Domani mattina alle ore 9 si terrà, presso il tribunale di Bologna in via Farini, la prima udienza del processo Black Money. Legambiente, assieme a Libera, sarà presente all’udienza per sostenere il giornalista Giovanni Tizian, nella sua scelta di costituirsi parte civile nel processo a carico di una presunta organizzazione che faceva profitti con il gioco illegale, capeggiata da un individuo, ritenuto dalla Procura di Bologna legato alla ‘ndrangheta.
In una telefonata intercettata dalla Guardia di finanza a fine 2011, nell’ambito dell’inchiesta – scrive Legambiente Emilia Romagna in un comunicato – i due interlocutori facevano riferimento alla possibilità di «sparare in bocca» al giornalista della Gazzetta di Modena, per un articolo “sgradito”.
Legambiente sarà presente all’udienza per sottolineare la vicinanza a Tizian, che da due anni è sotto protezione per aver portato alla luce del sole dinamiche di stampo mafioso nella nostra regione.
Il dossier Ecomafia 2013 evidenzia infatti come in Emilia-Romagna la criminalità, legata ai reati ambientali, stia lentamente prendendo piede: la nostra regione sale infatti la classifica generale dell’illegalità. Nel corso del 2012 si sono infatti registrate ben 1.035 infrazioni accertate, 944 persone denunciate e 410 sequestri effettuati. L’accentuata dimensione globale delle attività di ecocriminali ed ecomafiosi, la diversificazione delle loro attività illecite, il ricorso sistematico a espedienti tipici della criminalità economica sono proprie anche dell’Emilia-Romagna con in primo piano ciclo dei rifiuti e del cemento.
Legambiente non può che stringersi in un abbraccio simbolico al giornalista nella sua scelta coraggiosa di non rimanere in silenzio davanti all’illegalità, nonostante le minacce, e per ricordare a tutti che Giovanni Tizian non è solo.