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‘La Città Distretto’: una formidabile occasione illustrata al convegno del Teatro Carani

LaCittaDistrettoGrazie a una serie di interventi e a un dibattito di grande interesse, finalmente il progetto della Città distretto portato avanti da tutti i  sindaci del comprensorio ceramico modenese e reggiano ha preso forma, nel convegno di ieri pomeriggio, 19 maggio al teatro Carani. Non  un’entità astratta ma un piano concreto e attuabile da subito, “di cui – ha garantito il candidato sindaco del centro-sinistra a Sassuolo Claudio Pistoni – vedremo i primi segnali già nel primo anno di amministrazione, se saremo eletti”.

Parliamo di ragionare fin da subito come un territorio, come una grande città da quasi 180mila persone che, “ha spiegato Gregorio Schenetti, promotore del convegno organizzato dal Pd di Sassuolo e di un gruppo di lavoro attivo su questi temi da diversi anni – sarebbe equivalente alla terza città della regione e forse sarebbe la prima per capacità produttiva. C’è da fare un sacrificio, non economico ma personale, cambiare la visione di insieme non solo dal punto di vista imprenditoriale ma complessivo”.

Aldo Bonomi, editorialista del Sole 24 Ore dai cui interventi ha di fatto preso le mosse il convegno stesso, è stato chiaro: “Non è più tempo di essere sindaco di Sassuolo e basta. Viviamo in un’epoca governata dai flussi: flussi arrivano su un territorio e lo cambiano. Parliamo con parole che non sono più locali ma che hanno quasi sempre una dimensione almeno sovra-comunale. L’amministratore del futuro deve stare fra i flussi e il territorio che ne viene investito e governare il cambiamento. Non pensiate a un tema troppo moderno, in realtà potremmo addirittura rifarci agli antichi granducati, con tutti i loro territori e le loro differenti peculiarità che devono essere organizzate in un unico sistema”.

Franco Mosconi, docente di economia, ha puntato l’attenzione soprattutto sulla manifattura: “L’Italia è fra i primi paesi del mondo nella manifattura e lo è rimasta anche nei 25 anni di pensiero unico in cui si riteneva che il primato fosse della finanza. Questa è una peculiarità che va sfruttata da subito, mentre tutto il resto dell’occidente cerca di recuperare la manifattura noi ce l’abbiamo in piena attività. Questa parte almeno del nuovo sistema di Città distretto deve funzionare immediatamente, senza troppi passaggi progettuali: parlare di politica industriale, di sviluppo, confrontarsi su questi temi che sembravano secondari e invece sono e restano fondamentali”.

Roberto Masiero, professore di architettura, ha declinato la Smart Land nel suo complesso: “I territori sono i nuovi soggetti politici, da questo distretto può partire uno straordinario esperimento di rappresentanza innovativa. Nella Smart land non c’è un singolo soggetto politico già predefinito: è facile dire facciamo sistema, ma bisogna capire e seguire le dinamiche e le evoluzioni, ripensare le categorie. Non restiamo troppo alla fase teoretica, facciamolo subito”.

Federico Zanfi, architetto e urbanista, ha già lavorato a un progetto su Sassuolo e sul recupero degli spazi urbani: ha individuato un modello di sviluppo territoriale tutto nuovo secondo alcuni assi principali. “La Pedemontana è la vetrina del distretto industriale e delle sue unicità. Dieci km di esposizione da valorizzare ripensando il fronte strada in collaborazione con tutte le aziende che vi si affacciano. L’esempio da cui partire può essere la nuova sede Kerakoll; la vecchia statale è l’asse che collega e valorizza i punti di riferimento della città e i luoghi storici che ogni città conserva: una sequenza di centralità, un abitato denso e integrato con un ripensamento generale degli spazi pubblici; la piana e la collina sono i luoghi del nutrimento, della natura e del buon vivere, i giardini del rinnovato Granducato: vanno valorizzate le linee d’acqua, a partire dal Secchia che in breve può diventare l’atteso parco fluviale”.

Magda Antonioli Corigliano, professore di Economia del turismo alla Bocconi di Milano, ha spiegato un nuovo approccio al turismo. “Il turismo classico di visita ai monumenti non è in aumento ma esistono tantissime tipologie di turismo tutte da tenere in considerazione e valorizzare. C’è chi visita la chiesa e chi invece va all’outlet, sono tutte risorse da accogliere e questa regione nel suo insieme ha un’ottima vocazione all’accoglienza. Anche in questo caso la volontà di fare sistema è determinante, nella nuova Città distretto che crede anche nella valorizzazione turistica l’assessorato competente non può essere marginale, bisogna puntarci decisamente”.

Infine Claudio Bertorelli, da anni impegnato nell’analisi urbana, ha sottolineato la necessità di “ibridare tutti i contributi portati in precedenza. Basta con le distinzioni nette fra cultura, turismo, urbanistica. Bisogna guardare tutti questi e altri aspetti con nuovi occhi, fornire nuovi punti di vista e soprattutto non guardare solo alle economie di scala. Si possono unire le forze per risparmiare risorse ma anche per puntare a obiettivi più alti. Ci sono già occasioni e luoghi che meriterebbero altra valorizzazione nel territorio. Penso per esempio al Festival filosofia, che si è fermato al livello 1.0, mentre ormai è maturo per crescere e cambiare livello di approccio e modalità”.

 

















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