Dopo oltre due anni di lavoro, lunedì 30 settembre, la Commissione agricoltura dell’Unione europea ha approvato la riforma della politica agricola comune (Pac) a partire dal 2014, una programmazione che nonostante la riduzione del budget di oltre il 10 per cento rispetto all’attuale, impegna comunque il 38 per cento del bilancio dell’Unione. Delle prospettive e delle sfide poste dalla nuova Pac anche all’agricoltura modenese si è parlato nel seminario promosso dalla Provincia di Modena che si è svolto nel pomeriggio di mercoledì 2 ottobre alla Camera di commercio.
«Una Pac più equa nella redistribuzione delle risorse, più verde, più giovane, che premia il lavoro e l’impresa». Così ha definito la nuova programmazione il presidente della Commissione agricoltura Paolo De Castro intervenuto per illustrarne le linee guida: «Questo risultato è una testimonianza tangibile dell’impegno del Parlamento che, per la prima volta nella storia della Pac, ha migliorato significativamente le proposte di regolamento e lavorato per rendere la riforma realmente rispondente alle esigenze degli agricoltori, riequilibrando il ruolo dei paesi mediterranei, quindi anche dell’Italia, all’interno del contesto europeo. Tra le misure di diretto impatto sul nostro paese e, in particolare, sul territorio modenese, l’intervento sul “greening” che per le colture arboree (vigneti, frutteti, uliveti) non comporterà nessun impegno aggiuntivo per gli agricoltori. Ma importanti misure sono state stabilite anche per altri settori vitali per il settore agroalimentare italiano». Nel mese di novembre si avvierà l’iter applicativo della riforma «che fornirà per i prossimi sette anni sostegno e nuove opportunità competitive agli agricoltori europei. E in questa prossima decisiva fase – ha concluso De Castro – l’impegno e la determinazione degli Stati membri affinché la riforma rispetti gli obiettivi stabiliti dalle istituzioni europee saranno decisivi».
All’incontro, per approfondire i cambiamenti che investiranno l’agricoltura regionale è intervenuto l’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Tiberio Rabboni che ha sottolineato come «la nuova Pac offra interessanti opportunità di crescita, ma va evitato l’assalto alla diligenza. Le risorse dei Piani di sviluppo rurale non possono essere usate per finanziare ciò che negli ultimi è stato tagliato. Al contrario occorre concentrare i finanziamenti su alcuni obiettivi strategici e sull’innovazione, premiando le Regioni più efficienti nella spesa». Secondo l’assessore «nella nuova Pac ci sono misure per sostenere crescita e competitività aziendale ma saranno fondamentali le scelte che farà il Governo nazionale, a partire dai criteri di assegnazione dei fondi per lo Sviluppo rurale». L’assessore ha poi citato tra le novità più interessanti contenute nel documento le risorse destinate a finanziare la riduzione dei costi assicurativi e la costituzione di fondi mutualistici tra gli agricoltori, il partenariato per l’innovazione e il trasferimento tecnologico, la priorità nell’accesso ai finanziamenti riconosciuta a chi si unisce per dare vita a reti di impresa.
Le recenti decisioni assunte a Bruxelles impatteranno fortemente sull’agricoltura modenese nelle sue tipiche articolazioni: latte, ortofrutta, vite, cereali e zucchero. Come ha spiegato l’assessore provinciale all’Agricoltura Luca Gozzoli, che ha anche illustrato i risultati ottenuti finora, la nuova Pac «cambia le modalità di erogazione dei contributi riducendo il pagamento diretto e prevede il superamento delle quote latte che saranno sostituite con quote di prodotto. Un cambiamento sostanziale per un territorio come il nostro che nel 2012 ha prodotto oltre 300 mila tonnellate di latte destinato per il 95 per cento alla produzione di parmigiano reggiano. È quindi fondamentale per noi studiare a fondo quali potrebbero essere le ricadute della nuova programmazione sulla nostra agricoltura per trasferire alla Regione e al Governo elementi utili per l’applicazione delle nuove regole ma soprattutto per essere in grado di governare l’inevitabile cambiamento e stare dentro la riforma da protagonisti, senza averne paura».
DAL 2007 AL 2013 IMPEGNATO OLTRE IL 90 PER CENTO DEI CONTRIBUTI
Una media di circa 31 milioni di euro all’anno in contributi diretti ricevuti da circa settemila imprese agricole modenesi e quasi 92 milioni di euro assegnati nell’ambito del Programma rurale integrato provinciale (Prip) e impegnati a oggi per oltre il 90 per cento. Sono questi i due dati principali sull’applicazione, ancora in corso, in provincia di Modena della Pac 2007-2013 della quale l’assessore provinciale all’Agricoltura Luca Gozzoli ha dato conto nel corso del seminario di mercoledì 2 ottobre.
Nell’ambito del primo pilastro della Pac, che comprende i pagamenti diretti agli agricoltori e gli aiuti di mercato, a Modena sono arrivati anche, a partire dal 2001, oltre 19 milioni di euro di contributi per i piani di ristrutturazione dei vigneti che hanno permesso di impiantare 3.300 ettari di vigneti nuovi (pari circa alla metà dei vigneti sul territorio); altri cinque milioni di euro hanno permesso di incentivare l’estirpazione di 487 ettari di vigneti obsoleti.
Attraverso i contributi del Prip, la Provincia ha sostenuto in particolare l’insediamento dei giovani agricoltori e la formazione professionale: sono 245 i giovani agricoltori che hanno cominciato l’attività dal 2008 a oggi. Di questi, 99 sono donne e 75 si sono insediati in montagna; in 154 hanno presentato domanda per ammodernare la loro impresa. È stata assegnata la quasi totalità dei fondi disponibili anche per la copertura dei maggiori costi sostenuti dalle aziende montane e per l’adozione di tecniche agricole a maggior tutela ambientale.
Da segnalare anche le misure attivate attraverso il Piano di sviluppo rurale per ripristinare i danni causati dal sisma de 2012: in particolare, sulla misura 126, che concede contributi all’80 per cento della spesa sostenuta per ripristinare i danni alle macchine e agli attrezzi agricoli, sono state presentate 435 domande per un totale di 27 milioni e mezzo di euro. Le risorse già liquidate, in media 38 giorni dopo la presentazione della domanda di pagamento, sono pari a cinque milioni di euro.