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Come cambia l’Emilia Romagna. Primo Rapporto sulla società regionale

popolazioneUna regione in trasformazione, con la popolazione che aumenta (+11,3% dal 2001 al 2011, rispetto al +6,4% a livello nazionale; l’incremento maggiore a Rimini, +12,3%, il calo più consistente a Ferrara, -2%), più nascite e l’invecchiamento dei residenti che rallenta, sebbene resti comunque marcato. Un sistema di welfare consolidato, non ancora intaccato dalla crisi, ma che deve rispondere a nuove esigenze (preoccupano gli stili di vita dei giovani ed è più difficile l’accesso alla sanità per gli stranieri). Alta scolarizzazione (94,9% il tasso regionale di partecipazione nell’istruzione superiore, di fronte al 92,3% italiano), abbandono dei banchi di scuola al minimo, ma avanza la liceizzazione a scapito della formazione tecnica, pilastro del sistema manifatturiero regionale. Redditi elevati e tenuta dell’occupazione (-3% gli occupati uomini fra il 2008 e il 2012, +2,7% le donne per un saldo finale di -0,5%, inferiore al -2,2% registrato nel Paese), ma preoccupa l’aumento delle famiglie ‘deprivate’, che cioè non riescono a garantirsi alcuni bisogni per loro fondamentali, come una adeguata alimentazione o l’utilizzo del riscaldamento nei mesi invernali (ma alcuni nuclei considerano tali anche i giorni di vacanza), passate dal 10% del 2010 al 14% di oggi (percentuale cresciuta dal 10% al 15% al Nord e dal 15% al 25% a livello nazionale). Infine, si conferma una elevata vocazione civica e associativa, così come permane la pluralità di canali informativi e partecipativi.

E’ l’Emilia-Romagna così come si presenta oggi, dopo anni di grandi trasformazioni e una durissima crisi economica, peraltro tuttora in corso. È l’Emilia-Romagna così come esce dal primo Rapporto sulla società regionale (“Sviluppo sociale e benessere in Emilia-Romagna – Trasformazioni, sfide e opportunità”, a cura di Rosella Rettaroli e Paolo Zurla, dell’Ateneo di Bologna), voluto dall’Assemblea legislativa regionale e realizzato dall’Università di Bologna (Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia e Dipartimento di Scienze Statistiche), presentato oggi nella Sala Polivalente ‘Guido Fanti’ dell’Assemblea legislativa, a Bologna. Un Rapporto che prende in esame diversi argomenti: evoluzione della popolazione, formazione delle famiglie, salute e stili di vita, studiare e formarsi, lavorare e guadagnare. Ancora: informazione, fiducia, partecipazione, ovvero le vie della cittadinanza attiva, essere e sentirsi sicuri, muoversi e vivere l’ambiente.

Ad aprire i lavori la presidente dell’Assemblea legislativa, Palma Costi. I professori Rettaroli (popolazione e famiglie, salute e ambiente) e Zurla (occupazione, capitale sociale e sicurezza) hanno illustrato i contenuti del Rapporto, poi discusso da Viviana Egidi (Università la Sapienza di Roma) e Paola Di Nicola (Università degli studi di Verona).

“La nostra società regionale si sta trasformando – afferma Palma Costi- ma abbiamo basi solide, che rappresentano le fondamenta su cui innestare un cambiamento che può e deve portare a più lavoro, più inclusione, più equità, più innovazione, più sviluppo”. Anche l’Emilia-Romagna, infatti, “non è immune dagli effetti della crisi, sia sul piano economico che sociale. C’è una questione di genere che riguarda il carico di lavoro che pesa ancora sulle donne e c’è una questione generazionale, perché i giovani si sentono e sono meno tutelati rispetto alle generazioni precedenti e fanno più fatica ad avviare una loro vita autonoma. E c’è anche una questione legata più in generale alla paura di retrocedere da una condizione di sostanziale benessere, sia a livello individuale che di beni e servizi. La nostra è dunque una regione sì in trasformazione, ma che ancora poggia sui suoi punti di forza: un alto tasso di prolungamento della speranza di vita, cui si associano tassi di natalità in crescita, e non solo per la presenza di donne straniere; un welfare efficiente, che rappresenta tuttora un modello a livello nazionale; una buona tenuta dell’occupazione e dei livelli di reddito, così come il nostro tessuto imprenditoriale continua a dare segnali di innovazione ed espansione, in particolare in alcuni comparti. Questo Rapporto sulla società regionale – sottolinea la presidente dell’Assemblea – racconta le trasformazioni in atto vista dalla parte dei cittadini, fornisce le chiavi di interpretazione di come sta cambiando la nostra società: un alfabeto comune che mettiamo a disposizione di chi amministra, delle categorie sociali ed economiche, dei cittadini, per poter riflettere e confrontarci insieme e trovare le risposte alle nuove domande che ci vengono poste in termini di lavoro, crescita, welfare, solidarietà e partecipazione”.

“Si tratta di una lettura non istituzionale dei dati che abbiamo raccolto- spiega Rettaroli-, di una analisi della modifica dei comportamenti individuali”. Tra i dati più significativi, l’invecchiamento della popolazione, comunque un dato ormai strutturale, e l’allarme riguardante i ‘Neet’, “cioè i giovani che non studiano e non lavorano, che sono il 15% degli emiliano-romagnoli nella fascia di età 15-29”. Il professor Zurla, invece, concentra la sua analisi sulle condizioni economiche delle famiglie: “Gli standard di vita sono mediamente elevati, ma una famiglia su tre giudica le proprie risorse insufficienti, anche se la concentrazione della ricchezza è in leggera diminuzione”. In un clima di recessione dell’occupazione a livello nazionale, prosegue, “in Emilia-Romagna calano i lavoratori uomini, a causa della crisi di due settori come l’edilizia e l’industria, ma aumentano le donne e i giovani, seppur con contratti a termine”. Infine, uno sguardo alla sicurezza: “I reati sono in realtà in calo- precisa-, ma aumenta la paura sia per l’ossessività dei media rispetto ad alcuni fatti di cronaca sia per l’aumento di reati cosiddetti minori che finiscono però per influire direttamente sulle esperienze personali dei cittadini”.

(Il rapporto completo e le schede di sintesi sono disponibili sul sito dell’Assemblea regionale: www.assemblea.emr.it)

 

















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