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Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, propone regole più stringenti negli appalti pubblici e un progetto per normalizzare il mercato

Franca-Porta“Perché in tanti anni non ci si è accorti delle infiltrazioni mafiose nel reggiano?”. A parlare così è Franca Porta, vicepresidente di Grande Reggio, che spiega: “Questa domanda è la prima cosa che mi viene in mente quando leggo sui giornali delle sempre più frequenti interdittive antimafia o dei numerosi atti vandalici che coinvolgono cantieri e automezzi nel nostro territorio”. “Per lungo tempo – prosegue l’avvocato Porta – si è detto che avevamo gli anticorpi contro le mafie e si è agito come se il nostro territorio fosse impermeabile alla penetrazione della criminalità organizzata. Oggi vediamo dove siamo arrivati… ma come è stato possibile?! Non si può non essere sconcertati ma nemmeno restare a guardare: questa è la Reggio Emilia che vogliamo lasciarci alle spalle”.

La vicepresidente di Grande Reggio non si limita all’amara constatazione e aggiunge: “Quella contro la criminalità organizzata è una lotta che deve coinvolgere tutti, a livello personale e pubblico, e la politica deve stare in prima fila con ogni mezzo a sua disposizione. Noi vogliamo dare alla città un’amministrazione forte, che agisca in piena sinergia con le forze dell’ordine sul fronte del contrasto alle infiltrazioni mafiose e alla criminalità organizzata”.

Lotta fianco a fianco con le forze dell’ordine quindi, ma non solo. Il primo tema chiave secondo Porta è quello delle regole negli appalti pubblici: “Nei limiti delle competenze devolute all’autorità locale intendiamo sgombrare il campo da qualsiasi ambiguità collaborando per regolare in modo rigido e trasparente gli appalti pubblici, con un occhio di riguardo soprattutto alle disposizioni sui subappalti”.

“Poi – spiega l’avvocato – c’è un discorso relativo alle condizioni di concorrenza sleale che i capitali della criminalità organizzata generano in un sistema economico già duramente provato”. Si può fare qualcosa? Conclude Franca Porta: “L’amministrazione comunale potrebbe farsi capofila di un progetto di collaborazione tra le banche del territorio e gli altri attori del mondo economico, per la creazione di un borsino degli investimenti locali. Pensiamo a conti deposito specifici per una raccolta di capitali dedicati esclusivamente al reinvestimento sul territorio. In questo modo si favorirebbe l’erogazione di finanziamenti ad aziende reggiane sane, che si impegnano a loro volta ad investire in loco i capitali e quindi ad immetterli nell’economica locale”.

 

















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