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Reggio Emilia: Pan de Re ancora protagonista alla Giareda

PandeRe-csDa domani, martedì 3 settembre, a domenica 8, in concomitanza con la tradizionale Sagra della Giareda, nel salotto cittadino formato da piazza Gioberti, il cortile di Palazzo Allende, corso Garibaldi e la via Emilia Santo Stefano va in scena la quarta edizione di Pan de Re, festa del pane, dei forni e dei mulini di Reggio Emilia, promossa per iniziativa dell’assessore all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia Roberta Rivi con le associazioni dei Panificatori, Cir Food, Confesercenti, Cna, Progeo, Consorzio agrario provinciale, Industria molitoria Denti, Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori e Ugc-Cisl.

Pan de Re, pane da re o pane di Reggio Emilia, è il nome del pane made in Reggio, un prodotto unico, frutto di un prezioso lavoro collettivo fra istituzioni e agricoltori, aziende molitorie locali e fornai di Reggio Emilia, ottenuto grazie a filiere produttive d’eccellenza al 100% di origine reggiana, utilizzando solo ingredienti di alta qualità, assieme alle tecniche e al rispetto dei tempi di una volta.

Questo alimento, che registra un apprezzamento sempre crescente ed è diventato anche il pasto dei bambini di Reggio Emilia, adottato nelle scuole materne ed elementari, sarà celebrato anche quest’anno assieme ad altre eccellenze enogastronomiche con una ricca serie di iniziative, illustrate questa mattina in Provincia nel corso di una conferenza stampa. A fare gli onori di casa, l’assessore provinciale all’Agricoltura Roberta Rivi che ha ricordato il “successo crescente di questo prodotto di cui, tra vendita nei forni e pasti nelle mense scolastiche, sono già stati consumati 1.000 quintali” nonché l’impegno della Provincia a favore dei prodotti tipici e della biodiversità, testimoniato anche dal progetto Arca Regia. Dopo gli interventi del presidente dei Panificatori Mario Cervi, di Piergino Novelli di Confcommercio, Marino Zani di Coldiretti, Lorenzo Meglioli di Confagricoltura, Giorgio Davoli della Cia e Giuliano Ruozzi del Consorzio agrario è stato l’architello Vitaliano Biondi, curatore della rassegna insieme a Massimo Bonacini, ad illustrare il ricco programma di Pan de Re 2013. A partire dall’immancabile forno a cielo aperto in piazza Gioberti, dove il pane impastato e cotto dai maestri fornai sotto gli occhi dei visitatori potrà essere acquistato ancora caldo, fino a sera tutti i giorni, ad esclusione della mattina del 3 settembre, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21.

Sarà presente anche il mercato contadino con i prodotti del territorio reggiano: vino, salumi, marmellate, formaggi e altri prodotti tipici e tracciabili, cui si aggiunge, grazie alla collaborazione dell’Associazione Boulevard di Porta Santo Stefano, nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 settembre, dalle ore 9 alle 23, in via Emilia Santo Stefano, via Monte Pasubio e via Minghetti, una selezionata rappresentanza di prodotti agricoli, artigianali e di opere di ingegno provenienti anche dal resto d’Italia.

Nel Cortile di Palazzo Allende non mancherà poi il punto ristoro (a cura della Pro Loco di Cadelbosco Sopra), che servirà Pan de Re, gnocco fritto e chizze con affettati, Parmigiano reggiano di vacca rossa e tante altre squisitezze.

E come ricorda il detto “chi ha pane e vino sta meglio del suo vicino”, questi cibi semplici e genuini potranno essere gustati all’interno di Palazzo Allende in abbinamento con il lambrusco a filiera corta e cortissima. I produttori per l’occasione mesceranno vini di vitigni antichi e rari e, novità di quest’anno, le birre artigianali la cui produzione è in continua crescita anche nel reggiano.

L’atmosfera festosa attorno ad un nuovo pane sarà l’occasione anche per conversazioni serali, dalle 20.30, di letteratura musical-gastronomica e di gastronomia letteraria con studiosi, scrittori e specialisti e interventi di operatori del settore agro-alimentare su produzioni, prodotti tipici e novità alimentari. Si spazierà dal Pan de Re al pane del miracolo, dalle diverse tipologie di farine al savuret, dalle confetture di marmellata zucchella all’erbazzone, dalla carne di bufalo alle birre artigianali. Senza dimenticare gli insaccati di suino da allevamento brado, il pecorino, la pecora cornella, il vino di uva spergola, di uva termarina e di uva fogarina, l’aceto balsamico tradizionale, il parmigiano di vacca rossa, il gelato di latte di vacca rossa, le angurie e i meloni. Gli incontri saranno condotti da giornalisti reggiani: Chiara Cabassa – Gazzetta di Reggio; Sabrina Basoni – Reporter; Gianni Montanari – Telereggio; Stella Bonfrisco – Resto del Carlino; Roberto Fontanili – Gazzetta di Reggio; Cristiana Boni – E’Tv Teletricolore.

