muta ogni anno e ispira tutte le iniziative in programma. Felicità (2001), bellezza (2002), vita (2003), mondo (2004), sensi (2005), umanità (2006), sapere (2007), fantasia (2008), comunità (2009), fortuna (2010), natura (2011), cose (2012) sono i temi affrontati fino ad ora dal festival: parole che individuano al tempo stesso concetti chiave della tradizione filosofica e questioni calde dell’esperienza contemporanea.

 

Uno strumento per la valorizzazione del territorio

In un’ottica di marketing territoriale il festivalfilosofia contribuisce alla definizione dell’orientamento strategico del territorio in due modi: costruendo una nuova immagine per la città e attraendo nuove risorse, intese sia come investimenti esterni per la realizzazione del festival sia come nuova domanda culturale e turistica che approda nel territorio. Queste sono le caratteristiche distintive e comuni dei festival culturali, o “festival intelligenti”, cresciuti costantemente a partire dagli anni ’90 e che si sono imposti come un format di grande successo. Oggi in Italia se ne contano ben 927 (dati Festival of Festivals/Nomisma) e sono la tipologia di eventi che in campo culturale dipende meno dai fondi pubblici: da una recente indagine su un campione di 37 festival emerge che solo il 41,7% delle entrate è pubblico, di cui l’1,1% statale (dati Effettofestival 2012).

Gli elementi che caratterizzano il festivalfilosofia e che, allo stesso tempo, creano valore economico, sociale e culturale per il territorio sono diversi. In primo luogo il festival è caratterizzato da un forte radicamento nel territorio: il festival coinvolge e rivitalizza tre città, essendo cucito su misura per Modena, Carpi e Sassuolo; basti pensare al ruolo primario delle piazze e delle location, sparse per i centri storici, alla partecipazione attiva di scuole, studenti e ragazzi tramite iniziative ad hoc, alla collaborazione di centinaia di volontari, al tessuto di relazioni con aziende e sponsor locali, e naturalmente all’entusiasmo e alla partecipazione dell’intera cittadinanza.

In secondo luogo il festival contribuisce all’attrazione di nuovi bacini di utenza: l’obiettivo è avvicinare un pubblico ampio e non specialistico a una materia percepita come “difficile” e specializzata, attraverso la forma innovativa della scienza che scende in piazza, che si discosta dalla classica lezione frontale accademica. Un’occasione preziosa per i cittadini di sviluppare nuovi interessi e nuova socialità. I dati qualitativi, poi, ne confermano il carattere nazionale e internazionale: quasi la metà dei partecipanti arriva ogni anno da fuori regione, soprattutto dal centro nord, ma con presenze significative anche dal sud e dalle isole e un numero crescente di presenze dall’estero. In sensibile aumento soprattutto i giovani, che costituiscono ormai quasi il 40% del pubblico.

Infine il festival contribuisce a migliorare l’immagine delle città che lo ospitano, alzando il loro grado di attrattività. Il festival ha una ricaduta economica positiva sul territorio, essendo una delle manifestazioni con la più alta influenza sull’attività ricettiva degli alberghi: nel weekend della manifestazione le strutture di Modena, Carpi e Sassuolo aumentano significativamente arrivi e presenze, facendo registrare il tutto esaurito, in particolare quelle adiacenti ai centri storici.

 

I numeri del festivalfilosofia

Dalla prima edizione sono stati realizzati 1.973 eventi: tra questi sono ben 495 le lezioni magistrali tenute da 249 filosofi di cui oltre 50 stranieri. Sono proprio le lezioni magistrali il cuore del programma, tenute dai maggiori pensatori contemporanei italiani e stranieri, ciascuno dei quali presenta la propria tesi e risponde a domande del pubblico. A queste dal 2009 si sono aggiunte le lezioni dei classici, in cui studiosi di spicco commentano le opere che hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti nella storia del pensiero occidentale.

