Sono molti gli esponenti del mondo della politica, dell’associazionismo, della cultura e dell’imprenditoria agroalimentare che hanno deciso di sostenere la petizione lanciata da Legambiente per dire basta al consumo di suolo in Emilia-Romagna.
Da Oliviero Toscani a Luca Mercalli, passando per gli scrittori Valerio Varesi e Pino Cacucci, per arrivare ai referenti regionali di Libera e del CAI, e al segretario della CGIL di Parma, c’è una bella fetta di società civile che ha deciso di sostenere la petizione lanciata da Legambiente Emilia-Romagna.
Sul versante delle istituzioni hanno firmato la petizione, tra gli altri, il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e il presidente del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Fausto Giovannelli, il Senatore Giorgio Pagliari e diversi assessori comunali.
Non mancano anche soggetti del mondo dell’agroalimentare, uno dei settori di punta dell’economia regionale: dal presidente del Consorzio del Culatello di Zibello, all’amministratore delegato dell’azienda conserviera Mutti, al presidente del Consorzio di Bonifica Parmense.
La proposta di Legambiente è stata accolta inoltre da 10 consiglieri regionali che si erano impegnati a novembre a portarla in aula con una risoluzione formale. Tale atto approderà in consiglio proprio martedì 11 febbraio.
Legambiente auspica che si vada presto alla discussione, evitando una “melina” tattica utile ad avvicinarci a fine mandato; soprattutto l’associazione si augura che anche i consiglieri che non hanno aderito sappiano raccogliere la richiesta di cittadini e società civile, che in modo trasparente chiedono interventi concreti per salvare la nostra campagna.
La petizione ha lo scopo di sollecitare i consiglieri ad inserire nella normativa regionale sei punti contro il consumo di suolo, assieme ad una serie di azioni politiche più generali.
Elementi principali della proposta: fissare il consumo di suolo netto zero come obiettivo della pianificazione, penalizzare in modo radicale il consumo di suolo vergine e favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente.
A questi si somma la richiesta di istituire un sistema di monitoraggio del consumo di suolo e dell’uso degli immobili in ogni comune e attuare azioni che incentivino i comuni a ridimensionare le previsioni dei piani urbanistici attualmente vigenti.
Particolarmente importante per l’associazione è inoltre la richiesta di attuare compensazioni del suolo cementificato, “desigillando” altrove altro suolo, secondo le linee guida dell’Unione europea.
L’associazione ricorda che il ritmo di urbanizzazione a cui si è assistito negli ultimi 30 anni in regione Emilia-Romagna è oltre 8 ettari al giorno: trend che è rimasto inalterato e senza efficaci interventi normativi fino all’inizio della crisi economica.
Nel quinquennio 2003-2008 si è urbanizzata un’area di campagna con capacità agricola sufficiente per la sussistenza alimentare di un’intera provincia.
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A questo link il documento completo con i sei punti e la lista dei consiglieri aderenti alla proposta: http://www.legambiente.emiliaromagna.it/2013/11/06/sei-punti-contro-il-consumo-di-suolo/
Si può firmare la petizione ai banchetti di Legambiente, in uno dei negozi e locali che supportano la causa oppure online alla pagina: http://www.legambiente.emiliaromagna.it/stopalcemento/petizione/