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Realizzato uno strumento per la diagnosi di una malattia rara del polmone

strumento-diagnosiPiù certa la diagnosi della fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia rara e invalidante dagli esiti fatali, caratterizzata da un progressivo declino della funzionalità polmonare. Grazie alla collaborazione tra ingegneri e medici dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e dell’Università di Southampton (UK) si è potuto mettere a punto uno strumento per la diagnosi di questa grave patologia, che da oggi può essere accertata con più tempestività e rigore scientifico.
Un gruppo di ricerca veramente interdisciplinare, costituito dagli ingegneri Fabrizio Pancaldi e Luca Larcher del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI della sede di Reggio Emilia dell’Ateneo emiliano e dai colleghi medici Fabrizio Luppi, Stefania Cerri e Sofia Taddei del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto sempre dell’UNIMORE, in collaborazione coi ricercatori inglesi Luca Richeldi e Giacomo Sgalla, ha sviluppato uno strumento che permette di identificare in modo oggettivo l’esistenza della IPF.
La fibrosi polmonare idiopatica può essere sospettata attraverso la semplice auscultazione dei suoni polmonari, durante la quale si evidenzia la presenza di tipici crepitii a velcro; qualora il medico riconosca tali suoni, per la conferma della patologia saranno necessari esami successivi. E’ comunque fondamentale una diagnosi precoce della malattia per iniziare tempestivamente la cura farmacologica ai fini di rallentarne la progressione.

Trattandosi di una malattia rara, non è facile riconoscerla ai primi sintomi, inoltre il rumore a velcro può essere inavvertitamente scambiato con altri suoni patologici polmonari e, talvolta, può essere trascurato. Da qui discende l’importanza della apparecchiatura messa a punto dai ricercatori UNIMORE e inglesi, in quanto il dispositivo progettato, affidabile e dal costo contenuto, è più oggettivo nel recepire suoni difficilmente auscultabili.

“In pratica – afferma Fabrizio Pancaldi, del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI – si tratta di un apparecchio elettronico con cui il paziente viene auscultato, uno stetoscopio elettronico che registra i suoni polmonari elaborati da un particolare algoritmo in grado di rilevare la presenza del rumore a velcro. Lo strumento di diagnosi progettato permette di identificare l’esistenza di patologie polmonari in modo oggettivo e indipendente dall’esperienza e/o abilità del personale medico responsabile della diagnosi. Il prototipo presenta in uscita un indice numerico che quantifica la probabilità che la persona auscultata sia affetta da fibrosi polmonare idiopatica. Lo stesso algoritmo può essere implementato direttamente nel software dello stetoscopio elettronico oppure può essere eseguito su un comune personal computer, su un tablet o su uno smartphone. Infine è bene ricordare che lo strumento non è invasivo, quindi non comporta problemi e disagi al paziente, e può ridurre i costi della sanità pubblica”.

Si tratta di un’invenzione dalle possibili numerose applicazioni. Lo strumento, infatti, può essere di supporto a qualsiasi medico, a prescindere dalla sua specializzazione, per riconoscere e diagnosticare una patologia polmonare come la fibrosi polmonare idiopatica, in modo rapido, non invasivo, ripetibile e accurato. Con questa nuova invenzione, lo stato della malattia è valutato da un indicatore che quantifica la gravità della malattia dall’analisi del suono a velcro, rendendo immediata la valutazione dell’evoluzione della malattia sia da parte dei medici specialisti che degli stessi pazienti. In questo modo è anche possibile valutare l’efficacia dei nuovi farmaci sperimentali.

 

















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