Circa trenta lavoratori clandestini, uomini e donne, provenienti dall’Est europeo e dal centr’Africa sfruttati per un paio di settimane in un laboratorio ceramico artigianale, poi licenziati senza retribuzione.
E’ però andata male ai frateli M.D.P., 31 anni, e R.D.P, 26, nati in provincia di Salerno ma residenti a Modena, denunciati dal personale dell’Ufficio Sicurezza della Polizia Municipale di Modena per utilizzo di manodopera clandestina e favoreggiamento della permanenza in Italia di clandestini.
Da alcuni mesi, i due fratelli avevano aperto un’attività artigianale nel campo ceramico a Baggiovara: utilizzavano quattro o cinque clandestini per ogni turno di lavoro. Molto alto il turn over aziendale perchè dopo una quindicina di giorni gli operai perdevano il posto senza essere pagati. I titolari, molto probabilmente, erano convinti che nessuno clandestino avrebbe avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento. Ma M.D.P. e R.D.P. non avevano fatto i conti con il personale dei Servizi Sociali del Comune di Modena, che ha raccolto le segnalazioni di alcuni stranieri.
Il personale del Comando di viale Amendola, informato di quanto stava avvenendo, ha iniziato una serie di appostamenti che in pochi giorni ha consentito di individuare una quindicina di lavoratori irregolari che entravano nel laboratorio.
Nei giorni scorsi, l’irruzione degli agenti della Polizia Municipale. Nei locali, posti ora sotto sequestro, le perquisizioni hanno portato all’individuazione di materiale giudicato interessante per la conclusione delle indagini.