“Ho appena proposto in Commissione Bilancio la messa in liquidazione di Sgp, società che abbiamo ereditato (debiti compresi) e che continua a pesare sui conti comunali e sui servizi” – ha dichiarato questa sera il sindaco Luca Caselli. “Con il voto del 15 ottobre il consiglio comunale potrà decidere se virare verso il rigore oppure continuare a spendere con una s.r.l. figlia dell’epoca degli sprechi” – ha continuato il primo cittadino, che ha poi aggiunto: “una decisione seria, drastica e grave. L’unica decisione possibile. Sarà fatto di tutto per salvaguardare il futuro dei dipendenti”.
“Dopo avere esaminato la situazione economica e finanziaria della società, tenuto conto della volontà politica già espressa dall’Amministrazione di non alzare le tasse ai cittadini e di non scaricare gravemente sul bilancio sano ed in equilibrio del Comune il debito di SGP, ed in considerazione dei più recenti indirizzi dal legislatore e dai pareri espressi della Corte dei conti che spingono gli enti locali alla chiusura delle società partecipate, il Sindaco e la Giunta comunale di Sassuolo hanno deciso di sottoporre, nella prossima seduta del Consiglio comunale, una proposta di delibera per la messa in liquidazione, dal 1° gennaio 2014, di SGP, Sassuolo Gestioni Patrimoniali.
La proposta di delibera che sottoporremo al Consiglio comunale è un atto di indirizzo che autorizza ed impegna il Sindaco a presenziare all’assemblea straordinaria e deliberare in nome del socio unico, ovvero il Comune, la liquidazione volontaria della società”
Lo ha annunciato il Sindaco di Sassuolo Luca Caselli, nel corso della seduta serale di martedì 7 ottobre, della commissione consigliare bilancio che, come la precedente, si è svolta in forma pubblica, presso l’aula del Consiglio Comunale.
“L’Amministrazione ha intrapreso, fin dal 2009, un percorso di razionalizzazione della spesa e di possibile rilancio della società che, nonostante l’enorme debito pregresso accumulato, ha consentito fino ad ora di garantire tutti i servizi pubblici trasferiti alla società e tutti i posti di lavoro. Oggi, purtroppo, i dati contabili del 2013, che sottoponiamo all’analisi dei consiglieri comunali e che ci consentono di valutare l’impatto che i costi di gestione avrebbero sul 2014, ci indicano che la via della liquidazione, si rivela, sia tecnicamente che politicamente, e oggi anche giuridicamente, l’unica percorribile. La Società registra, nonostante i risparmi praticati, circa 4 milioni l’anno di perdita, una situazione che non le consentirebbe in futuro di operare mantenendo fede ai propri impegni, garantendo i servizi che le sono stati conferiti, ed onorando, in tempi ragionevoli, i debiti nei confronti di banche e fornitori.
Per questo, ad oggi, la liquidazione della società, risulta essere oltre che opportuna sotto il profilo politico e normativo, anche sostenibile sotto il profilo economico. Servirà certamente un sacrificio da parte del Comune che dovrà onorare anche le garanzie fideiussorie stipulate, ma questa è l’unica scelta possibile.
Per quanto riguarda il tema delicatissimo del personale, sottoporremo nei prossimi giorni una richiesta di parere alla corte dei conti in merito alla praticabilità dell’ipotesi di reinternalizzare, come previsto dai contratti, all’interno del Comune, quei dipendenti un tempo trasferiti ad SGP, mentre si analizzeranno e si applicheranno, in accordo con i sindacati, tutte le forme di tutela per i dipendenti non trasferiti dal Comune ma in carico diretto ad SGP e la cui attività continuerà fino a liquidazione avvenuta.
La data del 1° gennaio 2014 è stata scelta per consentire la graduale reinternalizzazione, all’interno del Comune, dei principali servizi, molti dei quali essenziali, trasferiti ad SGP e dei quali la legge oggi impone la gestione pubblica.
Di fatto l’importante lavoro fin qui svolto dall’Amministratore Unico, che ha visto un processo di graduale reinternalizzazione dei servizi al Comune e di razionalizzazione nella gestione e nella spesa, ha posto le condizioni per rendere percorribile l’unica ipotesi possibile rimasta sul tavolo, ovvero una liquidazione della società compatibile con la necessità da un lato di ‘liquidare’ i creditori, partendo soprattutto da quelli più piccoli, con crediti da 0 a 100 mila euro, oggi esposti per due milioni di euro, di rinegoziare con le banche il debito a lunga scadenza e di garantire al personale la tutela dei loro diritti.
Non è una scelta facile, anzi si tratta di una proposta dolorosa, quella che sottoponiamo al giudizio del Consiglio comunale e di tutta la città, ma rappresenta l’unica soluzione possibile. Su questa si gioca il futuro non di questa amministrazione, ma dell’intera città”