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Violenza, in Emilia-Romagna sono circa 1.500 i minori in carico ai servizi sociali. La Regione presenta le Linee di indirizzo e stanzia 500mila euro

violenza-bambiniIn Emilia-Romagna sono circa 1.500 i bambini e gli adolescenti in carico ai servizi sociali perché vittime di violenze o maltrattamenti. Violenze e abusi avvengono nell’80,2% dei casi in famiglia (in prevalenza italiana per il 64,4%) e le vittime sono in maggioranza femmine (57,8%). Le condizioni di rischio nel 2012 sono state 4.213 contro 89 abusi diagnosticati, secondo i dati dei servizi delle Neuropsichiatrie regionali.

Per fronteggiare questo fenomeno in gran parte sommerso, la Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi in un convegno le “Linee di indirizzo regionali per l’accoglienza e la cura di bambini e adolescenti vittime di maltrattamento/abuso”. Adottate dalla giunta regionale nel novembre scorso – in un piano più ampio comprendente anche le Linee d’indirizzo per l’accoglienza delle donne – puntano a rendere omogeneo su tutto il territorio regionale il percorso di accoglienza e cura ai minori che hanno subito violenza fisica, sessuale, psicologica. Si rivolgono a tutti i soggetti istituzionali coinvolti: servizi delle Aziende sanitarie, servizi sociali comunali, scuola, servizi educativi rivolti all’infanzia, associazioni e strutture del terzo settore (organizzazioni di volontariato, sportive, centri di aggregazione), forze dell’ordine, autorità giudiziaria.

“Il nostro obiettivo è promuovere sempre più una cultura dei diritti con interventi omogenei in tutta la regione – ha spiegato l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – per garantire la stessa qualità della presa in carico. I servizi del sistema regionale devono quindi saper leggere i bisogni di oggi, in rapido e profondo cambiamento rispetto a quelli di ‘ieri’, assicurando non tanto aumenti di prestazioni ma capacità di relazione e integrazione. Fare di più, e soprattutto ancor meglio, è la nostra priorità”.

Risultato di un lavoro condiviso durato due anni e che ha coinvolto le Aziende sanitarie, gli enti locali, il mondo della scuola, il documento affronta quello che è a tutti gli effetti un problema di salute pubblica, per l’impatto che i fenomeni di maltrattamento hanno sulle vittime e più in generale a livello sociale.

Nelle Linee d’indirizzo regionali si analizzano i principali tipi di maltrattamento/abuso (fisico, sessuale, trascuratezza grave, eccesso patologico nelle cure, violenza assistita ossia quelle situazioni in cui i bambini si trovano ad assistere a violenza), e si affrontano la metodologia di intervento, i modi e i processi per riconoscere e far emergere le situazioni di malessere, l’attivazione dei servizi e il lavoro in rete. Prima avviene il riconoscimento dei segnali di malessere, più efficaci saranno gli interventi di protezione e cura.

Il fenomeno è in gran parte sommerso (proprio perché si manifesta all’interno della famiglia), e per questo è da contrastare attraverso la prevenzione, la rilevazione precoce delle situazioni, la protezione e la cura della vittima, il consolidamento di azioni multidisciplinari (sociali, sanitarie, educative, giuridiche) e integrate dei servizi.

A livello organizzativo l’attuazione delle linee di indirizzo spetterà a coordinamenti locali che coinvolgono le Conferenze territoriali sociali e sanitarie, le Aziende sanitarie, gli enti locali.

La Regione Emilia-Romagna ha stanziato 500.000 euro per sostenere l’applicazione delle Linee di indirizzo, attraverso iniziative di informazione e formazione sugli operatori dei servizi e per rafforzare le reti territoriali per l’accoglienza delle vittime di maltrattamento.

I dati sul fenomeno in Emilia-Romagna

Dai dati del Sistema informativo regionale dei servizi sociali (al 31 dicembre 2011, ultimi disponibili) sono 1.497 i bambini e gli adolescenti assistiti per maltrattamenti, ovvero 2 bambini o ragazzi ogni 1.000 residenti minorenni. Il dato è in aumento: nel 2010 i minori assistiti erano 1.490, nel 2009 erano 1.188, nel 2008 era sotto i mille (962).

Le condizioni di rischio nel 2012 sono state 4.213 contro 89 abusi diagnosticati dai servizi delle Neuropsichiatrie delle Aziende sanitarie regionali.

L’80,2% delle violenze avviene nel contesto familiare, il 7,1% sempre da parte di un parente non convivente, il 12,7% al di fuori della famiglia. La violenza avviene nel 64,4% dei casi in famiglie italiane.

Nel 57,8% dei casi la vittima è femmina. La violenza sessuale costituisce il 28,5% dei casi esaminati, il maltrattamento fisico il 25,3%, la violenza assistita il 20,3%, il maltrattamento psicologico il 12,7%, la prostituzione il 9,5%, la trascuratezza grave il 9,3%.

 

















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