L’antichissima ‘spada del guerriero’, un prezioso reperto archeologico del XIII-XII secolo a.C., è tornata sui monti dove venne rinvenuta. Per iniziativa della Provincia e del Comune di
Modena, e della Soprintendenza regionale per i beni archeologici, la spada in bronzo è in mostra fino al 27 novembre al Centro servizi del Parco
Santa Giulia, a Monchio di Palagano, sull’Appennino modenese.
La spada fu trovata nel 1949 proprio sull’Alpe di Santa Giulia, sepolta a circa un metro di profondità, nel corso dei lavori di ricostruzione dell’antica pieve medievale distrutta dai tedeschi durante la guerra.
Secondo gli archeologi, si trattava di un’offerta votiva: il professor Andrea Cardarelli, docente di Preistoria e Protostoria all’università di Modena ricorda come, nell’età del Bronzo, in Italia e in Europa, oggetti di particolare prestigio sociale, come era la spada, venissero dedicati alla divinità, soprattutto sulle sommità montane dominanti, o in laghi e corsi d’acqua.
I numerosi rinvenimenti in tutto il continente europeo potrebbero anche essere alla base di suggestive leggende medievali, come il ciclo di Re Artù, dalla spada nella roccia fino a Excalibur.
Il ritrovamento della spada sembra comunque confermare che già nell’età del Bronzo il sito di Santa Giulia era un luogo sacro. Quest’area
dell’Appennino era importante soprattutto per la presenza di miniere di rame, fondamentale per ottenere oggetti in bronzo. Nella stessa epoca, in
pianura, si era sviluppata la civiltà delle terramare, che utilizzava molti oggetti in bronzo, ma mancava del rame e dello stagno necessari per realizzarli.
La spada del guerriero è esposta insieme a reperti di ceramiche dell’età del Bronzo ritrovati recentemente nel comprensorio
della Valle del Dragone: al termine della mostra, tornerà al Museo Civico Archeologico di Modena, dove è custodita da anni. Al parco di Monchio di
Palagano, comunque, ne rimarrà una copia in esposizione permanente.