Non si arresta la crescita dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia che, contravvenendo alla generale tendenza negativa che si registra per il sistema universitario italiano, continua a veder incrementati tanto il numero degli immatricolati che degli iscritti, nonostante vada riducendosi l’entità complessiva dei “fuori corso”.
In questo anno accademico 2013/2014 le matricole ai 75 corsi di laurea (1 in meno rispetto all’anno scorso) che compongono l’offerta formativa dei 14 dipartimenti dell’ateneo risultano essere 6.427 (+ 4,90% sull’anno scorso), il numero più alto mai raggiunto dall’ateneo emiliano dalla entrata a regime della riforma dei corsi di laurea, del cosiddetto 3+2. Di questi 4.056 sono diplomati di secondo grado della scuola superiore iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano (+ 1,40% sull’anno scorso).
Nel raffronto con quanto accaduto undici anni fa, nell’anno accademico 2003-2004, quando ci si presentò con una proposta di corsi di laurea più numerosa (80) e con un minor numero di lauree a numero chiuso (18 di allora contro le 28 attuali) si è assistito ad un aumento generale di 1.323 matricole, pari al + 25,92%, aumento che – va precisato – è principalmente attribuibile al considerevole interesse ed attrattività che vanno esercitando le lauree magistrali (biennali) modenesi-reggiane sui laureati di primo livello, soprattutto da altri atenei. Nel periodo preso in esame (ultimi 11 anni) le matricole iscritte alle lauree magistrali sono più che raddoppiate: tra il 2003/2004 e quest’anno per questi corsi si è passati da 564 matricole a 1.399 (+ 148,05%).
“Sono numeri – dichiara il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – che confermano inequivocabilmente la salute ed il prestigio di cui gode il nostro Ateneo, il quale grazie ad un pacchetto di corsi di lauree magistrali pensato a misura della occupabilità dei nostri iscritti e della reale domanda di formazione che ci perviene dal sistema produttivo e sociale, è riuscito ad arrestare l’emorragia di cui sembra soffrire il sistema universitario italiano. UNIMORE cresce e cresce significativamente nel segmento di corsi dai contenuti più avanzati, quelli dove si acquisisce una solida preparazione professionale e scientifica e dove alto è lo sforzo dei docenti a sviluppare e coltivare negli studenti anche doti di ricerca e innovazione”.
1.2 Decisamente sostenuto l’incremento delle lauree magistrali biennali (+ 10,42%); giovani meno attratti dalle lauree magistrali a ciclo unico
Distinguendo rispetto alla tipologia dei corsi di laurea le matricole dell’A.A. 2013/2014 si sono distribuite in questo modo:
– immatricolati alle 38 lauree di primo livello (triennali) 4.287, corrispondenti a 161 in più (+ 3,90% rispetto ad un anno fa) e di questi 3.513 sono iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano
– immatricolati alle 6 lauree magistrali a ciclo unico (quinquennali o sessennali) 688, corrispondenti a 17 in meno (- 2,41% rispetto ad un anno fa) e di questi 523 sono iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano
– immatricolati alle 31 lauree magistrali (biennali) 1.399, corrispondenti a 132 in più (+ 10,42% rispetto ad un anno fa) e di questi 20 sono iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano
“Dietro al sostenuto aumento delle matricole ai corsi di laurea magistrale di durata biennale non vi è solo l’appeal che le nostre lauree hanno sui cosiddetti <fuori sede> – spiega il prof. Marco Sola, Delegato del Rettore per la Didattica -, ma negli anni più recenti vi è stato anche la maggiore difficoltà dei laureati triennali a trovare lavoro, per il non pieno riconoscimento da parte delle imprese e degli ordini professionali di questo tipo di laurea, che ha certamente bisogno di essere ripensata nel suo valore e nella sua efficacia. L’ultimo rapporto AlmaLaurea a questo proposito ci consegna una fotografia che mette in evidenza questo ritardo: se il tasso di occupazione, rilevato secondo l’indice Istat, di un laureato magistrale UNIMORE a un anno dal titolo è del 67% (55% la media nazionale), per un laureato della triennale è appena del 52% (41% a livello nazionale)”.
