Dopo una riunione tenutasi presso la sede di via Scaglia con diversi livelli di responsabilità politica, alla quale ne seguiranno altre (Coordinamento cittadino, gruppi consiliari), il segretario provinciale del Pd Paolo Negro interviene nel dibattito sorto intorno alle funzioni del termovalorizzatore modenese. Non ci saranno nuove linee per l’impianto di via Cavazza e non arriveranno rifiuti da fuori regione: queste sono le scelte proprie della politica, e il Pd su questo terrà il punto. Quanto all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia che ha scatenato tante polemiche e dubbi, la politica certo non può e non deve prevaricare le competenze che la legge affida ai tecnici. La dichiarazione di Paolo Negro:
“Non considero il livello di attenzione sul tema termovalorizzatore un problema perché non c’è nulla da nascondere. Considero invece questa un’occasione, da non perdere, per verificare il cammino che abbiamo fatto e i nuovi traguardi da disegnare, senza tabù. Discutiamo, confrontiamoci, lo vogliamo fare e lo faremo con tutti, nella consapevolezza però della responsabilità propria della politica, della responsabilità propria delle istituzioni, senza ricatti, e nel rispetto del principio di legalità, che non può essere invocato ‘a corrente alternata’. Legalità: le istituzioni competenti non avrebbero potuto eludere una possibilità prevista dalle leggi, e l’autorizzazione rilasciata era dovuta. Se qualcuno pensa, pregiudizialmente o meno, che il principio di legalità sia stato violato, ci sono le sedi e gli strumenti propri per verificarlo. Non confondiamo i piani. Noi partiamo da un fiducia, fino a prova contraria, verso le istituzioni, non viceversa. Noi stiamo al ruolo della politica, un ruolo innanzitutto di indirizzo: la politica deve preordinare e governare i fenomeni. L’autorizzazione rilasciata non contraddice, anzi attua, indirizzi e scelte politiche strategiche. Il nostro termovalorizzatore non brucerà i rifiuti provenienti da tutta Italia perché l’autorizzazione non contiene alcun automatismo circa la provenienza dei rifiuti ma soprattutto perché le nostre amministrazioni, e il Pd, sono perfettamente d’accordo su questo punto. Abbiamo disegnato un percorso che punta, in tempi brevi, alla diminuzione dei rifiuti da inviare in discarica e all’incremento della raccolta differenziata. Per questo, a differenza di quanto qualcuno sostiene erroneamente, anche grazie a queste scelte politiche si bruceranno meno rifiuti, molti meno rispetto alle 240mila tonnellate autorizzate, visto che la seconda linea non sarà realizzata. Questo passaggio alla termovalorizzazione è coerente con gli indirizzi e i traguardi indicati, a loro volta coerenti con quando avviene a livello europeo. Si punta poi a una politica di chiusura delle discariche: da nove in funzione siamo passati a quattro. I rifiuti che vengono portati in discarica dal 18% del totale sono diventati il 13%, ma l’obiettivo è di arrivare rapidamente al 3%. Ci sono paesi, in provincia di Modena, che hanno già centrato quota 70% di raccolta differenziata. Anche i centri maggiori debbono perseguire questo obiettivo. Dobbiamo potenziare il recupero di materia e il recupero di energia per la parte non altrimenti recuperabile, sostituendo fonti fossili. Questi sono scelte strategiche e risultati alla nostra portata, capaci di migliorare concretamente la qualità di vita delle nostre comunità. Con l’impegno dei cittadini e la volontà dei nostri amministratori possiamo raggiungerli. Fare a meno dell’inceneritore oggi non è un’ipotesi praticabile: non lo è stato a Parma, nonostante le promesse elettoralistiche fatte da Pizzarotti, né tantomeno a Forlì dove gli inceneritori in funzione sono due. In tutta Europa i termovalorizzatori fanno parte integrante del ciclo integrato dei rifiuti: quando il loro superamento diventerà tecnicamente possibile e praticabile, Modena e l’Emilia-Romagna non mancheranno di essere una punta avanzata di questo traguardo, come oggi lo siamo a livello nazionale ed europeo rispetti agli standard. Parliamo del termovalorizzatore che c’è, e del ruolo, oltre che di indirizzo, di controllo della politica e delle istituzioni. Governarne l’utilizzo per tutelare la salute collettiva è non solo doveroso, ma impegno preciso delle nostre amministrazioni: così è stato a Modena con la chiusura delle tre vecchie linee e l’apertura di una sola, ad elevata efficienza, come dimostrano i risultati. Chi ha governato con noi, dovrebbe anche riconoscere i tanti risultati ottenuti. Guardiamo all’Europa, ed in Europa la dimensione ottimale di ‘aggressione’ del tema rifiuti è di area vasta, che, appunto, per i rifiuti è la dimensione regionale. Non è certo con il riproporre schemi localistici che si affronta una efficace e sostenibile gestione del ciclo dei rifiuti. E’ proprio la scala regionale e la collaborazione tra territori che consentirà di integrare meglio flussi e impianti, con diverse tecnologie, evitando in questo modo, l’accensione di nuove linee e di importare rifiuti da altre parti del Paese, operando, come avviene nelle più avanzate città d’Europa, in sicurezza per l’ambiente e la salute. E’ su questi obiettivi che la politica locale deve sapersi imporre, e il Pd in questo intende essere in prima linea”.