“Il Sindaco Tosi ci ha convocato per comunicarci l’aumento della pressione fiscale sugli immobili, ovvero sull’Imu (non della prima casa, ma sulle altre tipologie di immobile), anche su quelli strumentali, ovvero sugli immobili di proprietà dell’impresa. Francamente siamo molto delusi, capiamo le ragioni ma ci aspettavamo la conferma delle promesse fatte in sede di campagna elettorale”. Rete Imprese Italia di Fiorano, la rete composta da Lapam Confartigianato, Cna, Ascom Confcommercio e Confesercenti, risponde così all’aumento che il consiglio comunale di Fiorano ha approvato.“Il Sindaco ci ha informato che la causa è il mancato trasferimento da parte dello Stato di € 1.800.000 (il cosiddetto ‘fondo di solidarietà’) e ad entrate minori per gli oneri di urbanizzazione. L’assestamento al bilancio 2014 sarà realizzato tramite l’aumento di un un punto della percentuale relativa all’Imu per altri immobili da 7,6 a 8,6 (percentuale che comunque rimane sempre la più bassa nel Distretto), in pratica però dopo aver introdotto la Tasi per i beni strumentali, ora aumenta anche l’Imu. Il Sindaco ha anche garantito l’impegno nel 2015 di spostare la Tasi per questi immobili (1,8) nell’Imu, in modo tale che le imprese possano scaricarla”.
Le associazioni aderenti a Rete Imprese hanno altre proposte da avanzare: “Non dobbiamo dimenticare che in campagna elettorale avevamo chiesto di non aumentare l’imposizione fiscale e che la richiesta era stata accolta… Come detto comprendiamo le difficoltà che ha portato a questa scelta, ma rifiutiamo la logica di far pagare alle imprese il prezzo. La nostra proposta è che i beni strumentali, quando il possesso e l’utilizzo dell’immobile è in capo all’impresa stessa, l’aliquota rimanga al 7,6 senza nessun aumento, cosa che per altro come molti altri comuni hanno fatto”. Infine l’ultima proposta di Rete Imprese: “Visto che nel 2014 gli aumenti sono dettati principalmente dal taglio dei trasferimenti, chiediamo al Comune di Fiorano di lavorare sul bilancio del prossimo anno con l’obiettivo di tornare alla situazione precedente, attraverso una attenta valutazione delle uscite e ricavando i fondi mancanti grazie a una riqualificazione della spesa corrente”.