Il sindacato degli infermieri denuncia: dopo la ristrutturazione del PS di Mirandola non si è provveduto ad adeguare il numero di infermieri e OSS, piuttosto si sta pensando a tagliare sul personale, questo significa fare dei tagli sulla salute dei cittadini.
A circa un mese dall’inaugurazione del pronto soccorso dell’ospedale S. Maria Bianca di Mirandola avvenuta lo scorso 10 Marzo con tanto di articoli sulle varie testate giornalistiche che vedevano fotografati in primo piano l’assessore alla sanità E.R. Carlo Lusenti ed il Direttore Generale Ausl Mariella Martini, il NurSind, il sindacato degli infermieri torna ad attaccare le scelte errate della dirigenza Ausl di Modena, cioè la decisione della dirigenza ausl di ridurre il personale infermieristico nel pronto soccorso appena inaugurato.
Il Sindacato ricorda che il PS dell’ospedale di Mirandola rappresenta un punto di riferimento per la comunità dell’area nord che conta circa 90.000 abitanti ed è capace di gestire più di 23 mila accessi annui (dati del 2013), con una percentuale complessiva di ricoveri è pari all’11,44% del totale degli accessi.
Al momento gli infermieri in turno al pronto soccorso di Mirandola sono 4 unità, la decisione dell’ausl è quella di passare a tre per turno, questo significherebbe mettere a rischio la vita dei pazienti spiegano i sindacalisti del NurSind.
Il sindacalista ricorda che presso il pronto soccorso di Mirandola è attiva 24 ore su 24 una postazione fissa di 118 (auto medica e ambulanza) che quando viene chiamata vede staccarsi un’unità infermieristica dal PS per uscire in strada, in questo caso gli infermieri che rimarrebbero in servizio sarebbero solo in 2, un infermiere impegnato a fare triage ed un’altro è impegnato in osservazione breve intensiva che è distante dal triage.
Se a questo si aggiunge che durante i festivi e la notte, il laboratorio analisi è chiuso e gli infermieri devono fare le analisi del sangue provenienti da tutti i reparti presso il locale POCT, di tempo da dedicare ai pazienti ne rimane veramente poco.
Il sindacato è molto critico con la decisione dell’ausl in quanto i continui tagli al personale mettono a repentaglio la qualità dell’assistenza offerta al malato; Critico inoltre nella scelta dell’ausl di affidare le analisi del sangue durante la chiusura del laboratorio ai POCT.
Un test al point-of-care (POCT) è definito come un’analisi medica svolta in prossimità del sito di cura ed assistenza del paziente, il concetto trainante del POCT è quello di portare ed eseguire il test nel modo più comodo e immediato nei pressi del paziente, questo escluderebbe già da subito la possibilità di poter fare le analisi per tutti i reparti del Santa Maria Bianca.
I poct spiega il sindacato sono strumenti utilissimi che aiutano il team assistenziale a ricevere rapidamente i risultati delle analisi, ciò comporta che le decisioni diagnostiche e terapeutiche siano eseguite con una maggiore immediatezza, queste però sono analisi provvisorie e devono essere confermate dal medico responsabile del laboratorio, dunque non possono sostituirsi ad un referto del laboratorio analisi.
Infine il NurSind a tal proposito conclude invitando tutti i consiglieri regionali a fare una interrogazione in consiglio regionale sull’utilizzo esclusivo dei poct nel PS di Mirandola in sostituzione del laboratorio analisi.
(Il Segr. Amm.vo NurSind Modena, Alberto Scigliuzzo)