C’è un doppio errore a parere delle due Aziende sanitarie allorquando si parla di un presunto utilizzo improprio, o quantomeno iniquo, delle risorse disponibili per il ripristino delle strutture sanitarie danneggiate dai due terremoti del 2012. Il primo è oggettivo, legato a quanto effettivamente accaduto. Il secondo, di approccio, riguarda il rischio di cadere nuovamente in antagonismi tra singole strutture che sono lontani anni luce dal modello provinciale al quale oramai da anni Ausl e Policlinico di Modena si ispirano, modello peraltro chiaramente presentato nell’ambito del Piano attuativo locale, PAL, approvato all’unanimità da tutti i sindaci della provincia.
A ciò va aggiunto e chiarito che le modalità attraverso le quali sono state assegnati i finanziamenti, sono tali da far escludere in modo certo che: se una delle strutture danneggiate avesse ricevuto un finanziamento più contenuto, le altre ne avrebbero ottenute di più. In altri termini, è infondato dire che il Policlinico avrebbe drenato risorse che altrimenti sarebbero state destinate all’area nord.
Sul piano oggettivo è utile rammentare che i danni hanno riguardato entrambe le aziende sanitarie della provincia di Modena, Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria.
Con riferimento all’Azienda Usl, la prima stima dei danni al patrimonio immobiliare, comprendendo i tre ospedali – Ramazzini di Carpi, Santa Maria Bianca di Mirandola e Finale Emilia – e le sedi di Distretto danneggiate, ammonta a circa 38 milioni di euro. Se si tiene conto degli investimenti necessari per le tecnologie sanitarie, le tecnologie informatiche e gli arredi sanitari, il totale sfiora i 45 milioni di euro. Se si considerano complessivamente le spese per l’emergenza e gli investimenti programmati per il ripristino funzionale delle sedi aziendali, a questa cifra vanno aggiunti 2,7 milioni assegnati in precedenza all’Azienda Usl per la ristrutturazione della Casa della salute di Finale Emilia nonché i 7,9 milioni di altre spese per beni e servizi per l’emergenza (acquisto o locazione di beni e strutture, predisposizione e gestione dei Pma, temporaneo bisogno di ulteriori professionisti sanitari e non) si arriva ad un totale di circa 55 milioni, cifra che può essere considerata come il totale delle spese fino ad ora sostenute.
A seguito della LR n.16/2012 l’Azienda Usl ha richiesto fondi per ulteriori interventi ritenuti necessari per la ricostruzione e quindi il miglioramento delle sedi più danneggiate, la stima
dei danni è aumentata di circa 27 milioni di euro, totalizzando così 72 milioni di euro per danni al patrimonio immobiliare e tecnologico dell’azienda Usl.
A fronte di questi costi, fra il dicembre 2012 e il febbraio 2013, l’Azienda Usl si è già vista riconoscere, con tre diverse ordinanze del Commissario per le opere provvisionali e ripristini funzionali 27 milioni di euro a parziale copertura dei danni al patrimonio immobiliare, gli incassi relativi ai rimborsi assicurativi ammontano a 7,5 milioni, e le donazioni a circa 3,9 milioni. Tra queste cifre, sono compresi 1,8 milioni, frutto del concerto per l’Emilia andato in scena il 25 giugno allo stadio Dallara di Bologna.
A settembre 2013 sono stati approvati gli ulteriori fondi per la ricostruzione ex LR 16/2012 per circa 27 milioni di euro. Va quindi evidenziato che per le strutture che fanno capo all’Ausl non ci sono interventi di ripristino o superamento di vulnerabilità che non siano stati finanziati.
Con riferimento al Policlinico va invece ricordato che la scossa notturna del 20 maggio, ha provocato danni lievi, concentrati soprattutto in corrispondenza dei giunti strutturali che consentono agli edifici di avere una certa elasticità in caso di movimenti tellurici. La situazione è invece cambiata radicalmente il 29 maggio, tanto che furono evacuati i tre piani più alti. Alla fine di questi interventi, sono stati circa 400 i posti letto riposizionati, mentre quelli ai quali si è dovuto temporaneamente rinunciare sono stati 207 su un totale di 740.
La stima del fabbisogno economico per i ripristini dei danni complessivi subiti ed il superamento delle vulnerabilità ha portato alla determinazione di una somma di 74,8 milioni di euro, comprensiva dei costi per i consolidamenti, demolizioni, nuove costruzioni, consolidamento del blocco ascensori e ripristino delle facciate. Rispetto alla nuova palazzina, un unico edificio che ospiterà Pronto soccorso pediatrico e ostetrico, Unità di terapia intensiva neonatale, Ostetricia e Pediatria va specificato che la realizzazione di un complesso completamente nuova costa decisamente meno rispetto ad un più complesso e delicato intervento di recupero sulle strutture che verranno demolite.
Finora il Policlinico ha potuto contare fino ad ora sulla disponibilità di 5 milioni di euro che erano una dotazione economica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria prima del sisma (con questi fondi sono stati attivati una serie di cantieri post-sisma sul corpo principale), 2 milioni di euro relativi ad una donazione e potrà disporre di 14 milioni di euro grazie ai fondi di solidarietà europea. Questi fondi sono stati riconosciuti da un’ordinanza della gestione commissariale (febbraio 2013) che individua gli interventi finanziabili dal Fondo di solidarietà europeo, secondo una tempistica precisa, ad esecuzione lavori.