All’indomani della determina della Provincia di Modena che autorizza l’inceneritore di Cavezza a bruciare rifiuti provenienti da tutta Italia, in base alle normative nazionali ed europee, è scoppiato il finimondo: gli alleati comunisti di Sel hanno minacciato di non fare alleanze con il Pd nelle elezioni amministrative del 2014, mentre si è assistito alla rivolta delle associazioni rosso-verdi, a cominciare da “Ambiente e salute”.
Mentre da un lato il Pd riconosce che troppi rifiuti finiscono ancora in discarica, dall’altro la sinistra radicale si rifugia nel rifiuto totale: “no al Tmb, no all’inceneritore. Punto e basta”.
Nel frattempo circolano a Modena idee geniali del tipo “ogni provincia si tenga i suoi rifiuti”, come se, in una economia globale come la nostra, la soluzione dei problemi potesse avere una dimensione provinciale.
In realtà, quello che emerge è una Provincia, governata dal dopoguerra dalla sinistra, incapace di proporre soluzioni razionali nello smaltimento dei rifiuti, in quanto condizionata, in modo esasperante, dai suoi conflitti interni e dalle tante anime che la compongono. In questo contesto emerge un Pd confuso, incerto ed in netta difficoltà.
(Fabio Filippi, Consigliere regionale del Pdl)
