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Partite al sabato: no fermo dei sindaci


”Mai la serie B alle 15 del sabato”. Il coordinamento dei sindaci contrari all’orario fortemente voluto dalla Lega Calcio ha trovato, oggi a Piacenza, ulteriori motivi e strumenti di compattezza.


Roberto Reggi, sindaco della citta’ emiliana e portavoce del gruppo, spiega: ”Abbiamo rinnovato l’opposizione a un progetto del genere. Da tempo chiediamo di essere ricevuti dall’Assemblea dei presidenti, ma le nostre esigenze sono state del tutto ignorate: un comportamento che definiamo inqualificabile”.

“Noi, per il momento, continuiamo a insistere sulle 15 della domenica o sulle 20.30 del sabato. Certo, dalla discussione odierna sono usciti orari che potrebbero costituire una mediazione (19 del sabato, 17 della domenica ndr), ma non e’ questa la sede in cui esporli”.


Grande fermezza dunque dei sindaci che minacciano di non concedere gli stadi nemmeno per le 18.30 di mercoledi’ 7 e mercoledi’ 14 settembre, giorni fissati per il recupero della prima giornata.


All’incontro hanno preso parte sindaci e assessori allo sport in rappresentanza di Arezzo, Avellino, Bergamo (per Albinoleffe e Atalanta), Brescia, Bologna (era presente il sindaco Sergio Cofferati), Catania, Cesena, Cremona, Modena, Mantova, Piacenza, Terni, Verona e Vicenza. Non ha potuto presentarsi, ma ha dato la sua adesione, il Comune di Pescara. Adesioni inviate via fax dalle amministrazioni di Rimini, Catanzaro e Trieste. Unici assenti Torino per la situazione caotica della societa’ granata, Crotone e Bari.


Duro il giudizio di Cofferati: ”La Lega Calcio vuole penalizzare i cittadini e le famiglie, non pensando alle loro esigenze, alle attivita’ ludiche e ricreative programmate per il pomeriggio di sabato. Si crea soltanto un danno grave. Nelle prossime ore prepareremo la delibera destinata a chiudere lo stadio di Bologna di sabato alle 15. Se in Inghilterra cambiassero improvvisamente gli orari, dal sabato alla domenica, cosa succederebbe?”. Cofferati ha poi aggiunto: ”La Lega Calcio da sola pensa di cambiare le citta’, le abitudini di tutti noi. Noi siamo comunque disponibili a discutere per trovare una soluzione condivisa”.

















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