Da una parte “il permanere di precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali”, come “infiltrazioni di acqua dal soffitto” e “termosifoni che in alcune parti degli istituti penali non sono funzionanti affatto”, dall’altra però “il regime cosiddetto aperto” e “un significativo dato numerico relativo ai detenuti ammessi al lavoro all’esterno”: è fatto di luci e ombre il giudizio di Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, sulla Casa circondariale e sull’Ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, strutture che la Garante ha visitato lunedì 2 dicembre accompagnata dal direttore e dalla comandante di reparto della Polizia penitenziaria.
Alla data della visita risultavano essere presenti complessivamente 487 persone all’interno delle strutture: 168, su 217 in carico, presso l’Opg e 289 presso la casa circondariale. Di questi ultimi, i condannati in via definitiva sono circa la metà, 145, i tossicodipendenti 89 e gli stranieri 169, mentre sono 34, tra i 29 ammessi al lavoro all’esterno e i 5 in regime di semilibertà, i detenuti che possono attraversare i cancelli delle strutture.
Di forte impatto negativo, riporta la Garante, è stata la constatazione del permanere di precarie condizioni igienico-sanitarie e strutturali del carcere, la cui carenza è stata a più riprese segnalata sia nei rapporti semestrali a cura dell’Ausl di Reggio Emilia sia direttamente da parte di Bruno all’amministrazione competente, a causa delle infiltrazioni di acqua dal soffitto in alcune sezioni detentive, nelle camere di pernottamento stesse in cui sono allocati i detenuti e nella cucina, con il rischio concreto che andando avanti con la stagione invernale le condizioni possano letteralmente degenerare. Al momento risulta essersi completata la procedura di aggiudicazione dell’appalto per il rifacimento della copertura del tetto, ma i lavori restano ancora in attesa dell’avvio: ragione per la quale è del tutto verosimile prevedere che anche questo inverno verrà passato da molti detenuti in condizioni ambientali che non si caratterizzano certo per salubrità e che destano serie perplessità di poter rispettare i parametri di agibilità. Ancora irrisolta poi, segnala la Garante, la questione relativa al malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, con i termosifoni che in alcune parti degli istituti penali non sono funzionanti affatto, anche a causa della carenza di personale tecnico che possa far fronte al cattivo funzionamento.
Ma se da un lato le condizioni della struttura hanno destato parecchie preoccupazioni, dall’altro però si è constatato il positivo avvio dell’applicazione, iniziata proprio in quella giornata, da parte delle Direzione dell’istituto penitenziario delle indicazioni contenute nella nota del Provveditorato regionale volta a perseguire l’obiettivo della “umanizzazione” della pena nei penitenziari regionali: si prevede il cosiddetto regime aperto, con le celle e le camere di pernottamento che restano aperte per più di 8 ore al giorno, dalle 8.30 alle 16 e dalle 16.30 alle 21.00, per i detenuti di due sezioni, circa 50 persone a sezione tutte con pena definitiva, per lo più in due in cella, la cui tipologia rientra fra quelli con un livello di pericolosità non significativo.
In particolare, secondo le regole di comportamento in sezione aperta spiegate e consegnate ai detenuti, in quella fascia oraria si potrà: andare nella saletta ricreativa, sostare nel corridoio della sezione, andare ai cortili per il passeggio negli orari in cui sono aperti, fare la doccia (nelle fasce orarie 9-12 e 16.30-19.30), entrare nella stanza di un compagno di detenzione (con i gruppi che non devono superare però le 4 persone), telefonare, prelevare gli alimenti dal frigo comune e andare a frequentare i corsi nei quali si è inseriti.
È poi particolarmente significativo, commenta la Garante, il dato numerico relativo ai detenuti ammessi al lavoro all’esterno anche grazie alle convenzioni stipulate con il Comune di Reggio nell’Emilia ed i Comuni limitrofi: sono 29 i detenuti che vengono impiegati per 4 ore al giorno in attività quali la manutenzione del verde, delle scuole, e nella tinteggiatura degli alloggi comunali a fronte di un rimborso spese corrisposto dal Comune tra i 100 e i 150 euro al mese.
Al termine della visita la Garante ha effettuato colloqui con tre internati dell’Ospedale psichiatrico giudiziario che ne avevano fatto espressa richiesta. Rispetto al completamento del processo di superamento dei manicomi giudiziari si profila, a livello nazionale, un’ulteriore proroga del termine (ad oggi previsto per l’1 aprile 2014). Ma, come noto, il progetto dell’Ausl di Reggio Emilia per la realizzazione ex novo della “Residenza sanitaria per l’esecuzione della misura di sicurezza” ha già ricevuto in fase istruttoria un primo parere positivo dal ministero della Salute.