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Bilancio meteo gennaio 2014 dell’Osservatorio Geofisico modenese

meteo_pioggiaGennaio 2014 secondo gli annali dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia coi suoi 6.8°C di temperatura media mensile è stato il secondo più caldo degli ultimi 184 anni a Modena. Ma, la vera anomalia è rappresentata dai quantitativi straordinari di pioggia, soprattutto in Appennino, che fanno dire agli esperti che lì si sono avute precipitazioni addirittura monsoniche.

Temperatura media mensile di + 6,8°C e complessivi 120.8 mm di pioggia, con soli 2 cm di neve nel mese: questi i dati di gennaio rilevati per Modena dai tecnici dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

“Quello che si siamo appena lasciati alle spalle – commenta il meteorologo Luca Lombroso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena – è un gennaio decisamente da ricordare negli annali meteo, tanto che forse un domani potrebbe preso come esempio di inizio dell’era degli eventi estremi a Modena dovuti al global warming”.

In particolare, il mese risulta il secondo più caldo dall’inizio delle osservazioni a Modena, nel 1830, e il più “bagnato” quanto a precipitazioni totali (pioggia + neve fusa) dal 1972, ma stimabile come il piovoso se si limita il calcolo alla sola parte di pioggia.

“Sono veramente tante le anomalie e i record di questo gennaio – continua Luca Lombroso – tanto che non è azzardato definirlo <hyper estremo>, similmente all’estate 2003”.

Limitando lo sguardo alle anomalie più vistose balza subito evidente che relativamente alle temperature il gennaio 2014 con la sua media di 6,8°C è superato solo da quello del 2007, allorché si ebbe una media mensile di 7,2°C, e precede il 2008, che fino a ieri era il secondo più caldo con 6,4°C. La media climatica vorrebbe per il mese di gennaio una temperatura media di 3.2°C.

“Sbalordisce – afferma Luca Lombroso – che il podio appartenga ad anni tutti recenti, sebbene intervallato da annate con gennai relativamente (per questi tempi) freddi e nevosi. Ed è ancora più clamoroso come prima del 2007 il gennaio più caldo non sia mai andato oltre i 5.8°C, risalenti addirittura al 1936. Ricordo bene, poi, che fece quasi scalpore a suo tempo il mite gennaio del 1988 con +5.6°C. Al giorno d’oggi quando capita un gennaio del genere è percepito quasi come freddo! L’entità dei record, ripetuti più volte e non di pochi decimi ma di oltre 1°C, che eccedono tre volte la <deviazione standard> della media storica, non lascia dubbi: sta succedendo qualcosa di nuovo relativamente al clima e ci sarà molto da approfondire al riguardo”.

Passando alle piogge riscontiamo che quello del 2014 è stato il settimo mese di gennaio con più precipitazioni dal 1830. Tuttavia, c’è un particolare non da poco: tutti i sei casi passati di gennaio, più ricchi di precipitazioni dell’attuale, furono freddi e con nevicate consistenti. “Il termine <precipitazioni> infatti – spiega l’esperto dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena Luca Lombroso – comprende sia la pioggia sia l’acqua proveniente da neve fusa. E quest’anno si sono avuti appunto solo 2 cm di neve. Per fare un esempio nel 1972 le precipitazioni totali furono 124.8 mm contro i 120.0 odierni, ma con 28 cm di neve pari indicativamente a 28 mm di precipitazione”.

Il gennaio con maggiori precipitazioni fu nel 1881 con 152.5 mm, compresi 58 cm di neve. Il gennaio appena trascorso si può con buona ragione definire il “mese di gennaio più piovoso di sempre a Modena”. La differenza col mite gennaio del 2007 inoltre non è di poca rilevanza: quello del 2007 fu un gennaio dai tratti quasi primaverili se non pre estivi, con picchi addirittura di 22.7°C. Quest’anno il giorno più caldo si è fermato a una Tmax di 13.2°C, certamente insolita per il periodo anche se non da record. La differenza tra le due annate (2014 e 2007) la fanno le piogge: il gennaio 2007 fu un mese prevalentemente anticiclonico e secco con soli 15.7 mm di pioggia, contro i 120.8 mm di quest’anno, caratterizzato – invece – da numerose intense precipitazioni.

Finora sono stati considerati i valori di pioggia raccolti presso la stazione storica di Piazza Roma.

Nelle altre stazioni appartenenti alla rete di rilevazione del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” sempre nel mese di gennaio sono stati misurati quantitativi ben maggiori: 128.8 mm al Campus di Ingegneria di via Vignolese, nella periferia di Modena, con una temperatura media di 5.7°C. Anche a Reggio Emilia, la stazione collocata la Campus universitario San Lazzaro ha fatto registrare una media mensile di temperature di 5.7°C con piogge pari a 133.6 mm. “Per la cronaca – si affretta a far sapere Luca Lombroso – il mese di gennaio climaticamente dovrebbe essere il mese con meno precipitazioni dell’anno, insieme a luglio, con una media nel nostro territorio di circa 40 mm di pioggia, mentre quest’anno ne sono cadute tre volte tanto!”

L’Appennino, tuttavia, è l’area dove le precipitazioni, peraltro quasi sempre piovose anche a quote alte, sono state veramente straordinarie. I primi dati raccolti dai tecnici dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena sono sorprendenti. Al Passo del Cerreto, nei pressi delle sorgenti del Secchia, sono caduti 883,6 mm a fronte di una media per il periodo attestata attorno a 180 mm (fonte SMI Nimbus e SIR Toscana), mentre a Lagdei (fonte ARPA SIM), nel Parmense, si sono addirittura superati i 1000 mm. “In attesa di approfondire i riferimenti storici – commenta Luca Lombroso – basta una curiosità per far capire la straordinaria anomalia che ha caratterizzato questo inizio del 2014: in Appennino le piogge sono state veramente monsoniche! Tanto per intenderci, 800 mm in un mese è la piovosità media di luglio, in piena stagione di monsoni, di Cherrapunjee, in India, che è la località più piovosa del mondo!”

Fenomeni eccezionali dunque? “No! – dichiara ancora Luca Lombroso – Volutamente preferisco parlare di <eventi straordinari>, almeno rispetto al passato, in quanto non si tratta più di <eventi eccezionali>, poiché i record e riferimenti storici saltano ripetutamente. Ciò che valeva per il passato non vale più oggi e ancor meno varrà in futuro. Coi cambiamenti climatici in corso possiamo affermare di trovarci di fronte ad una vera e propria <nuova normalità>, dove l’evento estremo non è più l’eccezione, bensì la regola con cui fare i conti”.

Previsione. Cosa ci si deve aspettare per i prossimi giorni? Le mappe indicano quasi costantemente pioggia, praticamente tutti i giorni con una relativa tregua fra mercoledì 5 e giovedì 6 febbraio. Per fortuna ora non saranno perturbazioni particolarmente intense, in quanto si tratterà solo di residui della depressione “Mayla” responsabile della sferzata di maltempo su quasi tutta la penisola. Tuttavia, venerdì 7 febbraio potrebbe arrivare una perturbazione più intensa e sempre accompagnata da aria mite.

“Non pioverà ovviamente sempre, ma molto spesso sì – conclude Luca Lombroso, perché anche a medio termine non si intravede la possibilità di una stabilizzazione del tempo e neppure l’arrivo dell’inverno”.

 

















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