Un vasto programma di iniziative declina poi il tema nei diversi ambiti della creazione, per sottolineare la stretta connessione tra forme dell’esperienza, dell’arte e del pensiero. Fino ad ora sono stati 1.524 gli eventi collaterali come mostre e installazioni (349), letture e conversazioni (85), concerti (134), spettacoli (111), film (174), attività per bambini e ragazzi (351).

Una curiosità: il festival si presenta anche come occasione per condividere i piaceri della buona tavola. Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” fin dalla prima edizione: dal 2001 il filosofo e gourmet ha ideato ben 93 menù filosofici a tema.

 

L’AMORE IN TAVOLA. I MENU FILOSOFICI DI TULLIO GREGORY

Il noto filosofo e gourmet ha ideato un percorso gastronomico che verrà proposto per tre giorni in oltre 70 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. Tradizione, ironia e buona cucina ispirano anche la “razionsufficiente”, il cestino del festival per pranzare e cenare a 4.50 euro, e “la portata dello chef”, lo street food dei grandi chef modenesi

“Amare” è l’ingrediente principale dei nove “menu filosofici” ideati da Tullio Gregory che verranno proposti dal 13 al 15 settembre in oltre 70 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. L’iniziativa, ormai consolidata, sottolinea la centralità del convito nella civiltà umana e ne celebra gli artefici di cucina e di bottega.

Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” del festivalfilosofia fin dalla prima edizione. Già professore di Storia della Filosofia alla “Sapienza” di Roma, fondatore del Centro Studi del Cnr sul Lessico intellettuale europeo, direttore dell’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, edita dall’Istituto Treccani, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia e noto gourmet, Gregory ha ideato menu per pranzi e cene filosofici all’insegna della tradizione e a partire dai prodotti tipici modenesi e della cucina dell’Emilia-Romagna (menu completi e indirizzi dei ristoranti si possono consultare nel sito www.festivalfilosofia.it).

Spiega Gregory: “Forse in nessun luogo come a tavola l’amore può esercitarsi nella sua duplice naturale direzione: verso se stessi e verso gli altri. Dove gli altri non sono solo i convitati partecipi del pasto comune, ma quanto la natura ci offre e l’abile mano dell’uomo manipola per soddisfare l’universale desiderio amoroso che tutto coinvolge e consuma. Si dischiudono così le infinite possibilità di manifestare il nostro amore per la natura che ci circonda, celebrando i fasti della grande cucina emiliana”. Da qui l’idea di articolare i menu filosofici traducendo i vari temi di cui si parlerà nei giorni del festival – tutti molto appetibili, ma non sempre commestibili – in gustose portate create dalla tradizione enogastronomica emiliana. Qui domina il maiale, che ha costituito il nutrimento fondamentale per molti secoli; il suo consumo anche oggi può costituire una forma di amore puro, assoluto: ecco dunque servito in tavola l’eros in purezza, che si manifesta nelle tigelle al lardo e gnocco fritto, accompagnate dagli affettati e seguite dalle tagliatelle al prosciutto e dalla grigliata mista di maiale, con tanto di piedini. La ricchezza del maiale può competere solo con la molteplicità di tutto il mondo animale racchiusa nel grande bollito, preceduto da tortellini in brodo, e servito con le tradizionali salsa verde e rossa, che offre sensazioni plurali. Quando il sentimento arriva a trasformare l’oggetto amato in oro, si realizza la sublimazione erotica del grande fritto misto all’italiana. Ai golosi di pesce si consiglia l’amore liquido, che riscatta i pesci poveri dell’economia contadina: dalle acciughe al tonno, dallo sgombro al baccalà; corteggiamento e conquista, con galletti, oche e somari, racchiude le migliori proposte per gustare questi animali allevati, inseguiti sui prati e poi serviti su letti odorosi. Amori bucolici è il menù dedicato ai vegetariani, dove si comincia con un flan di spinaci e si finisce con pesche all’alchermes, passando per maltagliati con fagioli, lasagne verdi, zucchine ripiene e insalata di patate. L’amore a prima vista è quello per una serie di primi che soddisfano gli immediati desideri del palato: bomba di riso, pasticcio di maccheroni, cannelloni, maccheroni al pettine, tortelli di zucca.

