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Al Maggiore di Bologna madre marocchina partorisce in sala d’aspetto. Bernardini (LN) punta il dito

donna_incinta_3Ore di attesa al pronto soccorso della maternità del Maggiore, poi una donna marocchina si accascia a terra. Interviene il marito. La donna partorisce dopo pochi minuti in corridoio. Fuori altre madri in “travaglio avanzato”, “non considerate”, non per colpe, ma per carenza di personale. Manes Bernardini torna a puntare il dito contro la sanità bolognese, nel giorno dell’odissea vissuta da una madre straniera, “costretta a implorare un intervento tra dolori atroci e in situazione di massimo rischio”. Sul caso, e sulla gestione dei reparti, il consigliere leghista annuncia una nuova interrogazione in Regione.

“Personale carente, tagli continui, solo cinque sale travaglio, strutture inadeguate: questa è una gestione assurda della sanità” commenta l’esponente del Carroccio. “Le donne al Maggiore vivono il travaglio davanti a un ascensore. E molte partoriscono in pronto soccorso, certo non l’ideale. Chi viene da Porretta, dopo il taglio del centro nascite, deve fare 65 chilometri di strada, dissestata. E in albergo l’Ausl affitta solo una stanza, e se sono due le madri che devono partorire?”. “Sono cose da terzo mondo”. La vicenda della mamma marocchina è “la goccia che fa traboccare il vaso. A quella mamma, e a tutte le mamme, va la nostra solidarietà”. “Al Maggiore, anche partorire, è diventato un calvario estenuante”.

 

















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