La città si ‘spopola’ a favore dei comuni dell’hinterland, dove comprare casa costa meno e allo stesso tempo si vive molto meglio. E’ quanto emerge da un’indagine promossa da CONFABITARE – Associazione Proprietari Immobiliari – che ha sottoposto ai raggi X costi e tendenze del mercato immobiliare degli ultimi due anni.
Confrontando Bologna con i comuni della prima periferia, cosiddetti ad alta tensione abitativa, e dividendo le categorie degli alloggi in tre tipologie (nuovo, buono stato e da ristrutturare), l’osservatorio immobiliare di CONFABITARE ha rilevato la presenza di un flusso continuo e in costante crescita di residenti, laddove il mattone è un po’ meno caro.
Il comune più economico è quello di Calderara di Reno. Qui un immobile nuovo costa mediamente 2.450 euro al metro quadro e 1.600 un appartamento da ristrutturare. La ‘maglia nera’ di questa particolare classifica spetta invece a San Lazzaro di Savena, dove una casa la si può pagare anche 4.300 euro al mq (2.600 da ristrutturare).
I prezzi del nuovo sono convenienti anche ad Anzola (2.650), San Giovanni in Persiceto (2.550), Monte San Pietro (2.800), Sasso Marconi (2.800) e Ozzano (3.000); un po’ meno convenienti a Casalecchio (3.600), Zola Predosa (3.300) Granarolo (3.000), Pianoro (3.050), Castenaso (3.050) e Castel Maggiore (2.850).
Non a caso è proprio Calderara il centro in cui si registra il maggiore numero di trasferimenti dalla città, quasi 1600 negli ultimi due anni.
San Lazzaro ha invece ‘rubato’ alle Due Torri poco più di 1000 nuovi abitanti, 570 Pianoro, 440 Anzola, 400 Zola e così, a scendere, tutti gli altri.
«In particolare — spiega il presidente nazionale di CONFABITARE, Alberto Zanni — si tratta di giovani coppie o di lavoratori che arrivano da fuori regione, e che per mettere su casa guardano ovviamente al portafoglio».
In tutto questo Zanni legge il «fallimento delle politiche abitative delle giunte che si sono susseguite a Palazzo d’Accursio, che negli ultimi anni non hanno fatto politiche mirate per la casa, non hanno saputo calmierare i prezzi e contenere il degrado, che avanza anche nella periferia costringendo la gente ad allontanarsi. In questo ultimo fattore, quello del degrado, dobbiamo ricercare sicuramente una delle cause determinanti di questo trend in continua crescita che ha visto nel biennio 2012 e 2013 ben più di 7.000 bolognesi lasciare la nostra città, oltre al fatto che i servizi offerti da Bologna, dove tasse e tariffe sono elevatissime, non sono assolutamente superiori a quelli dell’hinterland. E basti dire che per arrivare in stazione col treno da Vergato ci vogliono 45 minuti, lo stesso tempo che occorre per muoversi con l’auto dal centro verso la prima periferia». “ Infine Merola e compagni – conclude Zanni – continuano a trattare i proprietari come un bancomat a cui attingere a piene mani per riempire le esangui casse comunali. Vorrei ricordare, al riguardo che negli ultimi tre anni la pressione fiscale sugli immobili a Bologna è aumentata del 200%. Credo che sia ora di dire basta”.