Un menù più semplice ma altrettanto saporito è il farfallone amoroso, pensato per le ore piccole nelle enoteche, dove i pasti sono più rapidi, all’insegna di stria, gnocco al forno, prosciutto e affettati, parmigiano reggiano, pecorini e lambruschi modenesi, per chi è alla ricerca di fugaci e saporiti incontri.

Non manca una soluzione veloce ed economica per pranzare e cenare, che permette di seguire i ritmi delle lezioni magistrali e di assaporare piatti e prodotti tipici della provincia di Modena. E’ la “razionsufficiente”, in vendita a 4,50 euro nei giorni del festivalfilosofia: un primo caldo, un secondo di carne o pesce, un contorno di verdura o legumi, pizze o panini con misti di formaggi o di affettati, frutta, dolce e acqua: tanti mix secondo la fantasia della bottega. Il cestino del pranzo è in vendita a Modena al mercato coperto Albinelli, vicino a piazza Grande, a Carpi al Circolo culturale Mattatoio, vicino a Piazzale Re Astolfo, e a Sassuolo in diversi esercizi tra Piazzale della Rosa e Piazza Garibaldi.

E anche quest’anno ad arricchire l’offerta gastronomica torna l’iniziativa “La portata dello chef”: poche essenziali ricette, realizzate da mani esperte con i prodotti tipici di Modena, stimolate da estro creativo. E’ lo street food proposto dagli Chef del Consorzio Modena a Tavola: tre assaggi sostanziosi con acqua o lambrusco a un prezzo “ristretto” – 9,00 eurro – nel chiosco di Piazza Matteotti a Modena.

Borsari-Bodei

CUCINA FILOSOFICA 2013

 

1. Eros in purezza

Tigelle al lardo e gnocchini fritti

Prosciutto di Modena DOP e affettati misti

Tagliatelle al prosciutto

Grigliata mista di maiale con salsiccia, pancetta, costine e piedini

Radicchio con aceto balsamico tradizionale di Modena

Mirtillo nero dell’Appennino

 

2. Sensazioni plurali

Tortellini in brodo

Bollito misto

Purè di patate

Salsa verde e salsa rossa

Zuppa inglese

 

3. Amori bucolici

Flan di spinaci

Maltagliati con fagioli / Lasagne verdi vegetariane al forno

Zucchine ripiene di ricotta

Insalata di patate di Montese con prezzemolo

“Pesche” all’alchermes

 

4. Amore liquido

Pesciolini e acciughe marinate

Spaghetti al tonno / allo sgombro

Baccalà alla modenese

Amaretti di Modena e Crostate della nonna

 

5. Amore a prima vista

Bomba di riso / Pasticcio di maccheroni

Cannelloni al forno / Maccheroni al pettine con ragù di coniglio

Tortelli di zucca

Torta di riso / Bensone con vino bianco dolce

 

6. Corteggiamento e conquista

Riso con piccione disossato

Galletto arrosto e oca arrosto con patate

Stracotto di somarino

Salame di cioccolato

 

7. Sublimazione erotica

Tortelloni di ricotta

Fritto misto all’italiana con carne, verdure, frutta e dolci

Tortelli dolci fritti o al forno col “savor”

 

8. Farfallone amoroso – Menù per enoteche

Stria, gnocco al forno e pane comune

Prosciutto di Modena DOP e affettati misti

Parmigiano Reggiano 36 mesi e Pecorini dell’Appennino con marmellata di amarene brusche di Modena IGP

Selezione dei Lambruschi doc modenesi: Sorbara, Castelvetro, Salamino di Santacroce e Modena.

 

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel.059/2033382 e www.festivalfilosofia.it

 

 

 

















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