Prosegue il tour di rappresentazioni di MAGNITUDO EMILIA nei Comuni del cratere del sisma del maggio 2012. Lunedì sera, 18 agosto, alle ore 21,15, infatti, il suggestivo omaggio alle popolazioni colpite sarà in Piazza Caduti per la Libertà a Massa Finalese, nell’ambito della 115° edizione della Sagra dell’Anatra in corso.
La storica manifestazione agostana aggiunge così una serata alla sua programmazione e lunedì proporrà questo spettacolo teatrale, reduce dal recente successo al MAXXI di Roma, tratto dal libro di Annalisa Vandelli e Luigi Ottani che è stato uno dei più importanti successi editoriali modenesi degli ultimi due anni.
Lo spettacolo, come già il libro, ripercorre, in modo a tratti divertente e a tratti commovente, le situazioni create dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, attraverso una serie di ‘quadri’, vere e proprie istantanee piene di poesia, dove racconti e personaggi delle nostre terre testimoniano i momenti e le suggestioni di quei giorni drammatici.
“Lo spettacolo “Magnitudo Emilia” – spiegano gli organizzatori – è dedicato all’Italia bella, che abbiamo visto in azione nei giorni dell’emergenza e anche dopo, ai volontari che da ogni dove sono accorsi con gratuità e impegno, a chi non può e non vuole dimenticare ciò che è successo e ancora lotta per ciò che sarà.”
La regia è di Lucia Pantano mentre i testi sono di Annalisa Vandelli e le musiche di Alessandra Fogliani. Sul palco saranno gli attori Luca Ferrari, Laura Giallombardo e Daniela Reggianini, che ha curato anche i movimenti di scena e le coreografie. Da ricordare il prezioso contributo di tipolito Salvioli per la realizzazione delle scenografie.
L’evento è promosso dall’Associazione culturale Ideattiva con la collaborazione del Tentativo Gruppo Teatro e il Patrocinio del Comune di Finale Emilia.
LA REGISTA LUCIA PANTANO
“Abbiamo vissuto l’esperienza del terremoto, letto “Magnitudo Emilia” e abbiamo sentito il bisogno di dare voce e corpo a quelle parole per vivere ed elaborare lo sgomento della perdita, lo schianto della caduta, la tristezza della fragilità infranta”, dice la regista, che aggiunge: “Ci siamo immersi nelle suggestioni delle parole potenti di Annalisa: le abbiamo masticate, digerite e metabolizzate, trovandovi lo struggimento per i simboli andati in frantumi, la disperazione per le vite interrotte, la fatica di ricominciare, l’indignazione per chi è sempre pronto a speculare, poi, a poco a poco, è emerso anche tutto il resto come l’entusiasmo per la vita che acquista valore, l’energia di chi si è speso per aiutare, la gioia di un nuovo inizio”.