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Fare per Fermare il Declino: ecco i 7 peggiori sprechi di denaro pubblico in Emilia-Romagna. Sabato a Modena la riunione di tutti i comitati locali

fare-modenaSono i “terribili sette”: i monumenti allo spreco realizzati dalle amministrazioni pubbliche e dai partiti in Emilia-Romagna. A dare i voti e ad assegnare i trofei in negativo sono stati i militanti dei comitati locali di Fare per Fermare il declino, che si riuniranno sabato 21 settembre a Modena per confrontarsi in preparazione dei prossimi appuntamenti elettorali a livello regionale.

Ecco i sette anti-premi, per i peggiori sprechi di denaro pubblico, con le motivazioni dell’assegnazione da parte degli attivisti di Fare.

1) Bologna, progetto Civis. Queste le motivazioni: Il tram su gomma che doveva collegare San Lazzaro di Savena con Borgo Panigale è un buco nero nella recente storia della città di Bologna, un pozzo senza fondo nel quale sono stati gettati fiumi di denaro pubblico. Quello che i bolognesi hanno ottenuto è stato di vedere la propria città martoriata da quattro anni di lavori, completamente inutili.

2) Reggio-Emilia, Fondazione Monadori. La Fondazione Monadori, che è controllata dagli enti locali reggiani, ricorda il caso della Fondazione Mps, con l’aggravante che si è ripetuto due volte. La Manodori è stata coinvolta prima nel tracollo di Bipop-Carire, e poi nella serie di aumenti di capitale di Unicredit degli ultimi anni che hanno determinato un tracollo del patrimonio della fondazione.

3) Parma, Ponte Nord. Un ponte costato 25 milioni di euro, senza che si sappia qual è l’utilizzo. È stato progettato per ospitare attività commerciali ed espositive. – spiegano i sostenitori di Fare – Ma la legge da sempre vieta l’installazione di attività permanenti sui ponti. Così è aperto, ma vuoto. Mentre la biblioteca Palatina, tesoro della città, è chiusa da un anno, non ha le risorse per poter aprire completamente al pubblico, e decine di bibliotecari sono pagati ugualmente, anche se senza incarichi.

4) Cesena, ERT. Ogni anno il Comune di Cesena dà un milione di euro a ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione) e in cambio riceve solo un cartellone teatrale che di anno in anno è sempre meno appetibile, tanto che le presenze sono in forte diminuzione. Il sindaco Lucchi (PD), viste le numerose lamentele, quest’anno aveva deciso di tagliare il finanziamento a 750.000 euro, ma il “miracolo” di Icarus (il sistema di videosorveglianza degli accessi al centro) ha portato nelle casse di ERT altri 250.000 euro.

5) Ferrara, nuovo Ospedale di Cona. Nuovo per modo di dire visto che ci sono voluti ben 21 anni per costruirlo. L’Ospedale di Cona è uno degli esempi più eclatanti di spreco pubblico: 21 anni impiegati per costruirlo, oltre 500 milioni di euro spesi (cifra decuplicata rispetto alle previsioni di partenza), inchieste penali e civili per danni da 130 milioni di euro.

6) Modena, spreco del territorio. A Modena migliaia di ettari di campagna sono stati sottratti alla loro funzione e trasformati in cemento: dalla fine degli anni ‘90 ad oggi il territorio urbanizzato è stato incrementato del 40% . Ciò che è più grave è che all’interno della città esistevano e in parte ancora sono presenti intere aree industriali dismesse da recuperare.

7) Rimini, il problema delle società partecipate. I principali sprechi pubblici (aeroporto, proliferare di Palacongressi, maxistipendi dei dirigenti Hera) sono collegati alla gestione di società formalmente private, ma a partecipazione prevalentemente pubblica. La politica deve uscire da queste società.

 

Sabato 21 settembre, alle ore 14, a Modena presso Palazzo Europa, in Via Emilia Ovest, 101, si terrà l’incontro tra gli aderenti di FARE Emilia Romagna su “come declinare a livello locale le politiche nazionali”. La stampa è invitata. Sarà un’importante occasione di confronto e approfondimento, con la partecipazione di Federico Tonelli, Lorenzo Zunino, Giuliano Velluzzi e Fulvia Ugetti.

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Fare per Fermare il Declino è il partito politico scaturito dal movimento nato lo scorso agosto per iniziava di sette personalità di primissimo piano a livello italiano e internazionale, indipendenti e libere da legami politici con i vecchi partiti. Il loro manifesto di appello agli italiani, pubblicato su sei quotidiani e intitolato “Cambiare la politica, fermare il declino, tornare a crescere”, è basato su 10 punti programmatici, semplici e realizzabili, e ha ottenuto una immediata e forte risposta da parte degli italiani, che ha permesso di partecipare alle elezioni politiche già dopo pochi mesi dalla costituzione. Oggi il movimento conta oltre 70mila adesioni. A livello nazionale il coordinatore è Michele Boldrin. La presidente regionale per l’Emilia-Romagna di Fare per Fermare il Declino è la modenese Fulvia Ugetti. 

 

 

















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