Negli ultimi cinque anni a Sassuolo le richieste dei contributi per l’affitto sono quadruplicate, passando dalle 200 del 2000 alle 800 del 2005. Nel periodo 2003-2005, invece, sono state presentate 1.071 domande di case popolari: gli alloggi assegnati sono stati appena 57, pari al 5 per cento delle domande. Sono dati che, secondo i sindacati Cgil e Cisl della zona di Sassuolo, confermano che il problema abitativo è ben lungi dall’essere affrontato e risolto.
«La situazione è sempre più drammatica, il distretto è in continua emergenza, eppure continuano le polemiche all’interno delle Giunte e tra i Comuni del distretto ceramico. Occorre passare dalle parole ai fatti! – chiedono Rocco Corvaglia e Daniele Donnarumma, responsabili rispettivamente di Cgil e Cisl della zona di Sassuolo – Aumentano le domande per accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica e, si badi bene, la maggioranza delle richieste (il 65 per cento) proviene da famiglie italiane, le quali hanno ottenuto 40 delle 57 case popolari assegnate dal 2003 a oggi. Ma il problema – continuano Corvaglia e Donnarumma – non riguarda solo Sassuolo, bensì l’intero distretto, che deve essere amministrato come un’unica grande città. Eppure, dopo essersi costituiti in associazione, i quattro Comuni faticano a superare i campanilismi. Se qualche sindaco non crede nell’associazione, lo dica chiaramente»!
Secondo Cgil e Cisl le politiche abitative, così come quelle per la sicurezza e l’immigrazione, devono essere affrontate unitariamente superando la logica degli interesse del singolo Comune. Entrando nel dettaglio, Cgil-Cisl si chiedono che fine abbia fatto il piano particolareggiato previsto a Magreta e Corlo di Formigine, dove si ipotizzava la realizzazione di 120 alloggi, di cui il 30 per cento per l’affitto a canone concordato con il Comune. Inoltre i sindacati domandano per quali ragioni il PSC (piano strutturale comunale) di Sassuolo non sia stato ancora approvato. Corvaglia e Donnarumma tornano a sollecitare la costituzione dell’agenzia per la casa prevista nei piani di zona e il coinvolgimento delle aziende, delle cooperative d’abitazione e di tutte le amministrazioni pubbliche per individuare nuove aree riservate all’edilizia residenziale pubblica, recuperare alloggi da destinare alle fasce deboli, ampliare il mercato delle abitazioni in affitto. Ma Cgil e Cisl lamentano anche insufficienti relazioni sindacali nel distretto.
«Dopo aver firmato i Piani di zona non siamo più stati convocati Ora che si discutono i bilanci comunali ribadiamo che, pur contestando le scelte del Governo, – concludono Corvaglia e Donnarumma – non accetteremo che esse diventino un alibi per ridurre i servizi o aumentare le rette e tariffe».