Sono 973 gli episodi di pirateria stradale osservati dall’Osservatorio il Centauro-Asaps nel corso del 2013: 114 persone uccise, 1.168 quelle ferite. Gli eventi passati al setaccio dallo speciale Osservatorio istituito dall’Asaps sono senz’altro quelli più gravi, e offrono spunti di riflessione estremamente interessanti: il 55,8% degli autori viene poi smascherato, mentre il 44,2% resta ignoto. Più alta, 59,7%, la cifra dei pirati a cui era stato dato un nome nel 2012. Il dato: su 973 inchieste, 543 hanno condotto all’identificazione del responsabile, arrestato in 146 occasioni (26,9% delle individuazioni) e denunciato a piede libero in altre 397 (73,1%).
Su tutti questi eventi pesa l’ombra dell’alcol e delle droghe: in 112 casi (20,6%) ne è stata accertata la presenza, ma è un dato che deve essere accolto con eccessivo difetto per essere considerato “attendibile”.
Bisogna intanto considerare che la positività dei test condotti è riferibile solo agli episodi di pirateria nei quali il responsabile sia stato identificato, dunque 543 su 973.
Spesso quando le forze di polizia identificano l’autore non ha più senso sottoporre il sospetto a controllo alcolemico o narcotest, perché sono trascorse ore o giorni dall’evento: 19 casi, tra le ebrietà, hanno rivelato la presenza di sostanze stupefacenti, ma anche questo dato andrebbe analizzato tenendo conto che le difficoltà d’accertamento di droghe limitano gli accertamenti ai casi in cui il soggetto sia sottoposto ad analisi mediche.
Gli eventi mortali sono stati 110 (11,3%), mentre quelli con lesioni 863 (88,7%), con 114 vittime e 1.168 persone finite in ospedale. L’osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave, quelli che bucano la cronaca o che i nostri 700 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi standard di riferimento.
Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Il 25,2% dei 543 pirati identificati è risultato essere forestiero. Sono stati invece 122 gli stranieri soggetti passivi di pirati, pari al 12,5% del totale fra feriti e deceduti.
L’83,6% degli atti di pirateria – 813 contro 160 – avviene di giorno.
Gli episodi osservati nel 2012 erano stati in tutto 953, 20 in meno rispetto ai 973 del 2013 (+2,1%), segno che i canali di segnalazione dell’ASAPS si sono affinati a tal punto dall’aver raggiunto una forte affidabilità.
Nel 2012 le vittime erano state 130, nel 2013 sono state 114 (-12,3%) mentre il numero dei feriti si era fermato a quota 1.111 e ha toccato quota 1.168 lo scorso anno. 57 ingressi in più al pronto soccorso. (+5,1%).
Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 125 sono i minori coinvolti, 122 gli anziani coinvolti, rispettivamente il’12,8% e il 12,5%.
Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale sono stati in tutto 50, uno dei quali rimasto ucciso (0,9%) e 64 feriti (5,5%).
I pedoni sono la categoria più tartassata, con 379 eventi: 49 i morti, pari al 43% dei decessi complessivi, e 407 i feriti (34,9%). Infine i ciclisti: 156 gli episodi, con 22 lenzuola bianche (19,3%) e 140 ricoveri (12%).
La geografia degli episodi vede al primo posto la Lombardia, con 155 episodi (15,9%), al secondo l’Emilia Romagna con 107 eventi (11%), e poi il Veneto con 86 casi (8,8%), Lazio e Toscana con 81 eventi ciascuna (8,3%). Un solo caso in Basilicata. Roma ha collezionato, da sola, 30 eventi gravi, il 3,1% del totale.
L’identikit del pirata? Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età compresa tra i 18 ed i 44 anni (solo 69 le piratesse, stesso numero del 2012 pari al 12,7% ma in crescita rispetto al 10% del 2011), spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patante e lo stesso documento di guida. In netta crescita i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false, circostanza accertata in almeno 44 casi, pari all’8,1% dei casi in cui è stato possobile accertare questa condizione, ma probilmente la cifra deve considerarsi più elevata.
Le pene, peraltro, sono inconsistenti: da tre mesi a tre anni. Solo in caso incidente mortale con fuga si rischia oggi di rimanere per un certo periodo in cella. Questo reato, per l’impatto che ha sull’opinione pubblica, dovrebbe essere tra quelli previsti nella sfera dell’Omicidio Stradale, per la cui istituzione l’ASAPS si batte da tempo e sta attendendo notizie dopo l’impegno in tal senso di politici e del ministro di Giustizia.
(ASAPS)