“Un piatto di pasta, o un secondo. Ma difficilmente si va oltre alle due portate. Quanto alle consumazioni veloci, quelle da bar per intenderci, non vengono meno, ma sono ridotte al minimo”. Opinioni riscontrabili in molti locali pubblici della nostra provincia; conseguenza diretta della difficile situazione economica che sta caratterizzando il territorio nazionale e locale da almeno cinque anni. Anche la tavola è in crisi dunque: le abitudini degli italiani e quindi dei modenesi sono cambiate. Si consuma meno nei pubblici esercizi modenesi e a risentirne sono i bilanci delle imprese del settore: in termini di ricavi, -1,4% nel primo trimestre dell’anno.
Dati che si riflettono bene nel calo non proprio indolore più generale dei consumi. Secondo uno studio presentato da FIEPET-Confesercenti, dal 2010 ad oggi anche sul nostro territorio, sono diminuiti dell’8,5% nei bar e del 7,9% nei ristoranti. Si riduce in modo sostanziale la spesa per la pausa pranzo (-3,5%), per l’aperitivo (-2,7%) che fino a non poco tempo fa rappresentava una concreta boccata d’ossigeno e perdono terreno persino cappuccino e cornetto mattutini (-3,3%), confermando che sempre di più si sceglie di fare la prima colazione tra le mura domestiche. Numeri che restano tali – o che differiscono appena sensibilmente – in ambito nazionale, in cui il volume degli affari scende a 15,1 miliardi di euro l’anno (-18%).
I pubblici esercizi modenesi comunque continuano a rappresentare sempre più un luogo di incontro e di aggregazione per i giovani tra i 18 ed i 25 anni (46,6%) e per gli ultra sessantenni (38,9%), mentre per gli altri – poco meno del 15% – resta soprattutto un luogo in cui consumare.
“Anche i modenesi come il resto degli italiani – precisa Gianfranco Zinani presidente di FIEPET-Confesercenti Modena – continuano a stringere la cinghia per far quadrare il bilancio a fine mese. E lo fanno anche sacrificando qualche pranzo, cena o aperitivo e persino il rito della colazione la mattina al bar. Il nostro settore che fino ad oggi ha tenuto di fronte alla spending review familiare e che anzi funzionato da premio di consolazione per le tante altre rinunce, dalle vacanze all’abbigliamento, ai divertimenti, sta anch’esso saldando un conto decisamente salato alla lunga crisi economica che ha investito Paese e territorio. Sappiamo che per invertire la rotta e ridare ossigeno a tutti i settori, dal commercio, ai servizi, ai pubblici esercizi la via è quella del rilancio concreto dei consumi interni. E l’impegno da parte nostra a tal senso, per rimanere al circoscritto ambito di bar e ristoranti non manca: anzi, si rinnova costantemente ogni giorno. Cerchiamo e facciamo il possibile per fidelizzare la clientela attraverso la qualità, il rapporto qualità/prezzo e senza fare mai mancare estro e creatività. Uno sforzo a tutti gli effetti, dato il periodo di crisi che necessiterebbe, riteniamo, di sostegno e supporto adeguati, vista e considerata anche la strategicità del settore per l’economia del territorio”.