In generale, gettando uno sguardo al recente passato, ovvero a ciò che è successo dopo il 2010, si può notare che conseguentemente al blocco del mercato del lavoro ed alla crisi occupazionale che ne è seguita, le matricole e le loro famiglie si sono preferenzialmente indirizzate verso corsi di durata triennale, abbandonando in parte corsi a ciclo unico che richiedono un impegno economico di prospettiva più lunga (5-6 anni). Infatti se nel 2009/2010 per quanto riguarda l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia i neodiplomati che scelsero lauree magistrali a ciclo unico furono il 18,60% del totale delle matricole iscritte per la prima volta al sistema universitario italiano, nel 2013/2014 il loro numero è sceso al 12,96%, con una flessione superiore al – 5%.
1.3 L’incremento delle immatricolazioni pesa quasi interamente sulla sede d’Ateneo di Reggio Emilia che segna un balzo del + 13,44%; stazionaria la situazione dei corsi di Modena
L’incremento relativo alle immatricolazioni avutosi quest’anno all’UNIMORE è quasi interamente attribuibile alla esplosione dei 20 corsi di laurea della sede d’Ateneo di Reggio Emilia, praticamente l’unica a contare iscritti a corsi che si avvalgono del supporto aggiuntivo per la frequenza a distanza (4).
Distinguendo le immatricolazioni per sede ne troviamo, infatti, 4.089 su Modena (+ 23, pari al + 0,57%) 17 dei quali FAD (modalità a distanza), così suddivise:
– 2.651 a lauree triennali (- 5, – 0,19%)
– 553 a lauree magistrali a ciclo unico (-12, – 2,12%)
– 885 a lauree magistrali biennali (+ 40, + 4,73%).
Mentre a Reggio Emilia ce ne sono 2.338 (+ 277, pari al + 13,44%) così ripartite:
– 1.636 a lauree triennali (+ 166, + 11,29%), 223 delle quali iscritti a corsi offerti col supporto FAD (modalità a distanza)
– 135 a lauree magistrali a ciclo unico (- 5, – 3,57%)
– 514 a lauree magistrali biennali (+ 92, – + 21,80%), 48 delle quali iscritti a corsi offerti col supporto FAD (modalità a distanza).
“Il forte incremento delle immatricolazioni registrato dai corsi di studio reggiani – commenta il Pro Rettore per la sede d’Ateneo di Reggio Emilia prof. Riccardo Ferretti – testimonia l’apprezzamento verso l’offerta didattica della sede e l’efficacia del forte collegamento fra essa e le eccellenze del territorio. In pochi anni i corsi reggiani hanno saputo qualificarsi e distinguersi creando un ambiente formativo accogliente e di alta qualità, capace di attrarre una quota rilevante di studenti provenienti da altre province e regioni. Gi iscritti alla sede reggiana vengono così a superare per la prima volta il 30% degli iscritti totali. Questa crescita, per certi aspetti inattesa nella sua rapidità, ci riempie di responsabilità e deve stimolare istituzioni e corpo sociale a proseguire con convinzione politiche capaci di restituire a Reggio Emilia la dimensione ed il carattere di città universitaria”.
1.4 Tra le neo-matricole diminuisce l’interesse a frequentare corsi che si avvalgono del supporto didattico aggiuntivo per la frequenza a distanza (FAD)
Complessivamente gli immatricolati iscritti a corsi che si avvalgono del supporto didattico aggiuntivo per la frequenza a distanza (FAD), nella stragrande maggioranza afferenti a corsi istituti presso la sede d’Ateneo di Reggio Emilia, sono 271 (4,22%), solo 117 dei quali iscritti per la prima volta al sistema universitario italiano, corrispondenti al 2.88% del totale delle neo-matricole. Osservando retrospettivamente il gradimento dei giovani per i corsi di studio proposti nella modalità della frequenza a distanza si nota che l’interesse da un quinquennio a oggi è andato scemando: si è passati da 172 neo-matricole FAD nell’anno accademico 2009/2010 agli attuali 117 (- 31,98%), un dato sostanzialmente stabile da circa un triennio.
A livello di iscritti oggi i frequentanti corsi in modalità FAD sono 702 (3,61%) e, anche in questo caso, il loro numero è andato progressivamente diminuendo: nel quinquennio dal 2009 a quest’anno vi è stata una contrazione pari al – 24,30%.
