“L’aviaria paralizza l’industria e tutta l’economia a essa correlata direttamente o indirettamente, lo sappiamo. Oltre mezzo milione di galline sono state abbattute e i costi a carico della collettività per l’estinzione dei focolai a oggi conosciuti e per la rifusione del danno agli allevatori, pur non essendo ancora determinati, ammonteranno sicuramente a diverse decine di milioni di euro. Di entità ancora maggiore saranno i danni all’industria avicola regionale che si trova tutta posta in “quarantena” senza possibilità di esportare animali vivi, uova e altri prodotti dell’allevamento verso altre regioni e senza la possibilità di accasare animali o farli uscire dagli allevamenti se non per un macello obbligatoriamente posto nel territorio regionale; pur avendo già avuto ondate di epidemia, ed essendo consci di tutto questo, noi riduciamo i controlli?
I servizi veterinari pubblici hanno svolto il loro lavoro correttamente, effettuando prelievi in tutte le fasi ed in tutte le tipologie dell’allevamento avicolo con costi di analisi estremamente contenuti. Peccato che da qualche anno a questa parte, le direttive regionali volte a coordinare i servizi veterinari ASL – in una logica di solo immediato risparmio – hanno progressivamente portato alla riduzione degli interventi programmati, sopprimendo ad esempio la sorveglianza nella popolazione avicola rurale.
Da veterinario prima ancora che da pubblico amministratore chiedo quindi con un’interrogazione che la Regione si prenda le sue responsabilità, anziché tentare di scaricarla sui servizi veterinari, che proprio dalla Regione avrebbero dovuto essere coordinati.
Invece, con “grande” lungimiranza, la Regione ha ridotto l’attività di campionamento, nonostante i focolai che hanno principalmente interessato regioni con noi confinanti. Ora, sarei curioso di sapere quanto possiamo vantarci di aver risparmiato, a fronte delle decine di milioni di euro che la collettività dovrà spendere per estinguere i focolai e rifondere il danno agli allevatori colpiti?
Ultima nota grottesca: a seguito del nostra risoluzione della settimana scorsa e’ magicamente comparso sulla relazione dell’assessore Lusenti, la sospensione temporanea dell’impiego nella caccia di uccelli da richiamo, che come avevamo allertato, e’ veicolo di contagio da non trascurare.
Plaudo a questa ordinanza arrivata in seconda battuta, che era un’assurdità dal punto di vista epidemiologico ed economico – considerato che sono state bloccate fiere avicole e i mercatini domenicali, mentre i cacciatori possono spostare liberamente per tutta la regione anatre da richiamo potenzialmente infette, e tranquillizzo l’assessore Lusenti che se mai dovesse perdere voti nella lobby della caccia, dica pure che è colpa nostra.
A questo proposito, vorrei sapere se ci sia una previsione di quando si potrà dare il via alle fiere avicole e ornitologiche? Mi auguro che si studino in fretta delle deroghe, perché si tratta di un settore che non può e non deve restare bloccato”.
(Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna)