Garantire un corretto trattamento dei rifiuti urbani prodotti nel territorio provinciale superando lo smaltimento in discarica grazie allo sviluppo della raccolta differenziata, al potenziamento del recupero e senza ampliare il termovalorizzatore. Sono i punti fermi delle strategie modenesi per la gestione dei rifiuti riepilogate dal presidente della Provincia Emilio Sabattini e dal sindaco di Modena Giorgio Pighi in una conferenza stampa nella quale hanno sottolineato che «l’impianto di via Caruso rimarrà quello attuale, con una sola linea attiva; non aumenteranno i quantitativi di rifiuti che potrà gestire e non ne arriveranno da fuori regione, come non è mai avvenuto negli altri impianti analoghi. E’ una scelta politica chiara e responsabile, assunta già più di un anno fa e ribadita più volte. Si tratta di impegni, comunque, che Hera nei giorni scorsi ha ribadito anche formalmente».
Il riferimento è a una lettera del gestore che, a proposito del recente provvedimento della Provincia che attribuisce la qualifica “R1” all’inceneritore, ricostruisce il percorso tecnico e normativo che ha portato alla riclassificazione dell’impianto sulla base della sua efficienza energetica, e afferma come la modifica «non varia le quantità di rifiuti trattabili nell’unica linea esistente, né quella dei rifiuti speciali conferibili. Tantomeno introduce elementi di novità e facilitazione rispetto alla costruzione della terza linea, la cui realizzazione non è stata inclusa nel Piano industriale della società».
Nella lettera il gestore conferma inoltre che la modifica consente, nel rispetto della gerarchia dei rifiuti («privilegiando il recupero energetico rispetto allo smaltimento») di utilizzare l’impianto in presenza di situazioni contingenti, come ad esempio fermi programmati o guasti imprevisti dei termovalorizzatori in altri ambiti provinciali, «al servizio dei fabbisogni di trattamento contingenti di tali territori, in ottica di mutuo soccorso, senza dover necessariamente fare ricorso al meno virtuoso smaltimento in discarica».
L’ambito di riferimento è ovviamente quello regionale, come previsto dalla nuova normativa, mentre rispetto alla situazione provinciale lo scenario è quello determinato da una produzione di rifiuti urbani che supera le 441 mila tonnellate all’anno, solo in parte sono trattate dall’inceneritore (nel 2012 sono state 127 mila tonnellate) (comunicato n. 504).
E’ la stessa Hera a sottolineare che il conferimento al termovalorizzatore dei rifiuti urbani del territorio provinciale «assicurerebbe la pressoché totale saturazione della capacità di trattamento dell’impianto, che trova il suo limite nella capacità termica nominale, permettendo di rispettare virtuosamente la gerarchia sopradescritta, e, pertanto, evitando il ricorso allo smaltimento in discarica. Come viene espressamente chiarito nella recente modifica dell’Aia, in via sussidiaria potranno essere conferiti rifiuti speciali nel limite quantitativo di 50.400 tonnellate annue, definito dall’Aia rilasciata nell’ottobre 2011».
La gerarchia dei rifiuti fissata dal provvedimento della Provincia viene confermata, sotto il profilo tecnico, anche dal gestore: «per il futuro continuerà a rispettare non solo i limiti quantitativi predefiniti ma anche la priorità a favore dei rifiuti urbani provinciali e in subordine dei rifiuti urbani regionali poi dei rifiuti speciali nei limiti quantitativi già autorizzati. Solo dopo l’esaurimento delle opzioni suddette potrebbe farsi ricorso ai rifiuti urbani extra-regionali, ma ciò costituisce un’opzione operativamente non attuale, tenuto conto delle priorità sopra espresse e come dimostrato anche dall’esistenza in regione di tre impianti di termovalorizzazione (Bologna, Ferrara e Ravenna) qualificati già da anni come impianti di recupero R1 senza che sia mai stato necessario conferire in essi rifiuto urbano extra-regionale».
«Il quadro generale per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti in ambito provinciale – osservano Sabattini e Pighi – è positivo, con un costante e significativo aumento della raccolta differenziata e la progressiva dismissione delle discariche. Il costante lavoro di monitoraggio sui dati ambientali, inoltre, costituisce una garanzia per i cittadini, perchè non deve esserci alcun dubbio sui rischi per la salute. A questo fine – aggiungono – abbiamo invitato Azienda Usl e Arpa a fare il punto sullo stato dei controlli ambientali, nel corso della prima riunione della Conferenza territoriale sociale e sanitaria in programma il 20 settembre».
Sabattini e Pighi auspicano infine che «venga adottato al più presto il Piano regionale, dal quale ci aspettiamo risposte concrete rispetto alla riduzione della produzione di rifiuti, il sostegno alla raccolta differenziata e alle decisioni da assumere sugli impianti nel bacino regionale».
PRODUZIONE IN CALO, BRUCIATO IL 28,8% – MENO DISCARICHE ATTIVE E NESSUN NUOVO IMPIANTO
Nell’ultimo decennio la percentuale di rifiuti urbani trattati con la raccolta differenziata in provincia di Modena è passata dal 35,2 per cento al 56,6 per cento, con un aumento di oltre il 21 per cento. Delle 441 mila tonnellate di rifiuti complessivamente prodotte nel 2012, quasi 250 mila sono state raccolte in modo differenziato. Sono i dati elaborati dall’Osservatorio provinciale rifiuti in base alle informazioni dei Comuni e dei gestori del servizio (Aimag, Geovest e Hera).
Il recente report dell’Osservatorio relativo all’anno 2012 segnala un calo nella produzione di rifiuti solidi urbani (441.838 tonnellate rispetto alle 454.078 dell’anno precedente). Delle oltre 191 mila tonnellate raccolte in modo indifferenziato, circa 127 mila (il 28,8 per cento del totale dei rifiuti prodotti) sono finite nel termovalorizzatore; circa 6 mila tonnellate (l’1,4 per cento del totale) all’impianto di selezione e biostabilizzazione di Carpi e le restanti 58 mila tonnellate (13,2 per cento del totale) nelle discariche attive sul territorio modenese.
Solo lo o,3 per cento dei rifiuti da raccolta differenziata, pari a 1.208 tonnellate, è avviato verso impianti di smaltimento perchè non riciclabile; il resto (oltre 248 mila tonnellate) è avviato al recupero.
Anche il numero delle discariche autorizzate ad accogliere i rifiuti solidi urbani è calato. A fronte degli 8 siti attivi nel 2004, nel 2012 sono 3 quelli disponibili, e utilizzati a turnazione, nel bacino Aimag, oltre a quello gestito da Feronia a Finale. A questi si aggiungono le discariche di Pievepelago e Zocca, che sono formalmente aperte ma da anni non ricevono conferimenti. E in prospettiva non ci sono nuove discariche: ce n’erano 5 previste nel Piano provinciale di gestione rifiuti del 2005, mentre nel documento preliminare del Ppgr approvato nella primavera del 2012 dal Consiglio provinciale non sono previsti nuovi impianti, ma solo eventuali ampliamenti di quelli già esistenti.