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Nuovo San Cesario: quale manutenzione per gli alvei fluviali? Perché non coinvolgere soggetti privati, in particolare gli agricoltori rivieraschi?

alluvione-sorbara-bastigliaPer prevenire disastri come quello dell’argine del Secchia occorre una pianificazione corretta della gestione delle acque di piena, con casse di espansione efficienti che tengano basso il livello del fiume, controlli sistematici e periodiche manutenzioni di ripristino di alvei e argini. Le casse di espansione del Secchia e del Panaro invece, a distanza di decenni dalla loro costruzione negli anni ’70, non sono ancora state collaudate. Le Associazioni Ambientaliste hanno da sempre chiesto che i corsi d’acqua, tutti, fossero oggetto, in modo sistematico, di controlli e manutenzioni per assicurare condizioni di sicurezza e al tempo stesso, per valorizzarne l’importante ruolo naturalistico, coinvolgendo in questo gli agricoltori e le persone abitanti lungo di essi. Il nostro Gruppo presenterà un intervento nel prossimo consiglio comunale per capire quanti controlli sono stati effettuati negli ultimi cinque anni al manufatto regolatore della cassa di espansione del Fiume Panaro e quali interventi di manutenzione idraulica ordinaria e straordinaria sono stati effettuati da Aipo presso l’alveo del Panaro in territorio comunale. E se è vero che per Aipo le risorse sono poche, che la manutenzione degli alvei fluviali è impegnativa con cento chilometri di asta dall’Appennino al bacino del Po, perché non coinvolgere soggetti privati, in particolare gli agricoltori rivieraschi, negli interventi di manutenzione ordinaria? ad esempio, nel taglio selettivo delle piante radicate in alveo attivo, nella manutenzione degli argini con ispezioni e controlli per verificare la presenza di tane, buchi, lesioni o cedimenti.

Non resta che evitare di ripetere gli errori del passato e difendere il territorio nello stato in cui si trova avendo ben chiaro che la Pianura Padana non è più “naturale” dal tempo dei Romani e che gli stessi fiumi seguono ormai un percorso innaturale imposto dall’uomo che a maggior ragione necessita di essere governato.

Il nostro pensiero va a ai territori alluvionati, chi vi abita, ne siamo certi, “terrà botta”, reagirà e si rialzerà, perché i modenesi, si sa, sono fatti così. Il plauso al carattere e all’operosità dei modenesi diventa però sempre più stucchevole quando poi vengono lasciati senza aiuti economici adeguati, impantanati nel fango peggiore, la burocrazia, dove, proprio i più onesti spesso rinunciano ad avventurarsi.

(Il Capogruppo Lista Civica Nuovo San Cesario, Sabina Piccinini – Presidente Circolo Legambiente San Cesario)

 

















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