Quando venne presentata la misura, qualcuno, a partire dal Movimento 5 stelle, aveva espresso forti dubbi sulla sua efficacia. E, invece, il bonus fiscale contenuto nel cosiddetto decreto Lavoro e destinato a sostenere l’occupazione degli under 30, si sta rivelando efficace, almeno nel suo debutto. Il cosiddetto “Click day”, infatti, secondo i dati diffusi dall’Inps, nella giornata di mercoledì 2 ottobre, ha sfiorato quota 7mila domande telematiche, 510 nella sola Emilia-Romagna. “Si tratta di una misura introdotta dal decreto legge 76 del 2013, che il Parlamento ha convertito in legge nell’agosto scorso – spiega il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, membro della Commissione Lavoro della Camera, che ha seguito da vicino il provvedimento nel suo iter parlamentare – Il provvedimento introduce incentivi economici significativi per quelle imprese che assumono giovani tra i 18 e i 29 anni con contratti a tempo indeterminato o convertono in forma stabile contratti precari. In sostanza, le aziende si vedono azzerato il costo dei contributi per un tempo di 18 mesi nel primo caso (nuovi contratti a tempo indeterminato) e di 12 nel secondo (conversione da forma precaria a contratto stabile)”. Nonostante i comprensibili timori della vigilia, i dati Inps confermano oggi che il meccanismo è in grado di funzionare in tutte le realtà: sono ben 83, infatti, i “click” che riguardano la sola provincia di Modena. “E’ un risultato incoraggiante – conferma l’on. Baruffi – Finalmente un provvedimento che crea posti di lavoro veri, stabili, per i giovani. Anche se è ancora presto per fare bilanci siamo partiti col piede giusto, soprattutto in vista del dibattito sulla Legge di stabilità che prenderà avvio nei prossimi giorni. Lo stesso presidente Letta, ieri alle Camere, – aggiunge Baruffi – ha infatti ribadito che uno degli assi portanti della prossima manovra, per sostenere lo sviluppo, sarà il taglio del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Il meccanismo che abbiamo appena testato, se esteso nella tempistica e nella platea di lavoratori di riferimento, potrebbe concretamente sostenere la creazione di nuovo lavoro, non solo giovanile. Inoltre, si tratta di una misura utile a contenere la precarietà e a incentivare la stabilità dei contratti. Naturalmente – conclude il parlamentare modenese – parte del taglio del cuneo fiscale dovrà essere destinato ai lavoratori, per avere buste paga più pesanti e sostenere la ripresa dei consumi”.
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