“Nessun legame tra la diffusione dell’aviaria e la possibilità di andare a caccia” puntualizza Andrea Pollastri (PdL), e, con un’interrogazione, invita la Giunta Regionale “A non dare ascolto a chi specula per questioni ideologiche sulla triste circostanza della diffusione del virus, esattamente come avvenne nel 2005, al momento dello scoppio della prima pandemia”.
Nelle ultime settimane il visus dell’aviaria si è diffuso anche in Emilia-Romagna: per evitare il contagio è stato disposto dalle autorità sanitarie regionali, in via precauzionale, l’abbattimento del milione circa di animali requisiti, tra polli e tacchini, nei tre allevamenti, siti nelle Province di Bologna e Ferrara, dove sono stati riscontati i focolai, nonché il sequestro preventivo delle uova.
Puntuali sono arrivate anche le prime richieste di bloccare l’apertura della Stagione Venatoria 2013, per evitare che chi mangia animali potenzialmente malati, come gli uccelli migratori, possa essere contagiato.
“Impedire la caccia – spiega l’azzurro – risulterebbe inutile poiché non servirebbe né ad arginare la diffusione del virus presso altri volatili, né come precauzione sanitaria poiché questa malattia non si trasmette dagli animali all’uomo per via alimentare.”
“Al contrario – prosegue – vi è il rischio che un atto eclatante come la sospensione della Stagione Venatoria contribuisca a creare quel clima di immotivato allarme che già si vide nel 2005 e che portò al crollo delle vendite dei prodotti avicoli e alla conseguente chiusura di tanti piccoli allevamenti, già duramente provati dal calo dei consumi e dall’abbassamento dei prezzi degli ultimi anni.”
Pollastri ha, quindi, domandato il parere della Giunta sull’opportunità di tale scelta e ha invitato il Sistema Sanitario Regionale ad estendere i controlli anche agli allevamenti di selvaggina che sarà rilasciata a scopo venatorio (fagiani, pernici, ecc.).
“Sollecito anche la Giunta – ha chiosato – a mettere a disposizione dei cacciatori emiliano-romagnoli le strutture del Sistema Sanitario affinché si possa far controllare gratuitamente i capi prelevati onde verificarne il non contagio dall’Influenza aviaria: i dati raccolti, per altro, potrebbero anche essere un utile monitoraggio per il Sistema Sanitario stesso”.