Prende avvio dal Nuovo Cinema Teatro Italia di Soliera la programmazione modenese di “Doc in Tour”, la rassegna regionale che ogni primavera distribuisce il meglio dei film-documentari italiani. L’appuntamento è per mercoledì 19 marzo, alle 21, con “Fedele alla linea”, il film che Germano Maccioni ha dedicato alla vicenda artistica dei CCCP e, in particolare, di Giovanni Lindo Ferretti.
Un paio d’ore prima, alle 19, in Biblioteca Campori, Massimo Zamboni presenterà il libro, fresco di stampa, “Quel che deve accadere, accade. Storia di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni” di Michele Rossi.
Tra un appuntamento e l’altro, alle 20, si potrà usufruire di un buffet con prodotti biologici a km zero a cura dell’Agriturismo Seghizza (costo della cena 5 euro a persona).
Il film di Germano Maccioni – che risponderà alle domande del pubblico dopo la proiezione – è un dialogo con Giovanni Lindo Ferretti, cantautore e scrittore, anima delle band di culto CCCP Fedeli alla linea, C.S.I. e PGR. Alla boa dei sessant’anni, il controverso artista emiliano si concede alla macchina da presa, consegnando il quadro intimo-personale quanto artistico del proprio cammino: dall’infanzia alla vocazione musicale, dall’ideologia politica alla ritrovata fede nella religione cattolica durante la maturità. L’attaccamento alle montagne d’origine, Cerreto Alpi nell’Appennino reggiano, l’amore per i costumi del luogo, il percorso musicale o il racconto delle malattie avute e sconfitte riempono lo schermo, plasmando l’intero spazio filmico. A quanto girato dal regista si amalgamano con armonia immagini dei CCCP Fedeli alla linea nella Berlino degli anni ’80, scatti dei primi concerti concessi da Umberto Negri, contributi inediti e alcuni estratti da “Tempi moderni” di Luca Gasparini e “45° parallelo” di Davide Ferrario. Ad ogni modo, non si tratta di un lavoro destinato ai soli fan.
Il libro di Michele Rossi, edito da Giunti, racconta la storia dell’incontro berlinese tra Ferretti e Zamboni, le “affinità e divergenze” rispetto al punk, una lite-frattura i cui veri motivi probabilmente nessuno (se non Ferretti e Zamboni) conosce, viaggi, concerti e dischi. Ma il plusvalore di questo libro è nella capacità del suo autore di gestire un’incredibile mole di recensioni, articoli, materiali per ricostruire con piglio filologico l’estetica e il mondo generato dai due. Puntuale – e inedita – è anche l’opera di scandaglio nei testi che hanno fatto da ossatura alla poetica del duo: solo per citare alcuni nomi, Pasolini, la Bibbia, Ratzinger, De André per Ferretti, ed Emily Dickinson, Euripide, Melville, Ghandi per Zamboni.
L’ingresso è libero. Info: 059.568580/581/585