L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ricorda lo scienziato Giovanni Battista Amici (Modena 1786–Firenze 1863), dedicando a questo suo illustre docente di origini modenesi una esauriente mostra, organizzata dal Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” e curata dalla prof.ssa Elena Corradini, docente di Museologia presso lo stesso Dipartimento, e dal prof. Alberto Meschiari, docente della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Inaugurata mercoledì 29 gennaio presso il Foro Boario di Modena (via Bono da Nonantola 2), la mostra “Giovanni Battista Amici: ottico, astronomo, naturalista”, che ha ricevuto il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e resterà aperta al pubblico fino a giovedì 20 febbraio, conclude le celebrazioni promosse dall’Ateneo emiliano per il 150° della morte di questo grande costruttore di strumenti scientifici ottici dell’Italia preunitaria, scienziato di levatura internazionale, che diede grande impulso allo sviluppo del moderno microscopio e delle osservazioni microscopiche. Attraverso questa iniziativa, che fa seguito a un convegno tenutosi a Modena nell’aprile scorso sull’opera scientifica di Giovanni Battista Amici, ci si propone di offrire una panoramica dell’attività molteplice di questa eclettica personalità, distintasi non solo come ottico e “instrument maker”, ma anche come astronomo e naturalista, collocando la sua opera scientifica nella sua età e fra i suoi contemporanei.
“Giovanni Battista Amici – ha sottolineato il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – è certamente il più prestigioso scienziato che ha espresso la città di Modena e ci è sembrato doveroso ricordarlo anche con questa mostra, una mostra che nasce nello spirito di collaborazione che vede attivi i nostri Musei universitari insieme con quelli delle altre più importanti Università italiane. Ciò che lo fa grande è la sua capacità di avere sempre avuto molta attenzione a dare una finalità applicativa alle sue ricerche. In questo credo dobbiamo riconoscergli una notevole modernità. Attraverso la figura di Amici assume rilevanza il ruolo che la nostra Università ha sempre esercitato per lo sviluppo e il sostegno della ricerca scientifica e della ricerca applicata, a partire dagli stimoli ricevuti da Amici fin dall’inizio dell’attività dal professore di Fisica Giovanni Battista Tommaselli per la realizzazione degli strumenti per arrivare, poi, all’insigne matematico Paolo Ruffini, Rettore dell’Università, che sostenne la ricerca scientifica di Amici, presentando e facendo pubblicare le sue memorie presso l’Accademia delle Scienze fin dal 1818”.
Successivamente la mostra farà tappa a Firenze, a partire dal 28 febbraio presso La Specola del Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, di cui Amici assunse la direzione a partire dal 1831, dopo il suo trasferimento da Modena. Quindi, dopo un ritorno a Modena (11 aprile – 17 maggio) dove sarà riallestita al di sotto del porticato dell’Atrio Lapidario del Palazzo del Rettorato (via Università 4), ripartirà, per il periodo dal 21 maggio al 6 giugno, per l’Università della Tuscia di Viterbo, dove sarà ospitata prima presso l’Orto Botanico e negli ultimi giorni presso il Palazzo del Rettorato.
“Determinante fu l’attività di Amici anche per la nascita a Modena del primo Osservatorio Astronomico – afferma il prof. Alessandro Capra, Direttore del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”– per la realizzazione del quale l’arciduca Francesco IV d’Austria Este cedette nel 1826 il torrione orientale del suo seicentesco Palazzo Ducale, tuttora di proprietà dell’Università, oggi assegnato al nostro Dipartimento di Ingegneria. Per le sue osservazioni Amici realizzò innovativi e importanti strumenti, alcuni dei quali conservati ancora nell’Osservatorio Geofisico di Modena e oggi esposti in mostra”.
La mostra si articola in tre sezioni.
“Nella prima sezione, introdotta dai ritratti dei più importanti scienziati di fama internazionale con i quali Amici si trovò a collaborare – spiega la prof.ssa Elena Corradini, che ne ha curato l’allestimento – viene illustrata, con il supporto di testi e manoscritti provenienti dalla Biblioteca Estense, la carriera dello scienziato e instrument maker che, dopo gli anni modenesi, proseguì a Firenze, dove Amici, direttore della Specola del Museo di Fisica e Storia naturale, continuò a realizzare strumenti per gli scienziati di tutta Europa. Particolare attenzione, in questa prima sezione, viene dedicata alle camere lucide, originale strumento che consentiva di riprodurre in disegno quanto veniva osservato e con il quale Amici eseguì numerosi ritratti di colleghi e amici che frequentavano il suo studio, alcuni dei quali sono riprodotti in mostra”.
“Nella seconda sezione – precisa il prof. Alberto Meschiari, altro curatore della mostra – sono esposti alcuni microscopi di Amici. Grande rilevanza ha, nel bicentenario della sua costruzione, un microscopio a riflessione, o catadiottrico, firmato e datato 1814, il primo a essere conservato. Attraverso gli strumenti in mostra, i documenti e i testi esplicativi, si potrà seguire l’evoluzione dei contributi di rilievo internazionale dati da Amici al perfezionamento di questo strumento, dal catadiottrico all’acromatico, dalla lente emisferica frontale all’obiettivo a immersione. Così come si potranno ripercorrere alcune tappe delle osservazioni naturalistiche da lui compiute, sia nel settore della botanica – dalla ripresa dello studio della circolazione della linfa in alcune pianticelle acquatiche, iniziato nel Settecento dall’abate Bonaventura Corti, docente presso l’Università modenese, fino alla descrizione dell’intero processo della fecondazione in alcune piante fanerogame – che in quello dell’istologia, con la minuziosa descrizione della fibra muscolare striata”.
L’ultima sezione è dedicata all’astronomia: all’Osservatorio astronomico di Modena e alla Specola del Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze; agli strumenti realizzati da Amici, dallo strumento dei passaggi, ai telescopi riflettori e rifrattori, ai micrometri, allo spettroscopio con prisma a visione diretta; e alle sue osservazioni astronomiche.
Nell’ambito della mostra sono previste, oltre a visite guidate, attività didattiche, in collaborazione con il Laboratorio didattico dei Musei Civici, che prevedono l’utilizzo sia di microscopi, per consentire al visitatore di avvicinarsi alle osservazioni naturalistiche di Amici, sia della camera lucida, per disegnare ritratti dal vero, come faceva Amici nel suo studio, prima a Modena poi a Firenze.
Accanto al ritratto di Amici, sarà esposto in anteprima quello che l’artista modenese Wainer Vaccari ha voluto appositamente realizzare per questa mostra in onore del suo celebre concittadino.
Per aperture informazioni e prenotazioni rivolgersi a: tel. 059 2055012: e-mail: info-cibec@unimore.it