Spazio anche alle antiche varietà vegetali della terra reggiana che rischiano di estinguersi, ma che la Provincia di Reggio Emilia – come sottolinea l’assessore all’agricoltura Roberta Rivi, che aprirà la manifestazione martedì 3 settembre alle ore 20.30 nel Cortile di Palazzo Allende – intende conservare, tutelare e valorizzare con la realizzazione un’arca regia e la pubblicazione di un Catalogo della biodiversità reggiana, comprendente anche specie animali, realizzato con la collaborazione di un nucleo di “agricoltori custodi” che si affiancano ad istituzioni di ricerca e scolastiche.

Ci sono le specie che suscitano curiosità, vuoi per il nome, vuoi per la forma e l’uso: ecco allora ricomparire dal passato l’Anguria da mostarda, ma anche l’antichissimo Grano del Miracolo, il semiduro Frumento Poulard di Ciano, il bitorzoluto Melone rospa mentre la zucca ‘reggiana’ per eccellenza somiglia e porta il nome di Cappello da prete.

La montagna dispone di diverse varietà di castagne, tra le quali la Masangaia già citata dal grande agronomo Filippo Re, la Mela pesca, che deve il nome più al profumo che al colore, mentre la località di Montericco di Albinea dà il nome oltre che ad una nota varietà di Lambrusco anche ad una meno nota varietà di olive. C’è anche una Pera nobile e, tra i vitigni, sono conosciuti Fogarina e Spergola, ma si cerca di salvare la Termarina, uva, che oltre che per il vino era utilizzata per fare marmellate o la mitica “saba”, mentre tra le bianche curioso è il nome della varietà Occhio di gatto.

La festa del pane, dei forni e dei Mulini di Reggio Emilia, nell’anno in cui in tutto il mondo si celebra il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, si dedica anche al legame tra la cultura musicale e quella gastronomica e in particolare alle passioni culinarie del Maestro di Busseto, le cui arie hanno risuonato spesso nel Teatro Valli di Reggio Emilia.

Vengono presi in considerazione i riferimenti al cibo e al vino disseminati nelle sue opere, le abitudini gastronomiche del Maestro, amante del buon mangiare in compagnia, curioso e attento selezionatore delle materie prime, estensore di ricette personalissime come il “suo” risotto alla milanese, la spalletta di San Secondo e la squisita minestra di Giuseppe Verdi contenuta nel primo numero de La Cucina Italiana, nella rubrica delle “Minestre e vivande equivalenti”, sotto la “Vera minestra dei rurali”. Una ricetta “povera”, fatta con prodotti della terra, che potevano essere reperiti con facilità, soprattutto in campagna, che fa del Maestro una sorta di “contadino di ritorno”, un amante ante litteram dei prodotti territoriali.

Così quest’anno sono proposte le Ricette all’opera. Ricette originali dei grandi maestri dell’Opera musicale illustrate dal vivo, abbinate ad assaggi, alla sera nel Cortile di Palazzo Allende, sede della Provincia di Reggio Emilia, da chef del territorio di fama nazionale come Gianni D’Amato (2 stelle Michelin, 4 settembre) del ristorante Rigoletto di Reggiolo e del Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia; Gianni Brancatelli (5 settembre), chef del Podere Elisa di Vezzano, e Alberto Ruozzi (6 settembre) del ristorante Badessa – San Donnino/Casalgrande.

E per i melomani e per chi si sente forte su melodramma e cibo ogni sera ci sarà la possibilità di vincere premi in prodotti tipici rispondendo correttamente a domande sul tema che verranno proposte nel corso degli incontri.

Uno specialista del legame musica – cucina è il musicologo Corrado Rollin, autore del libro Già la mensa è preparata. Ricette all’opera e a concerto (Il Leone Verde Edizioni ) che interviene il 3 settembre e introduce la proiezione di “Viva Verdi, Giuseppe! Come e perché l’opera fece l’Italia… forse”, un film, coprodotto dalla Radiotelevisione Svizzera italiana e Associazione Baretti, in collaborazione con il Teatro Regio, che approfondisce l’incredibile rapporto tra teatro e politica nell’Italia del XIX secolo.