1.5 Ripresa di interesse delle matricole per i corsi ad indirizzo economico e per le scienze dell’educazione. Forte l’attrazione per i corsi tecnologici. Flessione per gli studi giuridici, biologici e biotecnologico
Volendo comprendere più nel dettaglio come si sono distribuite le preferenze dei neodiplomati e capire da quali studi sono state più attratte le matricole di quest’anno, si nota lo spiccato interesse per corsi appartenenti alla cosiddetta area “società”, tra cui spiccano con incrementi superiori al + 20% i corsi reggiani di Marketing e organizzazione d’impresa e Scienze dell’educazione, ma anche le 3 lauree ad indirizzo economico offerte dal dipartimento “Marco Biagi”, che hanno messo a segno incrementi complessivi del + 14,91%. Pesante, invece, la flessione patita dai corsi ad indirizzo giuridico (- 11,79%).
Molto bene anche i corsi dell’area “tecnologia”, comprendente tutti gli studi in campo ingegneristico che vedono i 4 corsi triennali modenesi avanzare di un quasi + 9% ed i 2 corsi reggiani di quasi il + 5%.
Segnano il passo i corsi dell’area “vita”, dove si evidenziano accentuati cali il corso di Scienze e tecnologie agrarie e degli alimenti (- 21,98%) e anche i corsi di Biologia e Biotecnologie ( – 32%), mentre reggono i corsi ad indirizzo farmaceutico, sostanzialmente invariati.
“Il calo di iscrizioni alle lauree triennali in Biotecnologie, Biologia e Scienze e tecnologie agrarie e degli alimenti – commenta il Delegato del Rettore alla Didattica prof. Marco Sola – è in buona parte dovuto alla riduzione a partire dal corrente anno accademico dei posti ad accesso programmato per i primi due corsi, rispettivamente da 100 a 75 e da 120 a 100, nonché dall’introduzione per la prima volta, nel terzo caso, del numero chiuso. La decisione è stata assunta con la consapevolezza che avremmo potuto scontare una flessione di studenti, ma è stata sostenuta dalla volontà di puntare a tenere alta la qualità dei corsi, prestando attenzione all’equilibrio fra studenti, docenti, strutture e loro sostenibilità economico-finanziaria, preludio alle future procedure di accreditamento dei corsi di studio”.
1.6 Il numero degli iscritti è ridimensionato dai ritardatari “fuori corso” ma ci si avvia a raggiungere la soglia dei 20mila
Uno sguardo sulla situazione degli iscritti che al momento raggiungono la quota di 19.465 e risultano in flessione rispetto all’anno accademico 2012/2013 di 248 unità (- 1,26%), un dato -tuttavia – che non preoccupa in quanto non ancora assestato per la mancata iscrizione di qualche centinaia di “fuori corso”, che regolarizzeranno presumibilmente l’iscrizione nel momento in cui sosterranno esami. Infatti, la quota di iscritti “fuori corso” di quest’anno è di 3.495, un numero decisamente troppo contenuto rispetto alla consuetudine che vuole siano oltre quattromila: nel 2012/2013 erano 4.217.
Sulla scorta di questi numeri è decisamente alla portata il traguardo dei 20mila iscritti ai soli corsi di laurea, mentre la popolazione studentesca complessiva, che comprende anche iscritti a corsi post-laurea (scuole di specializzazione, dottorati di ricerca, master e corsi di perfezionamento) sfiora le 22mila unità.
Territorialmente gli iscritti si distribuiscono: 13.328 sulla sede d’Ateneo di Modena (13.804 l’anno scorso, – 3,45%) e 6.137 sulla sede d’Ateneo di Reggio Emilia (5.909 l’anno scorso, + 3,86%).
1.7 Progressivo calo dei “fuori corso”: all’UNIMORE sono poco più di uno su cinque
Il fenomeno dei “fuori corso”, un problema endemico per l’università italiana come anche quello degli abbandoni, all’UNIMORE si presenta in forme decisamente più contenute, poiché sono poco più di uno su cinque ed è in progressivo calo. Nell’anno accademico 2003/2004 i “fuori corso” (4.181) avevano un peso del 23,45% sul totale iscritti, mentre l’anno scorso (4.217) risultavano essere il 21,39%. In dieci anni vi è stata quindi una flessione del – 2,06%.
A Modena, nell’anno accademico scorso, gli iscritti “fuori corso” erano 2.929 su un totale di 13.804 (21,22%). A Reggio Emilia erano 1.288 su un totale di 5.909 iscritti (21,80%).