Volge al termine la stagione irrigua del Consorzio della Bonifica Burana: in estate sono stati movimentati oltre 400 milioni di metri cubi d’acqua pari a 400 miliardi di litri. Infatti, seppure il primo trimestre dell’anno sia stato il più piovoso da oltre un secolo, già ai primi caldi le necessità idriche delle colture agricole (qualitative e quantitative) hanno reso necessaria l’attività di distribuzione irrigua del Burana.
La stessa acqua di pioggia che costituisce un pericolo in inverno, infatti, si trasforma in risorsa preziosa durante il periodo estivo quando non viene scari¬cata, ma integrata con quella prelevata dai fiumi per essere trattenuta e utilizzata per agricoltura e ambiente. Il Burana ha dunque azionato i propri impianti tutta estate per consentire la copertura idrica a fini irrigui ed ambientali del prezioso patrimonio agricolo delle nostre zone.
“Il solo Canale Diversivo di Burana, una delle nostre arterie idriche principali, nella stagione estiva appena trascorsa ha ricevuto circa 70 milioni di m3 d’acqua, equivalenti a 70 miliardi di litri d’acqua, per intenderci – afferma il Direttore del Burana Claudio Negrini. “Le acque dei canali di bonifica, seppure sembrino ferme, sono comunque in movimento: chiaro che, per loro stessa natura, non parliamo di acque dal regime torrentizio, ma non sono neppure stagnanti. E quel movimento nei canali del Burana è orchestrato grazie all’opera attenta di decine di guardiani e di tecnici specializzati addetti al monitoraggio, al funzionamento di oltre 50 impianti idrovori e centinaia di chiaviche e manufatti minori, accanto ad un efficiente sistema di telecontrollo, in modo molto attento per il mantenimento del migliore equilibrio idraulico.”
In ottobre, dunque, verranno messe in atto tutte le manovre necessarie per far defluire le acque dalla rete di oltre 2.500 chilometri di canali del Consorzio di Burana: i canali nel periodo invernale, quando non alimentati dalle pompe idrovore e dai flussi per gravità estivi accoglieranno solo acque di pioggia e acque reflue lasciando la rete dei canali svasata per fronteggiare gli importanti carichi d’acqua provenienti dagli eventi meteorologici.
Le operazioni si protrarranno per circa un mese, anche in relazione all’andamento stagionale, alle eventuali residue esigenze irrigue delle colture in atto nelle campagne e al fine di ridurre al minimo gli smottamenti arginali e le altre problematiche di tipo ambientale.
Negrini aggiunge: “Le operazioni di passaggio dal regime irriguo a quello di scolo, verranno compiute con la massima gradualità anche per la salvaguardia – e l’eventuale recupero da parte degli Enti competenti – della fauna ittica che popola i canali di bonifica, per consentire ai pesci, senza pregiudicare la sicurezza idraulica, di seguire i flussi idrici e raggiungere in sicurezza le aree più idonee allo svernamento.”
Il Presidente del Consorzio di Burana Francesco Vincenzi chiude: ”accanto allo svaso dei canali è l’attività ordinaria di manutenzione di canali e impianti a garantire la pulizia, e dunque la funzionalità della rete di canali. Va precisato però che, oltre ad adottare tutti gli accorgimenti tecnici atti al risparmio idrico, la bonifica non consuma acqua a fini irrigui, ma la utilizza per distribuirla nei campi da cui, per la gran parte, fa ritorno in falda e nei fiumi. D’altra parte, la bonifica è abituata a convivere con una duplice identità, quella votata allo scolo d’inverno e quella irrigua d’estate, anche se la recente estremizzazione dei fenomeni metereologici ha reso tutto più complesso.”
Immagine del Canale Diversivo di Burana in un tratto interessato dal lavori post-sisma