Segnali preoccupanti sul versante imprese e lavoro accompagno la ripresa autunnale nel modenese.
E’ riduttivo parlare di singole situazioni di crisi, quando ormai siamo di fronte ad un consolidamento strutturale, anche nella nostra provincia, della trasformazione del nostro apparato produttivo a causa dell’aumento costante di chiusure, riorganizzazioni aziendali e delocalizzazioni.
Purtroppo il sindacato e il territorio si confrontano con tassi di disoccupazione intorno al 10% (sale al 30% per i giovani), un aumento delle procedure di cassa integrazione per crisi e di procedure concorsuali che interessano circa 4.000 lavoratori con residue possibilità di rientro in azienda in assenza di riconversioni e nuovi investimenti, e la continua incertezza sul rifinanziamento della Cig in deroga (anche se in parte il ricorso a questo ammortizzatore si è ridotto per la riapertura del Fondo Eber delle imprese artigiane), che dal 1° settembre 2014, in assenza di un intervento regionale, rischia di ridurre le tutele per centinaia di lavoratori, in particolare per i settori del commercio, studi professionali e piccole imprese.
La Cgil stima che siano oltre 23.000 i posti di lavoro persi dal 2007 ad oggi! Nel perdurare dei molti anni di crisi delle imprese, il sistema degli ammortizzatori sociali rischia ora di implodere con inevitabili ripercussioni sulla coesione e la tenuta già fragile del sistema sociale. Questo non può essere solo un problema per il sindacato, ma tutto il territorio lo deve affrontare con convinzione e coraggio!!
Pur in presenza di alcuni deboli segnali di ripresa, continuano a soffrire sotto i colpi della crisi un po’ tutti i settori produttivi, a partire dall’edilizia e in generale le piccole medie aziende di tutti i settori. Certamente il calo dei consumi sta determinando difficoltà anche in settori che tradizionalmente avevano retto meglio i primi anni della crisi, come l’agroalimentare, il commercio e i pubblici esercizi. E’ ormai evidente la necessità di ragionare di innovazione in settori come quello ceramico, grafico e serigrafico in cui i volumi produttivi pre-crisi non potranno tornare quelli ante 2007.
Sono sotto la lente della cronaca giornalistica i casi di crisi aziendali, quali Terim, General Montaggi, Coca Cola, Arbe Grafiche, che sono il sintomo più appariscente della difficoltà generale del sistema economico-produttivo modenese.
Per la Cgil è fondamentale che, a partire dalle scelte nazionali del Governo, si punti a politiche industriali che delineino i settori strategici volano della ripresa (green economy, messa in sicurezza del territorio, manifattura, cultura, turismo, ecc…), a investimenti pubblici e privati che possano generare nuova occupazione di qualità, una vera riforma della PA per la sburocratizzazione e l’efficienza dei servizi partendo dalla ripresa della contrattazione nel pubblico con il coinvolgimento dei lavoratori, politiche di rilancio del welfare, di redistribuzione fiscale e di riforme che aggrediscano le vere zavorre del Paese (evasione fiscale, corruzione, illegalità, ecc…). Le scelte di Governo e Parlamento sinora non sono state adeguate alle emergenze economiche e occupazionali!!
A livello modenese, la Cgil è impegnata a rivendicare la valorizzazione della contrattazione aziendale e territoriale come leva per uscire dalle difficoltà e rilanciare la crescita con il protagonismo dei lavoratori nella convinzione che crescita e piena occupazione siano le priorità strategiche. Le crisi aziendali non possono sfociare nei licenziamenti, ma vanno usati tutti gli strumenti contrattuali (come nel caso dell’accordo sulla gestione degli orari di lavoro, come nel caso della Granarolo di Soliera, che ha evitato gli esuberi dichiarati dall’azienda) e tutti gli ammortizzatori possibili per mantenere i lavoratori collegati al posto di lavoro, privilegiando i Contratti di Solidarietà.
Di fronte ai tassi di disoccupazione del nostro territorio, è evidente che anche le aziende dovrebbero privilegiare nelle nuove assunzioni gli iscritti alle liste di disoccupazione e i cassintegrati di lungo corso, oltre ad offrire “buona” occupazione ai tanti giovani che anche nel nostro territorio rischiano di rimanere a lungo fuori dal mercato del lavoro.
Sono queste alcune delle proposte con cui la Cgil di Modena parteciperà alla discussione sul Patto comunale per la Crescita proposto dal sindaco Muzzarelli, con la convinzione che si tratti di un’occasione importante se l’insieme degli attori sociali ed economici del territorio convergeranno sulla necessità di un cambio di passo nelle scelte per lo sviluppo territoriale.
(Tania Scacchetti, segretario generale Cgil Modena)