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Utilizzo di assegni a vuoto o rubati: la Polizia di Reggio denuncia tre truffatori

assegnoUn cittadino albanese ha portato la propria autovettura in un’officina meccanica reggiana affinché fossero eseguiti i lavori di riparazione necessari, al termine dei quali si presentava per ritirare il mezzo e, a fronte della richiesta di pagamento della somma dovuta pari a 488,00 euro, lo straniero emetteva un assegno bancario. Qualche giorno più tardi l’artigiano, titolare dell’officina, che aveva passato all’incasso il titolo ha scoperto che l’assegno era a vuoto. Il malcapitato denunciava in Questura l’accaduto. Nel corso delle indagini, la Squadra Mobile scopriva che il conto corrente utilizzato dal truffatore e a lui intestato era chiuso da ben due anni. R. A., albanese 37enne residente in città, è stato quindi denunciato per il reato di truffa.

 

Lo scorso mese di giugno il titolare di un esercizio commerciale cittadino si è recato in Questura per denunciare di aver subito una truffa. Qualche giorno prima aveva ricevuto una telefonata da un uomo che si presentava come un cliente abituale e che ordinava una forma di parmigiano tagliato a pezzi riferendo che il giorno successivo un suo zio sarebbe passato per il ritiro. Effettivamente l’indomani si presentava un uomo a ritirare la merce e pagava il dovuto, pari a 784,00 euro, con un assegno bancario. Posto all’incasso l’assegno sarebbe risultato provento di furto, inoltre il negoziante riceveva una contestazione dal ristoratore che aveva ricevuto la fattura d’acquisto per un ordine mai effettuato. Il commerciante vittima del raggiro, in buona fede, aveva infatti emesso la fattura a carico del ristorante indicato dal “presunto zio” del “presunto cliente abituale”.

Le indagini della squadra Mobile si sono indirizzate verso un cittadino reggiano, già noto per analoghe fraudolente vicende, cogliendo nel segno perché riuscivano anche ad individuare il complice, un bolognese. Il 45enne reggiano G. S. e il 65enne bolognese D. A. venivano denunciati per truffa e ricettazione in concorso.

Al  solo G.S. veniva contestata anche una analoga truffa commessa in danno di un caseificio reggiano nello scorso mese di maggio, la cui vittima, oltretutto, lo individuava durante la ricognizione fotografica di album di foto con individui somiglianti avvenuta negli uffici della Squadra Mobile.

















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