Gian Paolo Borghi, responsabile del Centro di Documentazione Storica-Centro Etnografico del Comune di Ferrara, coordinatore o referente scientifico di diversi musei e archivi emiliani, lombardi e veneti e Giorgio Vezzani, direttore della rivista ‘Il Cantastorie’ e fondatore dell’ omonimo archivio etnomusicologico attualmente in fase di schedatura per una sua futura fruizione pubblica all’Istituto di Studi musicali “A. Peri” di Reggio Emilia (4 settembre) affrontano invece i diversi aspetti del rapporto tra cibo e mondo popolare, con particolare riferimento al canto popolare, con una conversazione intitolata Ballate d’amore e di osterie in terra d’Italia. L’uomo canta la vita e la vita c’è perché si beve si mangia.

Quest’anno poi si festeggia il settimo centenario della nascita di Giovanni Boccaccio (Certaldo 1313) e Pan de Re, che da sempre sonda le relazioni tra letteratura, tradizioni, storia e cibo, non poteva trascurare l’autore di un capolavoro, il Decameron in cui emerge inscindibile il legame con la tavola. Da una novella all’altra, sembra proprio di vedere il narratore in cucina a preparar pietanze con le originali e saporite ricette del tempo. Proprio partendo da questo anniversario lo scrittore Ermanno Cavazzoni (5 settembre) interviene su Le Contrade di Bengodi. Cibo, cucina e il sogno dell’abbondanza dal Decamerone e dopo.

Arricchiscono il programma anche le sonorizzazioni con arie del melodramma e i concerti di due gruppi molto amati: il 7 settembre alle 21 i Desperanto Quintet, formato nel 1988 dal noto polistrumentista Paolo Simonazzi (ghironda, organetto, diatonico, mandoloncello) che si esibirà in Ballate di amore e morte dell’Appennino e i Tamburi del Crostolo in programma alle ore 18.30 domenica 8 settembre.

Per i più piccoli sabato 7 e domenica 8 settembre dalle 18.30 alle 20 si rinnovano i corsi di panificazione gratuita per scoprire tutti i segreti per sfornare un pane perfetto e venerdì 6 settembre alle 21 va in scena per celebrare in modo appassionante ed originale la nascita di Giuseppe Verdi lo spettacolo di burattini “Tutto nel mondo è burla” della compagnia bolognese di Riccardo.

La vita del grande compositore viene ricostruita ripercorrendone insuccessi e trionfi, risvolti politici e passioni. Fra le vicende di vita vissuta fanno capolino i coniugi Macbeth, Rigoletto e sua figlia, Aida e persino Falstaff, che conclude l’incredibile viaggio con Verdi.

Per coniugare tradizione, ecologia e buone pratiche ambientali Pan de Re presenta nella giornata di sabato 7 settembre l’asino «Tacsi», guidato da Massimo Montanari: «trasporto asinino con spesa intelligente» e a impatto zero.

Domenica 8 settembre in chiusura Pan de Re propone una conversazione sull’attualità dell’ agriturismo e la proiezione di un filmato di cui sono protagonisti insegnanti ed allievi delle scuole reggiane vincitrici del concorso “Buon cibo per crescere bene”, promosso dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia in collaborazione con le “ Fattorie didattiche “ della Provincia di Reggio Emilia.

Ma le iniziative in programma nell’ambito della Festa del Pan de Re non sono finite: mercoledì 4 settembre dalle ore 18 nel cortile di Palazzo Allende si terrà la premiazione del “34° Concorso di poesia Dialettale “ organizzata per la tradizionale Sagra della Giareda.

In caso di maltempo le serate si terranno nella sala del Consiglio provinciale a Palazzo Allende. Info: Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Reggio Emilia tel. 0522.444607 www.provincia.re.it alla sezione agricoltura; e-mail: s.viani@mbox.provincia.re.it http://it-it.facebook.com/pan.dere.1 Twitter: @pandere1

 

Il programma di martedì 3 settembre

La giornata inaugurale (martedì 3 settembre) parte dalle 17 con “l’occupazione pacifica” di piazza Gioberti da parte del forno a cielo aperto dove i maestri panificatori sfornano a ritmo incessante le fragranti pagnotte di pane reggiano (da mercoledì 4 a domenica 8 dalle 10,00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 21.00). A far compagnia al Pan de Re, nel cortile di Palazzo Allende, ci sono il punto “Ristoro (a cura della Pro Loco di Cadelbosco Sopra), che dalle 17.30 alle 23.00 serve pan de Re, gnocco fritto e chizze con affettati, parmigiano reggiano di vacca rossa, e tante altre squisitezze e la mescita di vini di vitigni antichi e rari e, novità di quest’anno, le birre artigianali la cui produzione è in continua crescita anche nel reggiano. E non manca in corso Garibaldi il mercato contadino (dalle 17,00 alle 23,00 sabato e domenica dalle 9,00 alle 23,00) con la proposta dei prodotti eccellenti del territorio: vino, salumi, marmellate, formaggi e altri alimenti tipici reggiani.

