“Sviluppare le energie alternative per reagire al ‘caro petrolio’ e dare un futuro all’agricoltura modenese, specie alle colture estensive, come le barbabietole, che rischiano di sparire dalla nostra provincia”. La proposta è di Pier Giorgio Lenzarini, presidente di Fedagri, la federazione delle cooperative agroalimentari aderenti a Confcooperative Modena, per il quale il continuo aumento del prezzo del greggio rende indispensabile il ricorso ai biocarburanti.
Nella nostra provincia si ragiona già da tempo sull’opportunità di investire sulle produzioni di biodiesel, bioetanolo e biomasse. “Alcune nostre cooperative di servizi agricoli – spiega Lenzarini – stanno valutando la possibilità di riconvertire macchinari e coltivazioni per produrre biomasse provenienti dai sottoprodotti di altre lavorazioni (per es. paglia dal grano e stocchi di mais) o impiantando colture dedicate, come pioppo e sorgo da fibra. L’idea è produrre calore in modo naturale e pulito, e convertirlo in energia, sull’esempio di quanto si fa da tempo nel Nord Europa, ma anche in Trentino-Alto Adige e Friuli”.
Confcooperative Modena, inoltre, sta verificando con alcuni Comuni della Bassa e della montagna la possibilità di realizzare impianti di teleriscaldamento per scuole e impianti sportivi utilizzando come materia prima biomasse di origine agricola. “È indispensabile collegare le iniziative di produzione al territorio – prosegue il presidente di Fedagri – coinvolgendo gli enti locali in un progetto a forte partecipazione istituzionale, non episodico e in grado di promuovere lo sviluppo di un sistema di filiere energetiche alternative, basato sulla cointeressenza di costi e ricavi, da parte di tutti i soggetti interessati: dalla produzione della materia prima al consumatore finale”.
Lenzarini sottolinea che il quadro normativo europeo lascia intendere che, per il mercato dell’etanolo da combustibile, i Paesi Ue abbiano già chiare le potenzialità dell’applicazione dei biocarburanti.
In Gran Bretagna, per esempio, godono di una detassazione del 44 per cento. In Francia, dove la detassazione è del 60-80 per cento, sono già coinvolte le principali aziende petrolifere e i produttori di barbabietole. In Spagna e Germania la detassazione è del 100 per cento. Quindi, oltre a essere naturali, puliti e inesauribili, i biocarburanti sono anche più economici del petrolio, soprattutto se, come affermano gli esperti, il prezzo del greggio raggiungerà i 100 dollari al barile entro il 2010.
“È necessario che si concretizzi una grande volontà politica a sostegno di questa strada, altrimenti il deficit di energia del nostro Paese è destinato ad aumentare. Ma soprattutto si tratta di offrire un’alternativa concreta alla nostra agricoltura, dandole la possibilità – conclude il presidente di Fedagri-Confcooperative Modena – di passare da produzioni tradizionali, dall’incerto futuro, a produzioni innovative e più remunerative”.