E’ iniziato il servizio civile per quasi 150 giovani impegnati in strutture e associazioni del territorio provinciale. Sono state 680 in tutto le candidature arrivate. I 122 ragazzi selezionati dal bando ordinario nazionale e i 22, che possono usufruire della stessa opportunità grazie al bando regionale, sono già entrati in aula per la formazione congiunta. Per altri quattro il servizio civile inizierà il mese prossimo. Tutti saranno impegnati per un anno nei progetti presentati dagli enti accreditati: oltre a Acli, Arci, Aism, Gavci, Misericordia e Udicon di Modena; le cooperative sociali Arcobaleno di Maranello e Nazareno di Carpi; le associazione Mani Tese di Finale e Lag di Vignola; le Caritas di Modena e Carpi; l’Unione Terre di Castelli e i Comuni di Modena, Fiorano, Sassuolo, Formigine, Maranello, Pavullo, Castelfranco, Carpi e Prignano.
“Modena è tra le poche realtà nazionali in cui i vincitori dei bandi hanno già iniziato la loro esperienza formativa”, afferma Fabio Poggi presidente del Copresc oltre che assessore alla Cooperazione internazionale del Comune di Modena. “Nonostante il ritardo con cui è uscito il bando nazionale – continua Poggi – gli enti locali del territorio sono stati capaci di sveltire le pratiche burocratiche e coordinarsi nella selezione dei candidati, avviando i ragazzi al servizio civile già all’inizio di questo mese. E’ un segno di rispetto nei confronti dei giovani e al tempo stesso un’opportunità per gli enti che, tra l’altro, riescono in tal modo anche a risparmiare attraverso la formazione coordinata”.
“Resta però la preoccupazione – aggiunge il presidente del Copresc – per i ripetuti ritardi con cui il bando nazionale viene pubblicato. Il carattere biennale che di fatto ha assunto rischia di compromettere la continuità dei progetti. Una preoccupazione avvertita soprattutto dagli enti della Bassa modenese che fra un paio di mesi non potranno più disporre dei 500 volontari arrivati attraverso il bando straordinario a favore delle popolazioni terremotate”.
“ECCO PERCHE’ L’HO SCELTO”
Venti ragazzi in servizi e strutture del Comune di Modena assieme a disabili, anziani e giovani “per vivere un’esperienza formativa e fare qualcosa per gli altri”
“Ho scelto il servizio civile per vivere un’esperienza utile alla mia crescita personale e per fare qualcosa per gli altri”. Questa, soprattutto, la leva che muove Paola, Elisa, Chiara, Silvia, Alessia, Eugenio, Fabio, Thomas… Venti giovani, in tutto, che dal 3 febbraio prestano servizio civile nei progetti del Comune di Modena: 13 impegnati con anziani e disabili, altri 7 nel promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale e culturale della città.
Hanno tra i 19 e i 27 anni e sono tutti diplomati o laureati, alcuni frequentano l’università o stanno per conseguire la laurea, come Irene che viene dal Camerum per studiare infermieristica, Meriem originaria del Marocco o Valentina, Maria Concetta e Antonella che per Modena hanno lasciato il sud Italia. Per almeno la metà di loro è stata decisiva l’opzione pacifista, oltre all’intenzione di fare un’esperienza per “chiarirmi le idee e orientare meglio il mio futuro”, dicono alcuni, ma non manca chi è convinto che il servizio civile possa anche aiutare “a entrare nel mondo del lavoro” e chi non sottovaluta la possibilità di “avere un reddito”. Il servizio prevede infatti un rimborso mensile da 288 a 433 euro a seconda dell’impegno settimanale che può variare da 20 a 30 ore di attività. “Inoltre, affinché i ragazzi possano far fruttare al meglio l’esperienza che faranno – precisa l’assessore comunale alla Cooperazione internazionale Fabio Poggi – stiamo lavorando con ForMo perché siano riconosciute le competenze acquisite durante l’anno di servizio civile negli specifici ambiti operativi”.
“In queste prime settimane – spiega la tutor Maria Elena Rossi – i venti volontari sono impegnati anche in aula per le ore di formazione generale che approfondiscono significato e contesto del servizio civile. Parallelamente hanno iniziato la formazione specifica, che deve essere minimo di 65 ore e si svolge in gruppo e individualmente nelle sedi di servizio con referenti e operatori delle strutture alternando formazione e servizio vero e proprio”.