A partire dalle 20,30 nel cortile di Palazzo Allende, per il ciclo Parole di Pane e companatico, è in programma una conversazione condotta da Chiara Cabassa, giornalista della Gazzetta di Reggio con Roberta Rivi, assessore all’agricoltura della Provincia di Reggio Emilia che interverrà sulle peculiarità del progetto del PAN DE RE e sui prodotti che la Provincia di Reggio Emilia, da tempo impegnata nella conservazione dell’agrobiodiversità locale, ha favorito con azioni specifiche di tutela e valorizzazione; in particolare con il progetto ARCA REGIA – Piante e animali dell’agrobiodiversità reggiana.

Intervengono inoltre Paolo Folloni, panificatore di Correggio che parlerà di Pan de Re e di Pane del Miracolo; Marco Pirani presidente di PROGEO che illustrerà le qualità delle farine. Anna Brevini della Azienda agricola Bosco del Fracasso e vice presidente del Consorzio della Strada dei Vini e dei Sapori di Scandiano e Canossa interverrà sul “Savuret” (Saporetto), la conserva di frutta che rappresenta una tradizione alimentare storica del territorio reggiano e viene ottenuto con una metodologia di produzione antica e secolare, completamente naturale, mentre Andrea Artoni, vice-presidente dell’associazione per la valorizzazione della prugna di Lentigione zucchella ) parlerà delle confetture di zucchella.

Il grande compositore di Busseto è al centro dell’incontro in programma alle 21.00 dal titolo Viva Verdi Giuseppe con il musicologo Corrado Rollin, autore del libro “Già la mensa è preparata”, nonché autore di numerosi volumi, saggi, curatore di programmi televisivi e autore e conduttore di cicli radiofonici sul rapporto musica-letteratura.

Musica e cucina hanno molto in comune, uno chef a suo modo è un direttore d’orchestra (e viceversa) e chi ama un’arte, spesso indulge anche ai piaceri dell’altra. All’opera si mangia, si beve, si brinda, si banchetta. In Spagna nel Cinquecento era in voga una forma di composizione musicale detta ensalada. Nell’opera barocca un’aria cantata da un comprimario mentre il pubblico era distratto e magari si dissetava si chiama aria di sorbetto. Un bicchiere stretto e alto è una flûte.

Seguirà la proiezione del film “Viva Verdi, Giuseppe! Come e perché l’opera fece l’Italia… forse:” (2011), scritto e interpretato da Alfonso Antoniozzi, Davide Livermore, Corrado Rollin con Valentina Arru, Mando Bernardinello, Piernando Binaghi, per la regia di Davide Livermore e Roberta Pedrini. Il film documentario, coprodotto dalla Radiotelevisione Svizzera italiana e dall’Associazione Baretti, in collaborazione con il Teatro Regio di Torino, analizza l’incredibile rapporto fra teatro e politica nell’Italia del XIX secolo mettendo insieme da un lato il rigore scientifico, storico e filologico nell’approfondire il ruolo dell’opera nel Risorgimento e dall’altro l’antica arte del teatro brillante all’italiana, attraversando il tempo dell’Unità in modo rivoluzionario, divertente e straordinariamente ironico. Nel film tanti i contributi tra i quali ricordiamo brani e passaggi verdiani eseguiti dall’Orchestra della Svizzera italiana e Coro della RSI diretti da Diego Fasolis e dall’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino diretti da Gianandrea Noseda, due dei più importanti direttori d’orchestra a livello internazionale.

“L’opera – affermano gli autori – è considerata nel mondo il prodotto culturale più straordinario creato dalla nostra società. Un teatro come quello di Verdi, capace di cantare la voglia della gente di non essere più sudditi ma cittadini che sviluppano senso di appartenenza, è assolutamente eccezionale”.

Nel corso della serata poi premi in prodotti alimentari di produzione locale per coloro che sapranno rispondere ai quesiti sul tema cibo e melodramma.

 

 

 

















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